La riforma degli Enti Locali è uno temi più importanti che anima l’attuale dibattito politico ed in particolare, ad essere “calda”, è la questione relativa alla proposta di nuovo assetto istituzionale per le Comunità di Valle.
Queste ultime sono certamente l’Ente più bersagliato dalle critiche della Lega, che da sempre ha criticato queste realtà in maniera dura e decisa, convinti che la soluzione più semplice fosse sopprimerle per mettere fine a tutti i problemi. Tuttavia, come spesso abbiamo visto in questi anni, le soluzioni semplici e immediate non sono state messe in pratica, ma anzi, questo governo provinciale ha smesso di criticare una volta arrivato al potere quelli che una volta definiva “inutili carrozzoni”.
Resosi conto delle attività e dell'importanza delle CdV, la Lega e i piccoli azionisti della maggioranza non hanno potuto fare altro che prenderne atto. Salvo tentare di non contraddire se stessi promettendo chissà quali riforme.
Purtroppo la totale assenza di proposta e l’assenza di idee sono state tali e tante da provocare un provvedimento normativo piuttosto bizzarro. Le amministrazioni di Valle infatti sono state di fatto sospese in un Purgatorio non meglio definito e a gestire l’ordinaria amministrazione sono stati lasciati da soli i precedenti presidenti, in veste di commissari.
La situazione che si è sviluppata assume dei toni grotteschi poiché ha messo questi enti in una condizione di increscioso impasse. Questo perché i comprensori prima e le comunità poi si sono ritagliate moltissime competenze e funzioni. Dagli utenti delle Valli sono servizi particolarmente apprezzati quando non addirittura necessario. Tra tutto la competenza socio assistenziale quella che ora in termini maggiormente significativi spiega l'esistenza di questi enti sovracomunali. Lavorare vicino ai territori e in stretta collaborazione con i comuni rappresenta ormai una necessita di fatto. Pensiamo al valore della competenza urbanistica. Valutiamo bene il valore che ha avuto la gestione del fondo unico territoriale. La necessità di trovare accordo sul riparto ha permesso ai Comuni di parlarsi evitando l'insorgere di opere pubbliche o edificazioni che si potessero configurare come dei veri e propri doppioni.
Per i motivi qui sopra elencati, appare chiaro che la comunità non può attendere ancora a lungo. La Lega ha l'obbligo morale oltre che politico di uscire da questo vuoto di idee. Nonostante dagli Stati Generali della montagna siano arrivate proposte concrete. Riprendono con importanti correttivi la doppia proposta di riforma dei primi anni 2000.
Il Consigliere Michele Dallapiccola è intervenuto sull’argomento spiegando l’origine della proposta autonomista:
“Il funzionamento di questi enti negli anni ha avuto modo di mostrare tutta la farraginosità e la pesantezza del processo decisorio.
E’ su questo punto che si innesta la nostra proposta.
- La Conferenza dei Sindaci potrebbe perfettamente assolvere al ruolo precedentemente incardinato sull'Assemblea e la partecipazione potrebbe essere garantita direttamente dai Primi Cittadini o dai loro delegati.
- Successivamente al loro interno potrebbero individuare una sorta di direttivo composto da poche persone con funzione di Giunta.
- Al proprio interno d'Intesa con l'assemblea, questa potrebbe a sua volta individuare il Presidente.
- Laddove il numero dei comuni fosse troppo esiguo per strutturare tutti e tre questi enti (in particolare alla comunità degli altipiani Cimbri) dentro all'assemblea le funzioni di Giunta e di presidenza potrebbero essere assolte tutte direttamente da una sola persona.
- Per le cariche di Comunità sarebbe opportuno individuare un’indennità da corrispondersi come gettone di presenza per i membri dell'assemblea e come vera e propria indennità di carica per i membri di Giunta.
In questo modo la stretta connessione con i comuni sarebbe garantita proprio dalla presenza dei loro rappresentanti. Che siano sindaci o loro delegati avrebbero comunque una relazione diretta col funzionamento di questi enti intermedi rendendoli diretta espressione di quelli rispetto ai quali assolvono funzioni di collaborazione.”
“La nostra è una proposta forte e piuttosto articolata – conclude dopo il collega la Consigliera Paola Demagri - pur ancora tutta da declinare in termini giuridici. Necessita di approfondite considerazioni e ampia discussione sia all'interno del partito sia all'interno degli organi politici e amministrativi.
Si tratta tuttavia di una proposta dai contorni definiti che permette in maniera divulgativa di raccontare ai cittadini la nostra opinione personale intorno al valore delle Comunità di Valle e al problema che esiste nell’assenza di incarichi e alle necessità di risolverlo in tempi brevi. La nostra è certamente una critica all’assurdo modo di gestire queste tematiche da parte della Giunta, ma lo facciamo fornendo anche una proposta concreta di immediata fattibilità.”
Ufficio stampa PATT
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