LBL_AT_RIFLESSIONI
Seconda edizione, sabato 19 novembre, per il convegno che la Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» dedica alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
L’iniziativa di un convegno per riflettere e sensibilizzare su un tema così drammatico, doloroso e purtroppo sempre attuale è nata l’anno scorso, quando lo si affrontò dal punto di vista del ruolo difficile delle donne nella storia dell'arte e delle esperienze trentine di artiste spesso dimenticate, in continuità con un percorso di attenzione al mondo femminile sottolineato, nel 2019, dalla mostra «Arte Donna. L’altra metà del Novecento in Trentino».
«Quest'anno la mostra “Afghanistan, 1978” ci consente un approfondimento internazionale -spiega l’assessora alla cultura del Comune di Tenno Giancarla Tognoni- da dedicare alle tante donne a cui è proibito non solo interessarsi di arte, ma anche semplicemente studiare e conoscere, accedere alle scuole, muoversi liberamente e decidere del proprio destino. Il pensiero corre all'artista afghana Shamsia Hassani, espatriata per poter praticare la sua arte e che affronta questo tema attraverso i suoi poetici murales. La riflessione che si vuole ispirare è quella che non siamo autorizzati, come privilegiati occidentali, a non occuparci delle limitazioni e delle violenze che colpiscono luoghi solo apparentemente lontani, e che i diritti sono conquiste fragili su cui sempre e ovunque si deve vigilare. La violenza ci riguarda sempre e va combattuta, sempre, in qualsiasi forma e in qualsiasi ambito, vicina o lontana».
Il convegno, dal titolo «Diritti umani, geografie differenti», prende spunto dalla mostra fotografica allestita nel salone principale fino al 20 novembre, in cui sono esposte le foto di un viaggio in Afghanistan compiuto nel 1978 da Ennio Binelli (insegnante oggi in pensione), giusto un anno prima dell’invasione russa. Il percorso espositivo parla di un Paese che è aperto alla modernità, dove l'espressione femminile è libera e consentita.
«Dopo pochi anni -dice il sindaco di Tenno Giuliano Marocchi- l'avvento della guerra e poi del regime dei talebani porterà questa società dalla ricca cultura alla proibizione di fare musica, arte, letteratura. E trascinerà le donne in una condizione di sottomissione violenta e alla privazione di diritti, specie per quanto riguarda libertà di movimento e istruzione. Oggi la geografia dei diritti delle donne presenta enormi differenze e ostacoli, qualcosa che in Occidente ci sembra incredibile. Una situazione in cui la tradizione diventa occasione di sopruso. Alla Casa degli Artisti proseguiamo con questa iniziativa, che abbiamo pensato come un appuntamento e un impegno fisso di novembre, alla quale attribuiamo una grande importanza: una riflessione che muova dall'arte e punti lo sguardo a partire da punti di vista diversi e lontani nello spazio e nel tempo, per un doveroso impegno culturale contro la violenza di genere».
A parlarne ci saranno, sabato alla Casa degli Artisti, Alidad Shiri, rifugiato afghano; Vincenzo Passerini, già presidente del Forum trentino per la pace; James Lengarin, religioso samburu, antropologo, missionario della Consolata; e Patrizia Daidone, presidente di Unicef Bolzano.
Inizio alle ore 10, ingresso libero.
Ufficio stampa dei Comuni di Arco e di Riva del Garda
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