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S’inaugura sabato 13 maggio a forte Garda sul monte Brione «Wars 2023. Al di là dell’orrore», mostra fotografica nata dalla collaborazione fra il Mag e l’associazione 46° Parallelo. Una mostra che racconta tre conflitti in corso sul Pianeta, con l’accento sulle loro drammatiche conseguenze. Trenta fotografie selezionate attingendo dalle prime due edizioni di Wars, premio fotografico internazionale creato da Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, e da Montura, con la direzione del pluripremiato fotografo Fabio Bucciarelli. I conflitti sono quelli in corso in Ucraina, in Iraq e nello Yemen: luoghi distanti tra loro eppur legati e vicinissimi per ciò che rappresentano. Oltre a raccontare la tragedia di ogni guerra, queste fotografie parlano dell’incredibile capacità degli esseri umani di creare e cercare una quotidianità, una normalità anche nella disperazione più cupa.
Il vincitore o la vincitrice della terza edizione del concorso fotografico Wars sarà svelato a settembre. Le trenta fotografie sono state realizzate da fotografi di grande esperienza, vincitori di numerosi premi, come Laurence Geai, Manu Brabo e Giles Clarke.
Laurence Geai è una fotoreporter francese. Dopo aver conseguito una laurea in economia internazionale, ha rivolto la sua attenzione al giornalismo, prima per la televisione e poi con la fotografia. Il lavoro di Geai si concentra sui conflitti armati, in particolare con tutto il Vicino Oriente: Siria, Iraq, Israele, Palestina. Le sue opere riguardano anche le conseguenze della crisi dei rifugiati in Europa e Francia. Il suo lavoro è stato pubblicato su Le Monde, Paris Match, The Washington Post, Polka, La Vie, Le Pelerin, Le Nouvel Obs, Libération, Le JDD, Causette, La Croix, M Magazine per Le Monde, Le Parisien, Elle e altri. Premi. 2018: terzo premio al Politic Picture Award of Science PO. 2018: primo premio Single Shot Award al Festival della fotografia etica. 2017: Photographer of the Year Polka 2017. È vincitrice della prima edizione di Wars, nel 2019.
Manu Brabo (Manuel Varela de Seijas Brabo, 1981) è un fotoreporter freelance il cui lavoro si concentra sui conflitti sociali in tutto il mondo. Negli ultimi dieci anni ha collaborato con diverse agenzie di stampa come The Associated Press, con The Wall Street Journal, las Docg Without Borders, Ocha e alcune ong. I suoi lavori sono stati esposti in diverse istituzioni in Europa e in America e sono stati premiati con il Premio Pulitzer, il Picture of the Year e il British Journalism Awards, tra gli altri. È stato finalista alla prima edizione di Wars.
Giles Clarke è un fotoreporter di stanza a New York che si occupa di catturare il volto umano dei problemi attuali e postbellici in tutto il mondo. Il lavoro di Clarke è stato presentato da The United Nations (OCHA),The New York Times, Amnesty International, CNN, The Guardian, Global Witness, Time, The New Yorker, National Press Photographers Association, Paris Match et al. Per il suo lavoro in Yemen, Clarke ha ricevuto l’ambita statua di Lucie nel 2017 ed è stato nominato “Imagely Fund Fellow” del 2018. Nell’agosto 2021 ha esposto la mostra personale “Yemen; Conflict+Chaos” presso Visa Pour L’Image a Perpignan in Francia. È vincitore della seconda edizione di Wars.
«Una mostra fotografica di grande rilievo -dice il direttore Matteo Rapanà. Con cui il Mag intende valorizzare al meglio gli spazi da poco restaurati e soprattutto rendere forte Garda un luogo di riflessione non solo sul passato, ma anche sulla geopolitica contemporanea e sulle conseguenze derivate dai conflitti attuali».
«Per una fotografia -dice Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo- per ogni singola fotografia realizzata in un qualunque buon reportage dal mondo, serve tempo.
Chi la realizza ha bisogno di capire come muoversi, dove vivere e come. Deve sapere dove si trova e con chi. Deve conoscere i luoghi, decifrarne la geografia, le abitudini. Ha bisogno di tempo per essere davvero pronto in quella frazione di secondo che gli è necessaria per lo scatto. La fotografia, la buona fotografia, è fatta di tempi lunghi dedicati a dar vita a istanti. Solo così, solo a quel punto la forza di quegli istanti, presi tutti insieme o singolarmente, diventa informazione, emozione, racconto. Solo a quel punto ogni singola foto è in grado di raccontare, ad esempio, l’orrore della guerra o la grande capacità che gli esseri umani hanno di andare oltre quell’orrore».
L’inaugurazione, sabato 13 maggio, inizia alle ore 11. Interverranno l’assessore a eventi e manifestazioni Lorenzo Pozzer, il direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo Raffaele Crocco e il direttore del Mag Matteo Rapanà. Al termine, rinfresco e visita guidata al forte. Poi sarà possibile visitare la mostra fino al 15 ottobre: fino al 31 maggio ogni venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 17; dal 1° giugno tutti i giorni con lo stesso orario.
Come si arriva
Il forte Garda si trova lungo il Sentiero della pace sul monte Brione poco distante dal forte San Nicolò, in un’area sottoposta a tutela ambientale, per cui lo si può raggiungere a piedi o in bicicletta.
A piedi: da porto San Nicolò (65 metri slm) a Riva del Garda (in viale Rovereto n°140) parte il Sentiero della pace, che costeggia il crinale del monte Brione. Salendo a piedi, dopo circa 15 minuti si arriva al forte Garda (185 metri slm).
In bicicletta si può utilizzare la strada: da porto San Nicolò si prende via Brione, dopo un breve tratto a destra s’incontra via Monte Brione, che si sale seguendo le indicazioni (il tragitto richiede una decina di minuti).
Ufficio stampa comuni di Arco e di Riva del Garda
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