Il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento oggi ha intitolato l’aula 7 al suo professore, illustre germanista e traduttore, scomparso poco più di un anno fa.
Il nome di Fabrizio Cambi continuerà a risuonare all’Università di Trento assieme al suo spirito di studioso e al ricordo che ha lasciato nelle molte persone che con lui hanno condiviso la passione per la ricerca. Oggi pomeriggio, infatti, gli è stata intitolata l’aula 7 di Palazzo Prodi. Non uno spazio qualsiasi, ma un ambiente centrale, luogo di transito, di incontro, di approdo e di partenza.
La cerimonia si è tenuta nel corso dell’iniziativa “La tua voce non andrà sommersa” con la quale il Dipartimento di Lettere e Filosofia ha voluto ricordare Fabrizio Cambi, a poco più di un anno dalla scomparsa. Dopo i saluti del rettore Flavio Deflorian, del direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia Marco Gozzi e di Massimo Egidi, rettore dell’Ateneo dal 1996 al 2004, è stata scoperta la targa all’ingresso dell’aula 7 alla presenza anche di Marinella Pica, moglie del professor Cambi.
Il pomeriggio è quindi proseguito con gli interventi dei docenti: Andrea Binelli, Luca Crescenzi, Alessandro Fambrini, Fulvio Ferrari, Paolo Gatti e Federica Ricci Garotti.
Questa la motivazione: «Intitoliamo l'aula 7 al prof. Fabrizio Cambi per il contributo determinante fornito al Dipartimento in qualità di studioso germanista, docente, Direttore e Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia e per la grande energia profusa al servizio dell'istituzione trentina e del suo profilo europeo e internazionale. Quest'aula, frequentata da studenti e studiosi invitati da tutto il mondo, è prossima alla stele in ricordo di Antonio Megalizzi, è centrale rispetto a Palazzo Prodi e consente, dopo l'ammirazione della sua facciata con le immagini storiche dell'intreccio tra vita universitaria e vita civile e politica dell'Ateneo trentino, di rilanciare lo sguardo verso l'alto, oltre la montagna che la sovrasta - la stessa montagna amata dal prof. Cambi - verso una dimensione più ampia e più alta che abbraccia il cielo e il futuro che verrà. Questo era anche lo spirito dello studioso prof. Fabrizio Cambi e della sua passione per la "letteratura civile"».
Chi era Fabrizio Cambi
Nato a Livorno nel 1952, Fabrizio Cambi aveva iniziato la sua carriera accademica dopo due lauree, entrambe all’Università di Pisa: una in Filosofia e una in Lingue e letterature moderne. Dopo alcuni anni di insegnamento a Pisa e poi a Firenze si era trasferito all’Università di Trento dove nel 1995 aveva preso servizio come professore ordinario di Letteratura tedesca alla Facoltà di Lettere e Filosofia.
Dal 1997 al 2002 era stato direttore del Dipartimento di Scienze filologiche e storiche e poi per molti anni fino al 2012 coordinatore dei programmi di Cooperazione interuniversitaria (Erasmus) con le Università di Jena e Dresda e del Programma di doppia laurea con l’Università di Dresda. Dal 2002 al 2007 era stato preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Di lui si ricorda l’impegno nel promuovere le relazioni internazionali dal punto di vista didattico e scientifico verso il mondo germanico. Dal 2003 al 2007 fu infatti membro del Consiglio direttivo dell’Ateneo Italo-Tedesco. La sua grande esperienza gli valse la nomina nel 2011 a presidente dell’Istituto Italiano di Studi germanici.
Nella sua lunga attività di insegnamento e ricerca si era occupato di letteratura tedesca dell’età romantica e di letteratura contemporanea. Aveva pubblicato studi su Jean Paul, Heinrich Heine, Thomas Mann, Robert Musil, Ingeborg Bachmann e sulla letteratura della RDT.
Aveva curato per i Meridiani Mondadori la prima edizione commentata di “Giuseppe e i suoi fratelli” di Thomas Mann e ha tradotto opere di Heinrich Heine, Hermann Hesse, Christoph Hein, Robert Musil, Ingo Schulze e Herta Müller.
Ufficio stampa Università di Trento
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