ARTE | MOSTRE | ALTO GARDA E LEDRO
É un omaggio a Maria Lai la mostra "Col filo e con l'ago" allestita alla Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno.
Un allestimento promosso in collaborazione con il Museo degli usi e costumi della gente trentina, il circolo culturale di Javrè "Al filò dal lundì" e Casa Bonus di Bondo sospeso tra passato e presente «in cui il ricamo - sottolineano gli organizzatori - va oltre la sfera personale e crea, punto per punto, una traccia indelebile dell'esistenza». Lai - nata a Ulassai nel 1919 e scomparsa a Cardedu nel 2013 - è sicuramente una tra le voci più singolari dell’arte italiana del secondo dopoguerra «negli anni Settanta - aggiungono - realizza i cosiddetti Telai, opere in cui pittura e scultura si incontrano e nelle quali la tradizione millenaria della tessitura si apre a nuove potenzialità compositive».
La volontà insita in questo progetto è dunque quella di dare visibilità ad un linguaggio espressivo che accompagna l’umanità fin dall’alba dei tempi: il cucito.
«L'utilizzo del filo e dell'ago per gli artisti - sottolineano - è un modo per ricercare forme espressive in cui il filo scorre oltre la tradizione che, nel percorso espositivo, ha una sua stanza di racconto attraverso i manufatti di sei ricamatrici scomparse, delle quali si aprono i bauli. I linguaggi artistici si intrecciano e si incontrano, a partire da un uso filologico del filo e dell'ago fino all'utilizzo del filo come metafora di nodi e trame psicologiche».
Le opere esposte sono di Damiano Colombi, Osvaldo Maffei, Margaret Nella, Amina Pedrinolla e Rosalba Trentini. «Inoltre, l’associazione Arco Ricama - commentano - espone l'opera collettiva Abbecedario per Maria Lai in cui ogni lettera dell’alfabeto è interpretata secondo una parola-concetto cara a Maria Lai (formato di stoffa 35 centimetri per 35 per ogni parola). Alla lettera N = nastro il riferimento è a una delle opere più celebri dell’artista sarda, «Legarsi alla montagna», realizzata con un nastro azzurro assieme agli abitanti del paese di Ulassai l’8 settembre 1981».
«Nell’opera di Maria Lai - concludono - il gesto della tessitura è una meditazione condotta in solitudine, una riflessione intima sul senso della comunità, della storia e della tradizione, il tentativo poetico di ricostituire un legame tra un passato arcaico e un presente in cui la memoria si va dissolvendo. Le Geografie e i Libri, serie cui l’artista si è dedicata alla fine degli anni Settanta, sono la prima il racconto organizzato intorno ad ampie composizioni realizzate con stoffe e ricami che rappresentano pianeti, geografie e costellazioni immaginarie, e la seconda uno degli aspetti più noti della sua produzione, che include il celeberrimo «Libro scalpo», presentato nel 1978 alla Biennale di Venezia».
Orari di apertura:
da martedì a domenica (lunedì chiuso) dalle 10 alle 12 e dalle 13 alle 17.
Ingresso gratuito. Sono richiesti mascherina e green pass.
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