ARTE | CINEMA | TRENTO
Il cinema è, per i più, un "piacere", ma allo stesso tempo può diventare anche un valido strumento di promozione del territorio e uno stimolo per l'economia.
Con queste premesse, nel 2010, è nata la Trentino Film Commmission volta a promuovere e sostenere produzioni cinematografiche, televisive e documentaristiche sia italiane che estere che scelgono il Trentino come location.
Una realtà in crescita che ha portato, nel 2017, una ricaduta del 300% degli investimenti fatti sul territorio. Diversi i servizi offerti tra cui, ad esempio, l'individuazione delle location più adatte, l'avvio dei contatti con le istituzioni, con le amministrazioni pubbliche, con le forze dell'ordine e con i professionisti locali. A questo si aggiungono poi le facilitazioni per l'ottenimento dei permessi, l'ospitalità agevolata nonché sopralluoghi e soluzioni logistiche/tecniche.
Elementi che hanno permesso alle valli trentine di ospitare troupe dirette da grandi registi tra cui, solo per citarne alcuni, Giuseppe Tornatore con il suo "La corrispondenza", Christian Marazziti e il cast di "Sconnessi" e ancora Simon Curtis - "La dama dorata" e Angelo Longoni con "Maldamore". Accanto a loro anche registi "locali" come Katia Bernardi e il suo "Funne - Le ragazze che sognavano il mare" e Patrick Grassi con "Sharp Families".
Spazio poi alle serie Tv e ai programmi come ad esempio "MasterChef" e Mountain Heroes.
Catapultiamoci quindi in questo "mondo" con il presidente della Trentino Film Commission, il giornalista Giampaolo Pedrotti, già capo ufficio stampa della Provincia di Trento.
Quali sono le ricadute dell'operato della Trentino Film Commission sul territorio?
«I dati relativi al 2017 sono molto positivi, con ricadute del 300% sul territorio in termini di indotto. Nel 2017, a fronte di un finanziamento totale di 1.099.370 euro erogato alle produzioni che hanno realizzato i loro progetti in Trentino, la spesa totale sul territorio è stata di 3.364.476, pari al 306% dei contributi erogati. E ancora: in termini di permanenza delle produzioni sul territorio (da 426 giornate nel 2015 a 570 nel 2017) e di impiego delle maestranze (da 2803 persone nel 2015 a 3571 nel 2017) conferma il trend di crescita costante. In aumento anche il numero dei professionisti e delle imprese locali, come le domande (43 nel 2017) e i progetti approvati (14 nel 2016, 17 nel 2017)».
C'è un aspetto in particolare su cui vi siete concentrati in questi anni?
«Dal mio punto di vista la componente economica è preponderante pur non trascurando quella promozionale. Questo perchè possiamo vedere il cinema come uno o più cantieri, in cui lavorano a falegnami, truccatori, tecnici, registi. Attiriamo produzioni molto grosse, con budget da milioni di euro tra cui anche Giuseppe Tornatore. Per noi è importante che, quando l’impresa si insedia, possa trovare dei buoni servizi. Non dobbiamo poi sottovalutare la promozione del territorio, cercando di magnificare il territorio con operazioni di questo tipo».
Qual'è il ruolo della Trentino Film Commission?
«Diciamo che ci sono 2 anime e 2 visioni. Per la maggior parte delle persone guardare un film significa seguire la storia, perché ciò che appassiona è il racconto o il genere. Però c'è anche chi guarda un film per gli aspetti più fotografici, scenografici e paesaggistici. In Trentino, come Film Commission, siamo arrivati in ritardo rispetto ad altre regioni, probabilmente perchè il background culturale in questo senso era poco sviluppato. C'è sempre stato un gruppo di cinefili, ma la spinta è stata meno forte. Poi le esperienze di Film Commission hanno travalicato l’aspetto culturale per entrare a spron battuto in quello economico. Questo perché fare cinema non è tanto diverso di fare impresa. Non c'è solo il prodotto, ma conta anche il modo in cui lo fai e lo distribuisci. E' da allora che le Film Commission hanno trovato forza perchè sono riuscite a trasformarsi in un volano di azione, sviluppo e promozione, talvolta anche di formazione e di sperimentazione tecnologica».
Come Film Commission contribuite anche al finanziamento di alcune produzioni, quali sono i criteri su cui vi basate per la scelta?
«I punteggi vengono assegnati in modalità diverse, ad esempio si cerca di valutare quanto sono capaci di far conoscere il territorio oppure quanto si fermano sul posto le troupe. Una delle regole fondamentali è l'obbligo, per chi viene finanziato, di spendere sul territorio il 150% del contributo ricevuto. A stilare una graduatoria è poi il Comitato tecnico scientifico di cui fanno parte la Provincia di Trento, Trentino Marketing, Università e Fondazione Museo Storico».
Obbiettivi per il futuro?
«Senza alcun dubbio ricercare sempre la qualità, certo senza ambizioni pazzesche e mantenendo "i piedi per terra". Questa modalità di lavoro ci ha dato modo di crescere tanto,
Stiamo arrivando a 140 titoli. Siamo partiti in maniera pionieristica e non abbiamo ancora raggiunto le "dimensioni giuste", ma abbiamo una struttura agile e poco costosa che riesce a sprigionare tutto questo potenziale. Siamo sempre alla ricerca di cose nuove, stiamo lavorando su progetti che abbiano grande visibilità e cercando di arrivare su mercati lontani… di più non posso dire...».
Credits foto: Trentino Film Commission
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