ARTE | STORIA | TRENTINO
"Quando vivrò di quello che ho pensato ieri,
comincerò ad avere paura di chi mi copia".
Questa una delle celebri frasi che, forse meglio di altre, riesce a far trasparire l'essenza di un artista trentino di fama internazionale: il "futurista" Fortunato Depero.
Nato a Fondo, in Val di Non, il 30 marzo del 1892 da Lorenzo Depero e Virginia Turri, entrambi d'origine dal paese di Vigo di Ton, ancora giovanissimo si trasferisce con la famiglia a Rovereto dove frequenta un istituto a indirizzo tecnico e artistico.
Grazie ad uno stile innovativo e ad una spiccata creatività Depero esprime in modo "diverso" il suo tempo. Utilizza una “scrittura sperimentale” - componendo poesie astratte e “rumorose”, tutte centrate sul suono (e non sul significato) delle parole, lavora su forme geometriche ben definite realizzando pubblicità e creando design che, ancor oggi, sono riconosciuti e utilizzati in tutto il mondo. Artista eclettico si appassiona anche di teatro, in particolar modo al balletto, occupandosi di scenografie e costumi.
Una vita quella di Depero scandita dai viaggi e dai confronti con artisti e scrittori di tutto il globo.
Uno dei primi a Roma, nel 1913, con la compagna di tutta la vita Rosetta Amadori. Ed è lì conosce Balla, uno dei maestri del Futurismo, movimento a cui aderì fin da subito con entusiasmo. Depero e Balla sono infatti alla ricerca di una "nuova" arte che rifletta il cambiamento dei tempi, la velocità e la scienza: il Futurisimo.
Nel 1928 vola a New York dove rimane per un paio di anni e ritorna, nel 1948.
Grazie alla sua spiccata capacità espressiva, nel 1925, è chiamato a rappresentare l’Italia all’Esposizione Internazionale di Parigi insieme a Prampolini e a Balla.
L'eredità di Depero è negli anni diventata parte integrante del tessuto trentino. Già nel 1919 l'artista ha infatti aperto a Rovereto la “Casa d’Arte Depero” nella quale venivano prodotti oggetti d’arte e sperimentate differenti tecniche artistiche. Nel 1956 ha decorato la Sala del Consiglio Provinciale di Trento e l’anno seguente, in collaborazione con il Comune di Rovereto, ha realizzato la Galleria Permanente e Museo Depero.
Fortunato Depero muore nel 1960 a Rovereto.
La Casa d'Arte Futurista Depero, come confermato sul sito della struttura «è l'unico museo fondato da un futurista – lo stesso Depero, nel 1957 – in base a un progetto dissacrante e profetico: innovazione, ironia, abbattimento di ogni gerarchia nelle arti. L'edificio si trovava nell’elegante centro storico della Rovereto medioevale. Depero, un vero pioniere del design contemporaneo, curò personalmente ogni dettaglio: i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti. Morì nel 1960, poco dopo l’apertura. Il 17 gennaio 2009, in occasione del centenario del Futurismo, il Mart ha dato una seconda vita a Casa Depero. Un complesso restauro, firmato dall’architetto Renato Rizzi, ha recuperato le zone originali progettate dall’artista, completandole con due nuovi livelli ispirati direttamente al gusto di Fortunato Depero. Dentro si possono ammirare, esposti a rotazione, circa 3000 oggetti lasciati dall’artista alla città, fra dipinti, disegni, tarsie in panno, grafiche e giocattoli.
Casa Depero ospita anche un ricco programma espositivo, che reinterpreta in chiave contemporanea l’originaria vocazione di questo luogo al dialogo tra artisti e comunità locale».
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