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Radici ben piantate nel passato per immaginare il futuro e sognare in grande. Circa 1000 persone domenica 14 agosto 2022, hanno partecipato al cinquantesimo compleanno del Museo delle Palafitte di Ledro e assistito al grande spettacolo “Time Machine. La preistoria sull’acqua”. Una gigantesca parete liquida, larga 90 metri e alta 10, ha fatto da schermo a spettacolari video-proiezioni sulla storia dell’umanità e del museo.
Una grande festa per mezzo secolo di storia. Nato nel 1972 come antiquarium, contenitore di reperti riaffiorati dall’antico villaggio palafitticolo Patrimonio UNESCO, oggi il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro è un vivace polo culturale capace di rendere “pop” anche la preistoria, di aprire nuove reti di relazione dentro e fuori il territorio e raccontare con linguaggi sempre nuovi la vita quotidiana dell’Età del Bronzo. Centro di una rete di altri piccoli musei e realtà culturali della Valle di Ledro, negli ultimi dieci anni il museo ha potuto contare su un numero di visitatori costante, 35.000 - 40.000 persone all’anno - eccezion fatta naturalmente durante il 2020 e il 2021 che si è dimezzato - che hanno apprezzato la recente ristrutturazione delle esposizioni e partecipato alle tante attività proposte. Ogni anno, infatti, sono oltre 150 gli appuntamenti che si succedono tra luglio e settembre (visite guidate, laboratori, eventi) su tutta la Rete Museale Ledro (ReLED).
Inoltre, per il suo altissimo valore storico e culturale, il Museo delle Palafitte è meta di gite scolastiche e uscite sul territorio da parte delle scuole: si parla di numeri tra i 7.000 e li 10.000 studenti all’anno che raggiungono Ledro per scoprire le palafitte e i preziosi reperti lì conservati.
Ai festeggiamenti per i 50 anni hanno preso parte le autorità politiche, le professioniste e i professionisti che hanno segnato la storia e la fortuna della sede territoriale del MUSE.
Donato Riccadonna, attuale responsabile del Museo delle Palafitte del Lago di Ledro, ha tracciato l’orizzonte futuro, ponendo l'attenzione sulla straordinaria contemporaneità di un museo che racconta la preistoria. Il sogno, condiviso anche con l’amministrazione comunale di Ledro, è quello di riportare a casa le centinaia di reperti ritrovati nel sito palafitticolo di Ledro che giacciono dimenticati in depositi e archivi sparsi in tutt’Italia. L’obiettivo? Farli rivivere una seconda vita e interrompere quella lunga abitudine culturale che vede enormi depositi di reperti chiusi in polverosi magazzini lontani da dove sono stati scavati ed estratti.
La vicepresidente del MUSE Laura Strada ha ribadito il ruolo fondamentale del polo museale di Ledro e delle altre sedi territoriali del MUSE e rimarcato come la dimensione nazionale ed internazionale del Museo delle Scienze di Trento si sviluppi parallelamente alla presenza attiva sul territorio, utile alla sua valorizzazione, in un incessante dialogo tra centro e ciò che impropriamente chiamiamo “periferia” e che è invece un tassello del vasto puzzle che fa grande il sistema MUSE.
Il soprintendente per i Beni culturali della Provincia Franco Marzatico, che è anche referente italiano dei “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” tutelati dall’UNESCO, ha messo in luce l’importanza che ha assunto nella divulgazione il Museo di Ledro, uno dei primi dove si sono sperimentate riproposizioni di palafitte e attività della preistoria, ma anche dal punto di vista dei ritrovamenti, perché ha restituito 10mila pali e oggetti di straordinario interesse come gli splendidi diademi, oggetti di prestigio indossati da capi, e in mostra nel Museo.
L'area palafitticola di Ledro racconta la storia antica dell'uomo e, insieme a Fiavé, è fra i siti preistorici di maggior rilievo della zona; luoghi straordinari, scrigni di testimonianze archeologiche, storiche, culturali, sociali e naturali, come testimonia il doppio riconoscimento UNESCO: le palafitte rientrano da un lato fra le oltre 100 località del sito transnazionale dedicato alle palafitte preistoriche dell'arco alpino, dall'altro nel territorio della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, un ambiente straordinario e ricco di biodiversità. L'impegno degli amministratori deve essere quello di preservare e valorizzare questo territorio sorprendente e prezioso. Questo il pensiero del vicepresidente e assessore all'urbanistica, ambiente e cooperazione della Provincia, che ha portato i saluti della Giunta e in particolare dell’assessore provinciale all’istruzione, università e cultura.
Il sindaco di Ledro, nel suo intervento, ha posto l’accento in particolare su chi è impegnato all’interno dell’istituzione museale e quotidianamente ci mette passione, cuore ed idee, rinnovando la vicinanza dell’amministrazione comunale all’istituzione museale e ringraziando infine la Provincia per il sostegno.
Annaluisa Pedrotti, docente di Preistoria e Protostoria all’Università di Trento, ha ricordato gli scavi degli anni’80 - dei quali è stata una dei protagonisti - e ha ribadito l’importanza del ruolo dell’università non solo nella formazione di archeologi professionisti, ma anche nella creazione di partnership con le istituzioni per la realizzazione di significativi progetti di ricerca.
Romana Scandolari, conservatrice del MUSE e già responsabile della sede di Ledro, ha ripercorso alcune tappe dei suoi 25 anni al Museo delle Palafitte: l’avvio della “Merenda Preistorica" (1995), primo laboratorio di preistoria imitativa, la nascita di "Palafittando" (1996), del laboratorio di scavo simulato (1997), della prima gara con la canoa preistorica “Bacmor” e la ricostruzione della "Capanna dello sciamano" (2000), l'inaugurazione del Villaggio delle palafitte progettato con Sergio Franzinelli e Lucia Brighenti (2006).
Infine, Silvio Rigatti, presidente dell’APT Garda Trentino, ha parlato del successo dell’iniziativa “Una Notte in Palafitta” e premiato la famiglia vincitrice del concorso: tra oltre 18.000 domande ricevute, a trascorrere una magica notte “preistorica” saranno Andrea e Nicole Pozzo di Roncegno.
Ufficio stampa MUSE - Museo delle Scienze Trento
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