Il consigliere del Partito Democratico Alessandro Olivi ha depositato un’interrogazione per chiedere alla Giunta per quali motivi nell’Accordo negoziale firmato nel maggio scorso tra Provincia e Solidpower a fronte di un contributo pubblico di elevata entità non è stato previsto e condiviso nessun ulteriore incremento di occupazione e di investimenti nella filiera produttiva rispetto a quanto già oggetto del precedente Protocollo d’Intesa del dicembre 2017.
La nascita di un nuovo stabilimento dell’azienda Solidpower, che ha deciso di industrializzare in Trentino i risultati della sua attività di ricerca, è stata una tra le più importanti operazioni di incremento industriale ad alto valore aggiunto che si è concretizzata nella scorsa legislatura.
Questo progetto, a cui Provincia e Trentino Sviluppo (TS) hanno lavorato a lungo, dopo una complessa trattativa e a seguito di varie ipotesi, si è concluso con la messa a disposizione, da parte di TS a Solidpower, di un nuovo spazio produttivo in località Cirè di Pergine e la firma di un Protocollo d’Intesa siglato a dicembre 2017. Nel Protocollo erano stati fissati alcuni obiettivi che avevano ad oggetto investimenti e nuova forza lavoro, nello specifico: investimenti finanziari complessivi per circa 28 milioni di euro e 80 unità lavorative in più.
Recentemente è stato sottoscritto, tra Provincia e Solidpower, un Accordo negoziale dal cui esame si ricava che l’azienda svilupperà un nuovo progetto di ricerca applicata dal titolo “Modular Standardized Fuell Cell Core”, un progetto già preannunciato nel Protocollo del 2017, e per il quale la Giunta ha ora stanziato un contributo di 4.616.475,22 euro.
L’Accordo negoziale è la cornice all’interno della quale è possibile condividere, in un equilibrato rapporto pubblico-privato, progetti di sviluppo che producano un valore aggiunto d’interesse pubblico, per la maggiore competitività del sistema, per la migliore produttività, per una crescente qualità del lavoro. Analizzando nei suoi elementi costitutivi l’Accordo recentemente firmato, esso risulta essere invece ripetitivo di quanto aveva già ad oggetto del Protocollo del 2017: nessun posto di lavoro in più e nessun nuovo investimento.
Questo aspetto sorprende e desta molte perplessità, perché si ritiene che a fronte di un contributo pubblico di elevata entità la Provincia avesse la possibilità di partire dai risultati precedentemente concordati per rilanciare con l’azienda una fase di nuovo sviluppo.
Così non è stato, eccetto alcuni impegni (più di forma che di sostanza) inerenti la formazione, la collaborazione con gli organismi di ricerca, i rapporti con i poli Meccatronica e Manifattura, le ricadute appaiono insufficienti. Si è solo sovrapposto quanto già previsto nel precedente accordo e di fatto ricalcato gli stessi vincoli.
Insomma, un’occasione persa, anche perché la Giunta precedente aveva volutamente scelto di tenere distinte le due fasi: una era la partita infrastrutturale-immobiliare (prevista nel Protocollo del 2017) l’altra quella di sviluppo industriale che avrebbe dovuto individuare nuove ipotesi di espansione della filiera industriale ed incremento occupazionale. Evidentemente si è preferito andare sul sicuro, senza aprire con l’azienda un confronto ispirato a valorizzare lo strumento dell’Accordo negoziale in chiave di maggiori ricadute sul territorio.
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