Entro quindici giorni il governo provinciale formerà l’atteso tavolo operativo che affronterà il problema occupazionale relativo agli addetti rimasti senza
lavoro nel settore dell’accoglienza agli immigrati. E’ il risultato – auspicato da tutti – raggiunto oggi al termine dell’incontro a palazzo della Regione chiesto dai sindacati e celermente promosso dal presidente Walter Kaswalder.
La riunione si è rasserenata con l’arrivo dell’assessore alle attività economiche Achille Spinelli, dopo che la sua assenza era già stata stigmatizzata duramente dai consiglieri provinciali di opposizione presenti.
L’assessore Achille Spinelli.
Il lavoro è sempre lavoro, ha detto Spinelli, escludendo la volontà di non occuparsi di chi ha lavorato attorno alla permanenza degli immigrati stranieri.
L’Agenzia del Lavoro è pronta a ragionare, ha aggiunto l’assessore, e possiamo metterci a ricercare assieme – un po’ sul modello del caso Sait - possibili, nuovi sbocchi occupazionali, magari non nello stesso settore dell’accoglienza, che risente inevitabilmente dell’oggettivo calo del numero di ingressi nel nostro Paese.
I sindacalisti.
Andrea Grosselli (Cgil): chiediamo data e luogo in cui si attiverà il tavolo per questi lavoratori. Chiediamo un piano di riqualificazione e misure di ricollocamento, esattamente come nelle altre crisi, tipo la Mercatone Uno di questi giorni. C’è in ballo il destino di decine e decine di persone che hanno lavorato fedelmente per la pubblica amministrazione. Credo che questa crisi nasca da scelte che incidono pesantemente sul modello di welfare trentino fin qui apprezzato e stimato.
Luigi Diaspro (Fp Cgil): non ci sono solo lavoratori licenziati, c’è anche un indotto che ne risente e ci sono lavoratori colpiti da demansionamento e dequalificazione.
Silvano Pomini (Cisl): rischiamo che giovani trentini debbano emigrare per trovare un lavoro, nonostante professionalità che meritano di certo d’essere valorizzate e reimpiegate in altri ambiti dei servizi sociali trentini, del settore sanitario o nei centri per l’impiego.
Walter Alotti (Uil): si sta colpendo il territorio trentino, perché molti dei lavoratori in questione non operano a Trento, ma nella valli, ragione per la quale sono anche più distribuiti e meno visibili.
Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl): chiediamo un’attivazione solerte della Provincia, che per casi come Whirlpool e Sait ha avuto ben altra reazione.
Marcella Tomasi (Flp Uil): c’è un silenzio preoccupante attorno a questa crisi, anche la Federazione dei consorzi cooperativi non fa la sua parte. Ci chiediamo anche dove stia andando oggi il settore sociale, il tavolo servirà anche a costruire il domani. Su questo punto Spinelli ha risposto che il tavolo in questione dovrà essere molto concreto e non sarà quello il luogo in cui ragionare del modello di welfare e di sociale per il futuro.
I consiglieri provinciali.
Filippo Degasperi (5 Stelle) ha definito “strana” la disattenzione della Provincia che c’è stata in questi sei mesi attorno al futuro occupazionale di questi addetti.
Alessandro Olivi (Pd): c’è il rischio che si sviluppi una crisi invisibile, perché non si tratta di una grande azienda in crisi, ma della polverizzazione di situazioni individuali. La Provincia deve farsi carico di queste persone.
Paolo Ghezzi (Futura): il presidente Fugatti ha di fatto chiuso un’attività da 140 addetti e poi per sei mesi nemmeno apre un tavolo con i sindacati. Ci vedo una profonda mancanza di rispetto, si dice prima gli italiani e poi non ci si occupa di questi lavoratori trentini.
Ivano Job (Lega): lavoriamo insieme, è giusto tutelare anche le situazioni con numeri contenuti. Stimolerò la Giunta a fare i passi necessari.
Lucia Coppola (Futura): ci sono già state tre manifestazioni di questi lavoratori espulsi, c’è già un ritardo grave.
Ugo Rossi (Patt): questa è una crisi occupazionale che non si addebita a una multinazionale cattiva o all’Europa, ma che è indotta da scelte, per quanto legittime, del governo provinciale. La Giunta allora deve farsene carico, perché ha una doppia responsabilità.
Alessio Manica (Pd): il tavolo s’ha da fare al più presto, a fronto di una crisi causata dallo smantellamento di quel che c’era nel terzo settore trentino per gestire l’accoglienza. Se serve, facciamo un ordine del giorno consiliare.
Mara Dalzocchio (Lega): l’assessore Spinelli è arrivato, il governo provinciale non latita, quindi certe accuse pregiudiziali sono inaccettabili.
All’incontro erano presenti anche Giorgio Tonini (Pd), Giorgio Leonardi (Forza Italia) e Pietro De Godenz (Upt).
I lavoratori.
Anna Brugnoli, ex Cinformi: ci sono 13 o 14 soggetti diversi che lavorano in questo settore, per cui il quadro è frastagliato. Molti sono contratti a termine, ci sono insegnanti di italiano, operatori legali, formatori. Gli addetti rimasti a casa sono tanti.
Ermanno Ferrari, Residenza Fersina di Trento: stiamo vivendo una fase di profonda precarietà e di confusione dei ruoli. L’altro giorno sono venuti tra l’altro imprenditori agricoli nonesi per cercare raccoglitori tra i nostri ospiti, ma non è stato possibile assegnare alcuno.
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