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Quali sono le opere che attirano di più l’attenzione? E quali le installazioni meno coinvolgenti? MUSE e Università degli Studi di Trento testano una nuova tecnologia per il rilevamento della fruizione museale: la localizzazione ultra-wideband (UWB). Fra le prime esperienze in Italia e in grado di rilevare i punti di sosta dei visitatori con accuratezza del 90%, il sistema è stato sperimentato su un campione di oltre 1.500 visitatrici e visitatori del museo e apre nuovi scenari anche in altri campi della società.
Si chiama ultra-wideband (UWB) ed è la tecnologia innovativa sperimentata da MUSE – Museo delle Scienze e Università degli Studi di Trento per analizzare l’esperienza di visita e rispondere al meglio alle aspettative di visitatrici e visitatori. Una prima assoluta al MUSE e nell’ambito culturale trentino: grazie a specifici dispositivi UWB indossati da più di 1.500 persone nel periodo dal 21 giugno all’8 settembre 2022, è stato possibile, in modo del tutto anonimizzato, monitorare i percorsi di visita e ricevere preziose informazioni per migliorare l’esperienza.
Il primo spazio museale indagato è stato la Galleria della Sostenibilità, inaugurata un anno fa al primo piano del museo: 400 metri quadrati con sei tavoli tematici e varie installazioni interattive dedicate alle grandi sfide planetarie attuali; in aggiunta, la Goal Zero Area, che apre al dialogo tra pubblico e privato, tra realtà sociale e spunto imprenditoriale e che ha come obiettivo amplificare la conoscenza degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, realizzata in collaborazione con ASviS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, il Salone della CSR e dell'innovazione sociale e Lavazza Group, Title Sponsor della Galleria.
“È emerso che le persone restano in media circa 10 minuti a visitare la Galleria; tuttavia, il 25% di esse si ferma per più di 15 minuti, con punte oltre i 40 minuti. Questa tecnologia - spiega David Tombolato, mediatore scientifico e curatore della Galleria - ci può chiaramente aiutare a comprendere cosa suscita più curiosità nelle persone che vengono a visitare il museo e come andare incontro alle loro esigenze. Per i musei è fondamentale interrogarsi sul proprio operato e il feedback del pubblico è il vero grande indicatore”.
Il sistema di localizzazione UWB è stato sviluppato dal gruppo di ricerca del prof. Gian Pietro Picco del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (DISI) dell’Università di Trento, coordinatore del progetto Next-Generation Ultra-wideband (NG-UWB) finanziato dal programma Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) del MIUR. Fra le peculiarità del sistema vi è la capacità di coprire grandi aree, come quelle del MUSE, mantenendo un’elevata accuratezza del tracciamento, caratteristiche premiate come miglior articolo alla conferenza internazionale IPIN nel 2019. Tuttavia, nonostante i dati di localizzazione forniscano già moltissime informazioni utili, questo è solo l’inizio, come spiega il prof. Picco: “In collaborazione con il gruppo della prof.ssa Maria Luisa Damiani del Dipartimento di Informatica dell’Università di Milano, partner del progetto, sulla base delle tracce raccolte abbiamo analizzato in maniera automatica dove i visitatori sostano e per quanto tempo.
Le tecniche impiegate, originariamente sviluppate per sistemi GPS e dunque per aree (km) e tempi (ore) molto più grandi, sono state adattate e sperimentate per la prima volta con UWB. I nostri esperimenti di validazione mostrano come l’accuratezza del sistema di localizzazione, combinato con le nostre tecniche di analisi, consenta di determinare dove si fermano i visitatori con un’accuratezza attorno al 90%: un valore molto elevato, considerato che molte installazioni distano fra loro meno di un metro e i visitatori talvolta sostano solo per pochi secondi.” Questi risultati e la metodologia impiegata sono scientificamente innovativi, come testimoniato dalla recente pubblicazione nella conferenza internazionale PerCom 2022.
I percorsi di chi visita il museo riflettono in parte la fruizione degli spazi, degli allestimenti e naturalmente della proposta culturale che va in scena e, sempre di più, anche le istituzioni culturali – come altri contesti della realtà – diventano incubatori di dati, da leggere e valutare. Per questo motivo le tecnologie di cui sopra, oltre ad aprire nuove finestre di applicazione per la museologia e in generale in ambito culturale, si proiettano anche a utilizzi in altri ambiti della società, quali ad esempio l’ottimizzazione dei processi logistici, l’offerta di prodotti in grandi strutture quali supermercati e centri commerciali, e la sicurezza negli ambienti di lavoro.
Ufficio stampa MUSE - Museo delle Scienze Trento
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