Premesso che:
è vitale tutelare e premiare il radicamento territoriale delle cooperative sociali della Provincia di Trento, in considerazione dell’importanza della loro presenza sul territorio che caratterizza una situazione unica nel panorama italiano. Pertanto è necessario proteggere questi soggetti che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale senza fine di lucro soggettivo, perseguendo la via già tracciata dall’autorizzazione e accreditamento previsti dalla L.P. 13/2007 ed evitare la messa in atto di bandi di gara che ne svilirebbero l’attività di interesse generale implementando modalità comunque rispettose dei principi di trasparenza, pubblicità e di parità di trattamento.
Già precedenti interrogazioni (n. 229, n. 290, n. 357) hanno sollevato il problema dei tagli operati dalla Giunta al finanziamento degli interventi gestiti dagli enti del terzo settore e dalle Comunità di valle, che hanno aggravato il quadro complesso e già compromesso su cui si regge il sistema di welfare trentino, il quale a causa dell’adeguamento alla riforma del terzo settore deve confrontarsi con sempre maggiori oneri fiscali, legali e burocratici. La presente interrogazione non intende però fare domande sul presente degli enti trentini del terzo settore, bensì sul futuro. Le norme in materia di affidamento dei contratti pubblici non tutelano il radicamento territoriale né valorizzano il volontariato che contraddistingue le organizzazioni trentine del Terzo Settore, che attualmente operano in regimi di affidamento diretto o in proroga da precedenti aggiudicazioni di gara. Dopo il 30/06/2021, il loro futuro è incerto: è necessario che la Provincia prenda posizione su quale strumento intenderà adottare per garantire la sopravvivenza del sistema di welfare trentino, se attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione o accredimento, ridefinendone il regolamento che disciplina quest’ultimo, e se intenderà far ricorso alla deroga motivata al principio della rotazione. In alternativa potrebbe essere oggetto di studio la possibilità di abbandonare il sistema tramite gara d’appalto e introdurne uno basato sull’accreditamento, che prevede l’erogazione dei servizi, sulla base di un “progetto individualizzato”, da parte di soggetti qualificati accreditati, scelti dal cittadino e/o dalla sua famiglia, che possono quindi scegliere presso quale ente accreditato spendere il proprio voucher.
“Sul piano sostanziale, è imprescindibile non privarsi, come Paese, di feconde ed utili esperienze di rapporti collaborativi, che hanno e che possono alimentare la dignità dei cittadini, singoli ed associati, ma anche qualificare la spesa e la risposta ai bisogni della comunità da parte di enti pubblici palesemente dotati di risorse insufficienti per far fronte ai crescenti bisogni di una larga parte di cittadini” (Il diritto del terzo settore preso sul serio, 28 gennaio 2019).
Tutto ciò premesso,
si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
Paolo Ghezzi
consigliere provinciale FUTURA 2018
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