Consiglio Provinciale Trento
La gestione futura dell’acqua, bene naturale primario e al tempo stesso “oro bianco”, risorsa oggi sempre più scarsa e dunque molto preziosa, sarà al centro dell’incontro di studio voluto dal Consiglio provinciale insieme al Dipartimento di economia e management (DEM) dell’Università di Trento, in programma venerdì 14 giugno nella sala conferenze dell’ateneo con ingresso in via Rosmini 44 dalle 9.15 alle 18.00.
Hanno presentato l’iniziativa a palazzo Trentini, sede dell’assemblea legislativa, il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder e Geremia Gios, professore ordinario di scienze agrarie al DEM. “Modelli di gestione delle risorse naturali, il caso dell'acqua nelle aree montane, profili economici, giuridici e di responsabilità”, è il titolo dato non a caso al convegno. Si tratterà infatti di un confronto tra studiosi ed esperti “scelti – ha spiegato Gios – perché portatori di punti di vista e di competenze differenti”. Il presidente Kaswalder ha ricordato che l’interesse del convegno deriva dall’ormai prossima scadenza delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche, già prorogate nel 2015 e 2016 e che avverrà entro i prossimi 3-4 anni. Si pone fin d’ora quindi per la Provincia – che ha competenza primaria in materia – il tema del rinnovo, che secondo il presidente dovrà garantire una ricaduta pubblica della gestione di questa risorsa, in particolare a favore delle amministrazioni comunali. “L’acqua è un bene pubblico – ha insistito Kaswalder – e dalla sua corretta gestione deve trarre vantaggio l’intera collettività, fino a permettere la riduzione delle bollette che gravano sulle imprese e le famiglie”. “Questo incontro di approfondimento – ha concluso il presidente del Consiglio – ha l’obiettivo di aprire la strada alla discussione sul tema del rinnovo delle concessioni idroelettriche che presto interesserà molto tutta la politica trentina coinvolgendo anche l’assemblea legislativa provinciale”.
Il professor Gios ha ricordato che l’utilizzo dell’acqua per la produzione di energia in un’area di montagna come il Trentino vale centinaia di milioni di euro e può comportare esternalizzazioni positive o negative: tutto dipende dalle condizioni con cui verrà pattuito il rinnovo delle concessioni riguardanti le grandi derivazioni idroelettriche. In questo settore oggi i capitali investiti comportano remunerazioni superiori rispetto ad altri. E a seconda delle modalità con cui avverrà di rinnovo delle concessioni, potranno beneficiare di tali remunerazioni o il capitale stesso o le popolazioni locali che hanno diritto ad un risarcimento per il danno subito a causa dell’utilizzo idroelettrico di una risorsa naturale di loro proprietà come questa. Si tratta allora – ha osservato Gios – di bilanciare gli interessi. E l’importanza di quelli ambientali oggi non si può certo sottovalutare, anzi: si pensi ad esempio alle dighe, che devono servire certamente alla produzione di energia idroelettrica ma anche alla prevenzione del rischio idrogeologico”. In gioco – ha concluso il professore – ci sono visioni del mondo diverse da cui discendono poi direttamente differenti modelli di gestione dell’acqua”.
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