VAL RENDENA
La Val Genova nota ai più per le sue splendide cascate di Nardis ospita un punto di particolare importanza per la salvaguardia dell'ambiente. Si tratta della prima stazione per la fecondazione delle api regine in Trentino.
Una realtà, promossa dall'Associazione Apicoltori Val Rendena, grazie a cui tutti gli apicoltori potranno ambire al miglioramento genetico delle api regine e quindi delle colonie allevate nei propri alveari. La stazione - realizzata appunto in val Genova, in località Iscla, si trova in una zona isolata, priva di insediamenti abitativi stabili ma percorsa per tutta la sua lunghezza da una comoda strada, e quindi facilmente accessibile a chi la utilizzerà.
Un intervento fondamentale visto che questi insetti sono importantissimi per l’ecosistema. "Basti pensare - spiegano dal Parco Naturale Adamello Brenta - che il 70-80% delle specie vegetali che necessitano di impollinazione prosperano grazie agli insetti apoidei. Va da sé che anche l’alimentazione degli uomini e degli animali dipende dalla loro infaticabile attività di impollinazione. Per dare alcune cifre, ben note agli esperti: una colonia di ape mellifera può presentare anche 100-200mila bottinatrici (le cosiddette “api operaie”), capaci di impollinare miliardi di fiori, e una singola ape può visitare fino a 3-5.000 fiori al giorno".
Una novità importante dunque che sarà a disposizione degli apicoltori che desiderano migliorare la genetica delle loro regine, previa sottoscrizione di un apposito disciplinare e assumendosi ogni onere correlato.
"L’obiettivo fondamentale di una struttura di questo tipo – come sottolineano i promotori - è creare una colonia di api dalle caratteristiche genetiche ben definite. Per farlo, bisogna far sì che le api regine vergini vengano fecondate da fuchi con un corredo genetico noto all’allevatore, selezionato in base ad alcune caratteristiche specifiche: docilità, resistenza, abilità e così via".
La stazione della Val Genova si compone di due aree distinte. In una vengono collocate le apidee, ovvero le arniette contenenti un’ape regina vergine e le api operaie che l’assistono e la nutrono. Nell’altra area ci sono i fuchi, che hanno tutti, appunto, la stessa linea genetica.
"Gli apicoltori - aggiungono - portano alla Stazione le loro apidee, che vengono posizionate a un centinaio di metri dalle arnie con i fuchi selezionati. L’apicoltore dovrà garantire naturalmente che nelle sue arniete non vi sia alcun fuco. La fase della fecondazione dura 15 giorni; quindi l’ape regina può essere riportata a casa”.
Quando l’ape regina si alza in volo i fuchi la inseguono. Gli esemplari più forti la raggiungono e la fecondano. Una regina fecondata può deporre fino a 2000 uova al giorno per mediamente 3-4 anni, per un ciclo annuale che va dalla primavera all’autunno (durante l’inverno la deposizione si blocca).
Una Stazione così permette anche agli apicoltori di selezionare api adatte al territorio e al clima, evitando che gli apicoltori siano costretti a fare arrivare api regine da regioni lontane. La razza locale allevata in Trentino e in questa parte dell’arco alpino è detta “razza carnica”.
Il Comitato tecnico che sovrintende alla sua gestione è composto dal Direttivo dell'Associazione Apicoltori Val Rendena e da tre rappresentanti della FAAT.
Al Comitato Tecnico spetta l'individuazione dei periodi idonei alla fecondazione all'interno della stazione, la scelta della linea maschile (fuchi), la decisione su qualsivoglia attività volta al miglioramento dell'apiario di fecondazione.
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