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«Il premio ricevuto lunedì a Roma è paragonabile alla vittoria di un premio Oscar».
Esordisce così il velista Ruggero Tita, trentino doc, che nei giorni scorsi ha ricevuto nella capitale il premio “Velista dell’anno Fiv” (Federazione italiana vela) per l’anno 2017.
Ruggero Tita, classe 1992, è appunto un velista. Attualmente, dopo aver provato diverse discipline velistiche, pratica il “Katamarano Nacra 17” assieme a Caterina Banti. Si tratta di una disciplina olimpica mista. Fin da giovanissimo raggiunge prestigiosi risultati: campione italiano Classe optimist a 13 anni, campione europeo Team race, campione svizzero Open, vincitore di numerose regate internazionali, con tre risultati nella top ten ai mondiali ISAF Youth. Dulcis in fundo la partecipazione alle olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 terminate al quattordicesimo posto.
Una carriera ricca di successi e soddisfazioni, ultimo dei quali appunto il premio di “Velista dell’anno Fiv 2017” raggiunto insieme a Caterina Banti. Ad accoglierli sul palco della maestosa sala di Villa Miani a Roma Alessandra Sensini, direttore tecnico vela giovanile e vicepresidente del Coni, Michele Marchesini, direttore tecnico Fiv, il vicepresidente Fiv Alessandro Mei e il presidente Francesco Ettorre.
Ruggero, innanzitutto complimenti per il prestigioso risultato. Cosa rappresenta per Te questo premio?
È un premio importantissimo. Il massimo che un velista italiano può ricevere. Come detto in apertura è paragonabile alla vittoria di un premio oscar per un film. Mi preme sottolineare che non è semplice raggiungere questo riconoscimento. Per arrivarci infatti bisogna prima superare il primo step in cui la giuria, composta da molti giornalisti nazionali e diversi figure tecniche della disciplina, vota i migliori cinque in una lista di ben cento atleti. Successivamente, terminata la prima fase di “selezione” la stessa giuria vota a sua volta il migliore dei cinque rimasti in “gara”.
Un premio quindi ambito da molti atleti. Ti aspettavi di vincerlo?
Onestamente, proprio perché è difficile primeggiare in un contesto a cui partecipano cento atleti, non mi aspettavo di vincere. Ci speravo però. Il 2017 per me, e per la mia compagna di sport Caterina Banti, è stato un anno ricco di soddisfazioni nel corso del quale sono arrivati diversi successi. Le sensazioni erano buone e la vittoria dell’ambito premio è sicuramente la ciliegina sulla torta di un anno di per sé già molto positivo.
Dal punto di vista sportivo, come è stato quindi l’anno 2017?
Ottimo direi. Per tutto l’anno abbiamo lavorato alla grande, migliorando anche la sintonia di squadra raggiungendo ottimi piazzamenti. Su tutti c’è stata la vittoria al Campionato europeo e la medaglia di bronzo ai mondiali disputati in Francia. Una buona rampa di lancio per gli anni futuri.
Doveroso quindi, chiederti gli obiettivi per l’anno in corso.
La stagione è ormai alle porte. Nei mesi invernali abbiamo lavorato duro ed in maniera ottimale. I presupposti per fare una grande stagione ci sono tutti. Abbiamo la voglia di confrontarci con i migliori nella disciplina. È quello a cui puntiamo. Partiremo tra pochi giorni con i campionati italiani cui seguirà, subito dopo, la Coppa Europa in programma a Palma di Maiorca. Successivamente parteciperemo alla Coppa del mondo in Francia. L’evento clou sarà però il mondiale previsto in Danimarca su cui puntiamo moltissimo.
E per il proseguo della Tua carriera sportiva, quali sono le tue aspirazioni?
La vela è uno delle poche discipline in cui la “maturazione sportiva” arriva diversi anni dopo rispetto ai principali sport. Questi ultimi anni sono serviti moltissimo per acquisire esperienza: su tutti la conoscenza del vento e della vela. Due aspetti fondamentali per chi pratica la disciplina. Dopo aver mancato, per un soffio, le Olimpiadi di Londra 2012 e dopo aver preso parte ai giochi olimpici di Rio 2016 il nostro primario obiettivo è la medaglia alle prossime olimpiadi in programma a Tokio nel 2020.
Non un semplice obiettivo quindi. Che ricordi ti porti dell’esperienza olimpica in terra brasiliana?
Le Olimpiadi sono il massimo traguardo a cui ogni sportivo aspira. Io fortunatamente, grazie al duro lavoro e ai molti sacrifici fatti, ho potuto addirittura partecipare. L’esperienza olimpica è qualcosa di indescrivibile. Un mix di emozioni troppo forte da raccontare. È un’esperienza che, aldilà di qualsiasi risultato sportivo, ti fa crescere umanamente. Dopo le Olimpiadi di Rio abbiamo da subito programmato i prossimi quattro anni per poter arrivare a Tokio 2020 al top cercando di raggiungere una medaglia. La strada però è ancora lunga quindi, gara dopo gara, vedremo dove realmente potremmo arrivare.
Obiettivi chiari, diversi trofei e riconoscimenti già in bacheca ed ambizioni future ben delineate. I presupposti per fare bene non mancano.
In bocca al lupo Ruggero.
MM
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