ARTE | MOSTRE | TRENTO
Il Cuore divino di Gesù – Das goettliche Herz Jesu.
È questo il titolo della mostra "originale e fervente" dedicata alla devozione del Sacro Cuore che impreziosisce le sale di Palazzo Trentini, a Trento.
Fino al 31 luglio sarà quindi possibile osservare statue, dipinti, stampe religiose e ancora ricami, quadri devozionali e "brevi" (veri e propri amuleti al cui interno veniva cucita una "formula magica". Si indossavano o si ponevano sotto il materasso, aprirli era una profanazione) in un percorso allestito dall'artista di origini rivane Rosanna Cavallini che negli anni ha sviluppato un approfondimento specifico sulle raffigurazioni dedicate al Cuore divino di Gesù, a partire dal Sudtirolo, dove la festa religiosa si collega alla tradizione dei fuochi e ad Andreas Hofer.
«Anche nelle case dei trentini un tempo – spiega Cavallini – gli occhi cadevano sempre su un’immagine del Sacro Cuore”. La mostra declina questa devozione in 65 pezzi di grande varietà tipologica, risalenti a un’epoca che va dalla metà del Settecento alla metà del secolo scorso. C’è la statua lignea opera del gardenese Joseph Moroder, proveniente dalla chiesa di Grigno. C’è l’olio su tela che la Curia ha concesso di prelevare dalla chiesa di Torcegno. Ci sono ricami, oggetti e manufatti di vario tipo, messi a disposizione dai collezionisti privati e realizzati da fedeli o da religiosi; ci sono esempi bellissimi delle stampe che uscivano dall’editore Remondini di Bassano e che gli ambulanti del Tesino vendevano e diffondevano in ogni angolo del territorio raggiunto dalla loro indefessa missione commerciale».
«Mi ha colpito e commosso – aggiunge la curatrice – come la devozione popolare si sia applicata con fervore e con composizioni raffinate, a partire da materiali poverissimi e semplici. Qui non ci sono opere preziose nel senso venale del termine, ma c’è l’anima della gente. Il Cuore di Gesù veniva issato sopra i letti matrimoniali, le più belle stampe diventavano dono di nozze, l’affidamento al Cristo si materializzava nelle sacre processioni di giugno. Mi piacerebbe molto che anche questa mostra diventasse “pellegrinante” in tante valli, magari arricchita ogni volta da una statua e da un quadro del Sacro Cuore reperiti nelle chiese locali».
Un allestimento volto a tracciare un legame tra passato e presente: «Sono convinto – spiega il presidente Walter Kaswalder – che contribuisca a una missione fondamentale delle istituzioni, quella di far conoscere ai trentini e ai giovani in particolare le loro radici, la storia consegnataci dai nostri avi e le fondamenta dell’edificio autonomistico stesso. La devozione per il Sacro Cuore fa parte anche dei miei ricordi più antichi, i miei nonni custodivano l’immagine del Sacro Cuore in casa e ne portavano uno di stoffa sotto la camicia. A Vigolo Vattaro si facevano le processioni, con i gonfaloni e le Confraternite: le bambine spandevano petali di rosa, le mamme addobbavano le finestre. Questa tradizione richiama peraltro i moti hoferiani, che partirono dal Trentino, richiama i lavori antichi del Tesino, si lega alla nostra storica appartenenza al mondo tirolese e alle radici cristiane».
Ad accompagnare la mostra il catalogo (con testi in italiano e tedesco) corredato dai contributi della curatrice Cavallini, di Lorenzo Baratter e del critico d'arte Fiorenzo Degasperi.
Orari
La rassegna rimarrà aperta fino al 31 luglio, dalle 8:30 alle 17:30, il sabato dalle 8.30 alle 12.
Il 22 e il 29 giugno e il 13 e il 27 luglio - alle 10 - sono in programma delle visite guidate.
Credits: FOTO PANATO di Panato Daniele
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