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Il web, la rete o internet che dir si voglia è il posto che ci permette di viaggiare nella cultura... un viaggio che possiamo affrontare con il podcast "Stazione Cultura".
La prima fermata di questo episodio è il Mart- Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto toccheremo poi la città di Torino per concludere il nostro viaggio, nella capitale, Roma.
Partiamo però da Rovereto, siamo in Trentino, nella seconda città della provincia, chiamata anche Città della Quercia. Un luogo incastonato nel nord est dello stivale dove gli amanti dell’arte contemporanea possono osservare le tantissime opere esposte nella permanente e le tante proposte degli allestimenti temporanei.
Fortunatamente questo è un museo che da sempre crede molto nella condivisione e, contestualmente, nello sviluppo di strumenti tecnologici che permettano - ai visitatori virtuali come noi - di accedere ad alcuni contenuti da remoto come spiega la responsabile della comunicazione del Mart, Susanna Sara Mandice.
«Il digitale ha indubbiamente rappresentato una delle maggiori rivoluzioni di questi anni, sia per la comunicazione che è l'ambito di cui mi occupo principalmente, ma anche per l'organizzazione e la produzione all'interno di un'istituzione culturale e questo in termini di opportunità e di sfide e di stimoli di domande a cui rispondere. Nel senso che essere un museo contemporaneo significa anche stare nel proprio tempo e utilizzare i mezzi che questo tempo ci offre. Possiamo anche immaginare due grandi categorie di azioni possibili per un museo come il Mart.
Da un lato è possibile digitalizzare o riversare dei contenuti sul web, per farla semplice, dall'altro lato invece è possibile produrre dei contenuti o degli eventi destinati esclusivamente al web. Questo significa comunque pensare in modo diverso produrre qualcosa che nasca digitale e che non abbia un corrispondente reale e non abbia un corrispondente materiale, ovviamente ci sono anche dei contenuti ibridi che si prestano a essere utilizzati fuori e dentro come dire nella realtà e online, se vogliamo immaginare che siano luoghi distinti e separati».
Uno di questi luoghi digitali, ed è quello in cui oggi ti voglio accompagnare, è sicuramente la piattaforma Google arts and Culture dedicata alla cultura ed all’arte. Immagina di voler fare un salto all’interno di questo museo… un’esperienza immersiva e coinvolgente che ti permetta di conoscere tante piccole e grandi curiosità.
Ora possiamo iniziare a visitarlo scegliendo tra le mostre virtuali caricate.
C’è “50/100 Mart Collections” che mette a confronto gli artisti e i loro lavori esplorando in particolare il mondo che cambia e il modo in cui l’arte lo riflette. Luoghi presenti e luoghi immaginati. Scrollando tra le pagine osserviamo quadri e fotografie, tratteggi e giochi di colore, visti nella loro interezza e ingranditi per valorizzare alcuni piccoli particolari.
In "Zoom. L’invenzione del mondo moderno” le opere rappresentano un prologo capace di intrecciare il passato e il presente delle attuali collezioni del Mart. Ed ancora “Amazing documents” un percorso che permette di scoprire cosa custodisce un archivio di arte e cultura contemporanea. In grado di far emergere i racconti che si celano dietro ai materiali che il museo conserva attraverso alcuni curiosi oggetti provenienti dall'Archivio del '900 del Mart.
Non può mancare uno sguardo alla mostra dedicata a Giacomo Balla. Largo qui ad una selezione di opere e documenti del grande maestro dell’arte del primo del novecento provenienti dalle Collezioni e dalle raccolte dell’Archivio del ’900 del Mart.
Ed è tra queste pagine che troviamo un primo riferimento ad un suo allievo… Umberto Boccioni, pittore, scultore e scrittore italiano, esponente di spicco del futurismo. Per lui è fondamentale l'idea di rappresentare visivamente il movimento… basti pensare alla sua scultura “Forme uniche della continuità nello spazio” del 1913 che ancora oggi possiamo vedere, quasi quotidianamente, sulla moneta italiana da 20 centesimi di euro.
È su di lui, o meglio ancora su uno dei suoi quadri, che ci concentriamo ora. Con Susanna andremo infatti a scoprire una tecnologia, chiamata Art Camera, che il museo ha utilizzato per digitalizzare - in partnership con Google – alcuni quadri.
Uno di questi è “Nudo di spalle” o “Controluce” che si trova esposta al Mart. Immaginiamo quindi di essere in sala. Davanti a noi il quadro nella sua interezza si presenta come un gioco di luci e di ombre restituite grazie all’uso del colore… Un quadro che non è solo uno dei molti ritratti di Cecilia Forlani, ma innanzitutto un esercizio sul tema del controluce. Una tela che mostra i segni dell’influenza di Balla soprattutto per quanto riguarda l’accostamento dei colori secondo il principio divisionista un effetto luministico particolarmente amato da Boccioni. Possiamo notare l’effetto della luce che illumina parte dell’immagine, il viso della donna e le sue spalle riconoscendo lo stile dell'artista. Non possiamo però avvicinarci per osservare i dettagli… ed è qui che entra in gioco la tecnologia Art Camera… zoomando possiamo infatti osservare non solo questi dettagli, ma anche i sottili e brillanti filamenti di colore puro.
Una visualizzazione ad effetto WOW che ci racconta anche Susanna.
«Quando mi viene chiesto quale dei quadri che abbiamo avuto la possibilità di digitalizzare e di fotografare con la tecnologia Art camera e quello che mi piace suggerire sempre e un quadro di Umberto Boccioni che si intitola “Nudo di spalle” o “Controluce”. Il quadro è molto celebre uno dei grandi capolavori della collezione del Mart e rappresenta la mamma di Boccioni a cui lui in effetti dedicò diverse opere e in questo dipinto Boccioni utilizza una tecnica pittorica ancora vicino al divisionismo e lui appunto realizza questo quadro nel 1909 e, in effetti, guardando il quadro attraverso la piattaforma, appunto di Google si può ingrandire il quadro in una maniera tale per cui si riescono a vedere proprio le pennellate singole di colore. E proprio è un qualcosa che non si riesce a vedere a occhio nudo venendo in museo, quasi. Perché bisognerebbe avvicinarsi oltre a quello che è il limite consentito dalle nostre custodi, dalle nostre guardasala, mentre appunto online si riesce a vedere davvero ogni minimo particolare del quadro. Per noi è stata un'emozione grandissima poterlo intanto fotografare con questa tecnologia. E poi metterlo a disposizione del pubblico e degli studiosi».
Grazie poi all’applicazione Street view le sale del Museo si aprono davanti ai nostri occhi e ci permettono di tuffarci a capofitto negli ambienti del Mart. Utilizzando i cursori possiamo passeggiare virtualmente tra le sale e zoomare su alcune opere.
Trattandosi non solo di un museo di arte moderna e contemporanea, ma di un vero e proprio “polo culturale” il prossimo step è quello di approdare sul suo sito web. Dove, sempre in un’ottica di condivisione è possibile trovare il patrimonio e navigare tra le opere. A spiegarcelo è sempre Susanna.
«Il Mart ha un patrimonio di circa 20.000 opere d'arte che attraversano gli ultimi due secoli della nostra storia, per cui si va dall'ottocento alla contemporaneità con particolare attenzione a quelle che sono le vicende dell'arte in Italia e avere a disposizione un patrimonio di questo tipo significa essendo appunto Il Marte un museo pubblico garantirne la conservazione la tutela la valorizzazione e la fruizione pubblica e questo significa anche negli ultimi anni in un'ottica di condivisione della conoscenza rendere fruibili le collezioni anche a persone che fisicamente non sono in museo e quindi per esempio dal 2021. Noi abbiamo rinnovato il nostro sito internet e tutta la nostra collezione è disponibile on-line. Questo significa che per esempio se oggi apro il sito del Mart che è www.mart.tn.it vado nella sezione opere archivi e trovo delle maschere per fare delle ricerche, per esempio appunto le opere d'arte possono essere Cercate per autore per titolo come sempre, ma anche per colore per forma per luce, nel senso indicando. Non lo so blu e vedendo tutte le opere blu oppure per tipo di tecnica mi interessano le sculture mi interessano le pitture ad olio, questo è oltre che essere divertente molto utile, per esempio a chi fa didattica con la storia dell'arte, quindi stiamo pensando agli insegnanti e ai docenti, per esempio, ma anche semplicemente è curiosi di tutte le opere, quindi del Mart si trovano un'immagine e delle descrizioni molto brevi sintetiche. Poi è chiaro che se uno vuole approfondire la ricerca può prendere contatto con il conservatori del museo, però diciamo è un primo modo per rendere appunto disponibile questo patrimonio è la stessa cosa, può essere fatta anche per quello che riguarda il patrimonio dell'archivio del Novecento del Mart perché il Mart conserva più di 80 raccolte di artisti architetti critici dell'arte conserva . Ha anche una biblioteca specialistica un archivio. È un luogo dove si conservano anche carteggi disegni fotografie ritratti ritagli stampa, quindi appunto on-line abbiamo quello che è una panoramica dei nuclei dei nuclei. Scusatemi archivistici e librari presenti nell'archivio di 900 del Mart che appunto il nostro centro di ricerca».
Uno step ulteriore nel mondo del digitale che il museo ha fatto è stato quello di pubblicare il suo archivio… sulla più importante biblioteca digitale del mondo Internet Archive.
Un’iniziativa che ci farà viaggiare nell’etere tra Rovereto, California e l’Egitto, ora scopriamo il perché con Susanna.
«Il Mart è il primo museo di arte contemporanea italiano ad aver aperto un account su internet Archive che è la più importante biblioteca digitale del mondo. L'indirizzo è per chi non lo conoscesse www archive.org si tratta di una biblioteca digitale no profit che offre gratuitamente oltre 30 milioni di libri e riviste digitalizzate, ma anche milioni di altri documenti come filmati tracce audio e programmi software questa Piattaforma è sinonimo di affidabilità e sicurezza di archiviazione. Perché in tanti i suoi server sono a San Francisco, ma con un Mirror - che significa una copia esatta del contenuto nella biblioteca d'Alessandra d'Egitto. Quindi essere su Internet Archives per il Mart significa estendere la conoscenza di testi e documenti che spesso sono rari e preziosi di cui conserviamo le copie e il secondo è quello di ottimizzare la conservazione a lungo termine in più questi documenti, non sono soltanto consultabili on-line, ma sono anche esplorabili attraverso più modalità come per esempio quella lessicografica e in effetti abbiamo incominciato appunto, come ti dicevo nel dicembre del 21 a digitalizzare materiale librario.
Siamo partiti dall'inserimento della del Manifesto della fondazione del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, che é un po' andare alla ricerca di quelle che sono le radici stesse del museo, ma da il dicembre del 2021 ad oggi abbiamo caricato più di mille documenti. Se andiamo sulla nostra pagina https://archive.org/search?query=Mart+archivio+del+Novecento in questo momento ricordo appunto archive.org dentro si cerca Mart archivio del Novecento, possiamo verificare che abbiamo avuto appunto in questi due anni e mezzo Più di 63 mila visite e oltretutto attraverso delle delle statistiche che il sito offre, per esempio, vediamo che negli solo negli ultimi 30 giorni ci sono stati 109 accessi dalla California e 98 accessi dal Canada, per cui è veramente un mondo un modo di far arrivare quello che è il nostro patrimonio in a persone da noi lontanissime.
Abbiamo fin qui parlato di opere e di tecnologie che possono aiutarci ad immergerci in questa realtà museale… ma non è tutto… Torniamo quindi sul sito web del mart… questa volta però per entrare nella sezione Mostre ed eventi. Lì puoi trovare le iniziative, gli incontri e le proposte che lo animano.
Siamo però sempre sul digitale… quindi ci soffermiamo su un’opportunità che può rivelarsi molto interessante per gli internauti digitali come noi.
C’è infatti la possibilità di sottoscrivere la Mart Membership ed entrare a far parte di quello che Denise Bernabè, dell’area educazione e mediazione del Mart, definisce un gruppo di amici del museo.
È così possibile prendere parte non solo ad iniziative in presenza, ma anche a proposte on-line che, nel 2020, durante il primo lockdown si sono rivelate vincenti per raggiungere gli amici che non potevano raggiungere fisicamente il museo.
Un’opzione che si è rivelata vincente e che prosegue ancora oggi.
Ora ci spostiamo a Torino che, dal 30 maggio al 2 giugno Torino ospita la terza edizione del Festival internazionale dell'economia per discutere sul tema “Chi possiede la conoscenza”. Moltissimi gli appuntamenti previsti con premi Nobel, relatori di caratura nazionale ed internazionale, prestigiosi centri di ricerca mondiali e ancora giornalisti, storici, analisti e rappresentanti autorevoli delle istituzioni italiane ed europee. Alcuni di questi li possiamo seguire in diretta streaming sul sito festivalinternazionaledelleconomia.com.
L'ultimo appuntamento da segnalare ci porta a Roma. Nella Città eterna dal 10 al 16 giugno c'è la terza edizione di Iper- Festival delle Periferie HIC SUNT LEONES x Dove abita l'immaginazione". Ad organizzarlo è l’omonimo museo, mentre la location, per chi ha la possibilità di viverlo in presenza è al Mattatoio, negli spazi della Pelanda.
Lì, da tre anni a questa parte, ai partecipanti viene proposta una riflessione sulla nozione di “periferia”, vista non come mancanza o marginalità, ma come un rovesciamento prospettico attraverso cui osservarla.
Anche in questo caso le tematiche affrontate possono essere fruite dagli “internauti culturali” come noi grazie a qualche iniziativa on-line.
Per scoprirle tutte e rimanere aggiornati sul programma basta fare un salto sul sito di Iper – Festival delle periferie dove si trovano tutte le informazioni che possono aiutarci. E per entrare nel “mood” della rassegna è possibile accedere alla sezione Replay che propone alcuni video di archivio relativi alle scorse edizioni.
Quest’anno Iper si chiede se esista un margine di qualche tipo - luogo fisico, mentale o anche solo disciplinare -, che possegga le caratteristiche di un altrove radicale, una zona bianca e senza nomi sulla mappa del conosciuto dove esperire la meraviglia e esercitare l’immaginazione. Una terra dei «leoni», spiegano capace, in potenza, di innescare rivoluzioni paradigmatiche e dare asilo ai residuali percorsi divergenti della nostra epoca.
Credits music:
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- Island Breeze by Surf House Productions | https://surf-house-productions.bandcamp.com
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https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
- Rise music
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