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Esplorare l'eredità del latino Seneca nel teatro moderno e contemporaneo... da Shakespeare a Sarah Kane.
É questo l'obiettivo con cui all'Università di Trento dal 29 novembre al primo dicembre si terrà il congresso internazionale "Seneca. Il futuro della scena".
Tre giorni durante i quali l'opera di Seneca viene posta sotto i riflettori non come importante filosofo, ma come autore di teatro.
Un aspetto questo sicuramente meno conosciuto «Eppure fu Seneca - spiegano dall'Università di Trento - a creare l’horror nello spettacolo, scrivendo le scene più spaventevoli di tutto il teatro antico. Fu Seneca a dare spazio a scene d’amore furente, quali il teatro greco ignorava, fu lui ad avvicinarsi alla creazione “psicologica” del personaggio».
Il congresso, che vede la partecipazione di studiosi italiani e stranieri (tra gli altri Richard Tarrant, Giuseppe Biondi, Masolino D’Amico, Guido Paduano, Shane Butler), è organizzato dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento in collaborazione con Centro Culturale Santa Chiara di Trento, Conservatorio di Trento Bonporti e Società internazionale per lo studio del medioevo latino (Sismel), con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, dell’Istituto nazionale per il dramma antico di Siracusa (Inda) e di Iprase (Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa) della Provincia autonoma di Trento.
«Per evocare forza e influenza dei testi senecani sul teatro successivo - proseguono - è stata invitata alla fine delle sezioni inaugurali del convegno, lunedì 29 novembre, Elisabetta Pozzi, tra le più grandi attrici della prosa italiana, che offrirà lettura pubblica di monologhi tratti dalle scene-madri di furia amorosa (Fedra) o vendicativa (Medea), di dubbio nei confronti della vendetta (Atreo), dimostrando sui testi quanto questi brani abbiano influenzato certe creazioni scespiriane o francesi.
Per seguire invece la traccia di Seneca tragico nel ‘900, Paolo Rossi, martedì 30 novembre a mezzogiorno, leggerà per intero il poemetto “Agamennone” di Ghiannis Ritsos».
Molti dunque gli incontri che scandiranno l'evento ideato da Caterina Mordeglia, professoressa dell’Università di Trento, insieme a Guido Paduano Università di Pisa, Agostino Paravicini Bagliani Università di Losanna e Sismel, Società internazionale per lo studio del medioevo latino e Margherita Rubino Università di Genova.
«Non vi è coscienza - spiegano gli organizzatori - quanto meno non vi è coscienza critica e suffragata da studi di settore, di quanto il teatro moderno debba a Seneca. Tieste circolò nei
secoli medievali con la Ecerinis di Albertino Mussato, mentre nel primo Shakespeare emistichi dalla Fedra compaiono, direttamente in latino, nel testo inglese. Il teatro italiano rimette in circolazione e deve la propria stessa nascita agli spettri prologanti, ai confidenti di corte in dialogo con i reali, alla sete di potere e all’horror che i nostri letterati lessero nei drammi di Seneca. Dal XVI secolo in avanti i meccanismi senecani entrano nel melodramma e alla fine del secolo scorso, attraverso la nuova traduzione del Tieste di Caryll Churchill, rianimano la breve stagione di teatro eversivo e devastante che termina con il suicidio di Sarah Kane. Il convegno internazionale di studi si propone di ricordare quanti temi, personaggi e modi scenici lo spettacolo degli ultimi cinque secoli debba al poeta latino».
I lavori si terranno a Palazzo Paolo Prodi (Trento - Via Tommaso Gar, 14) e si apriranno lunedì 29 novembre alle 14.15 per proseguire martedì 30 novembre dalle 9.30 alle 17 e mercoledì 1 dicembre dalle 9.30 alle 12.30.
La partecipazione è gratuita, ma è necessario iscriversi online entro il 29 novembre (alle 11). Sarà inoltre possibile seguire i lavori in streaming su YouTube.
Ulteriori nformazioni su iscrizione e programma sono disponibili sulla pagina web dell'evento: http://www.unitn.it/seneca
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