A partire dal gennaio 2022 verrà introdotto a livello nazionale l’Assegno universale in favore delle famiglie con figli con il quale si andranno a comporre le molteplici misure attualmente vigenti.
In Trentino ancora una volta su questo fronte siamo stati anticipatori e anche ispiratori delle riforme statali avendo istituito già nel 2017 l’Assegno Unico Provinciale (AUP): una misura di welfare territoriale ma nel contempo universalistico che ha unificato rafforzandoli gli interventi di sostegno al reddito dei nuclei in difficoltà con quelli a sostegno delle famiglie con figli.
L’attuale Giunta provinciale ha fermato il processo di innovazione e si è limitata a porsi passivamente al traino del legislatore nazionale preoccupandosi semmai di escludere alcune categorie come da ultimo i bambini nati da famiglie non considerate sufficientemente “trentine”.
Appiattirsi sulle misure nazionali ha certo prodotto significativi risparmi per le finanze provinciali, che si possono quantificare in circa 30 milioni di euro all’anno, ma non è certo questo il tempo di togliere risorse al welfare quanto invece di migliorarne l’efficacia.
L’Autonomia deve essere uno strumento per rafforzare i processi di coesione sociale, i diritti di cittadinanza, la promozione di più forti legami di comunità.
Se infatti lo Stato si deve occupare dei Livelli Essenziali di Assistenza validi per tutti i cittadini e le famiglie, agli enti territoriali deve essere garantita la possibilità di integrare, migliorare, estendere le misure di inclusione e di contrasto alla povertà, di assistenza ai figli e di conciliazione lavoro-famiglia.
Ecco allora che l’introduzione dell’Assegno nazionale deve essere l’occasione semmai per liberare spazio anche finanziario per, in un processo di innovazione, rafforzare le misure locali di welfare anche facendo leva sulle competenze che alla Provincia sono attribuite dall’art. 8 dello Statuto di Autonomia. Per esempio aiutando ancora di più economicamente le famiglie nell’accesso ai servizi di prima infanzia ed introducendo più intensi vantaggi fiscali per il lavoro femminile.
Per essere chiari bisogna fare in modo che quanto attualmente eroga alle famiglie la Provincia con l’Assegno unico provinciale non venga computato ai fini dell’accesso e della quantificazione dell’Assegno nazionale escludendolo dal calcolo dall’ISEE.
Diversamente verrebbero “regalati” soldi allo Stato nella misura di qualche decina di milioni di euro e così appiattito il nostro sistema di protezione sociale sulle misure minime essenziali.
Invece è utile utilizzare le risorse dell’Autonomia per integrare le politiche a sostegno delle famiglie perché chi in questi anni ha fatto di più e meglio non deve essere penalizzato.
Alla nostra delegazione parlamentare e alla Giunta provinciale il compito di far valere questa nostra specialità con un apposito emendamento che si rende necessario al decreto legislativo attuativo della Legge Delega 46/2021, con il quale si stabilisca che le Province autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere proprie misure di sostegno alle famiglie con figli che non siano computate ai fini dell’accesso e delle quantificazione dell’Assegno universale statale.
Alessandro Olivi
Consigliere provinciale
Ufficio stampa PD del Trentino
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