L’Università di Trento con il Dipartimento di Economia e Management partecipa a un progetto di ricerca europeo per armonizzare la ricerca scientifica sulle scelte di acquisto di prodotti agro-alimentari che tante implicazioni hanno su salute e sostenibilità. In particolare, UniTrento ha il compito di esplorare l’influenza delle emozioni sull’acquisto del cibo.
Come una cucina in disordine, nella quale risulta difficile trovare ciò che serve per preparare un pasto. È un po’ questa la situazione attuale della scienza che studia i comportamenti di acquisto e consumo del cibo. Sono tanti, sempre di più, i team di ricerca che in varie parti del mondo se ne occupano. Ognuno, però, lo fa a modo proprio e di rado i risultati ottenuti da un gruppo sono disponibili o possono essere facilmente utilizzati come punto di riferimento e di partenza per uno studio condotto altrove.
Si propone di fare ordine in questa cucina il progetto di ricerca Comfocus (Communities on Food Consumer Science), che nel programma Horizon 2020 ha ottenuto dalla Commissione europea circa cinque milioni di finanziamento per quattro anni (dal 2021 al 2025).
Il progetto, coordinato dalla Wageningen University (Paesi Bassi), è sviluppato da un consorzio di 14 partecipanti, tra cui l’Università di Trento con il Dipartimento di Economia e Management (Dem), come unica realtà italiana assieme all’Università di Bologna.
Il Dem di UniTrento, che ha ottenuto un finanziamento di circa 220mila euro, si occupa del ruolo delle emozioni sull’acquisto e consumo di prodotti agro-alimentari. La squadra è guidata da Roberta Raffaelli con Simone Cerroni e Luigi Mittone. Simone Cerroni afferisce anche al Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (C3A) dell’Ateneo.
I docenti spiegano: «Le emozioni influiscono su molti aspetti della vita quotidiana e condizionano le nostre scelte. Questo è particolarmente vero per le scelte di acquisto e consumo di prodotti agro-alimentari. Un esempio è il disgusto verso prodotti a cui la cultura occidentale non è abituata. Un caso sono gli insetti che rappresentano un’importante fonte alternativa di proteine rispetto alla carne, la cui produzione ha invece un forte impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici a causa delle emissioni di anidride carbonica e soprattutto di metano».
Raccontano quindi come verrà condotto lo studio: «All’Università di Trento, nei laboratori di economia cognitiva e sperimentale (Ceel), ospiteremo ricercatori europei che operano nel campo delle scienze cognitive e comportamentali per condurre esperimenti che mirano a studiare come diverse tipologie di stimoli possono innescare dei processi emozionali che spingono i consumatori a compiere scelte più salutari e sostenibili».
Gli stimoli possono essere di diverso tipo: immagini o video di pietanze (ad esempio, a base di insetti) oppure informazioni sul rischio alimentare (come nel caso della presenza di batteri nocivi per la salute umana nel cibo). Dalle variazioni nella sudorazione del corpo e nella conduttanza elettrica della pelle, che saranno registrate da piccoli sensori applicati sulle dita dei partecipanti durante l’esperimento, ricercatrici e ricercatori potranno determinare se i consumatori hanno provato delle emozioni di disgusto o paura e come queste emozioni possono incidere sulle loro scelte di acquisto.
L’obiettivo finale del progetto Comfocus è ridurre la frammentazione che oggi si riscontra nel campo della scienza del consumo e degli alimenti e sviluppare una piattaforma di conoscenze, una banca dati di informazioni e servizi digitali di facile accesso per tutti i gruppi di ricerca europei impegnati nel settore. «Ci ispiriamo ai principi Fair (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable, ovvero trovabile, accessibile, interoperabile e riutilizzabile) e a un impiego responsabile e condiviso dei dati di ricerca e innovazione» precisano.
«La missione è far progredire la comunità attiva in questa scienza per dare anche un contributo alla sostenibilità in tutte le sue declinazioni, ambientale, sociale ed economica, che può derivare anche dall’adozione di scelte alimentari sane» concludono.
Il progetto si articola in attività di collaborazione in rete, una ricerca congiunta e un accesso transnazionale e virtuale ad alcune delle principali infrastrutture di ricerca. I risultati verranno divulgati e promossi attraverso un forum.
Il progetto e tutti i partner che ne fanno parte sono coinvolti in una rete di ricerca ancora più ampia a livello europeo (FNH-RI) che si occupa dello studio di diete salutari e sostenibili. Tale rete si compone di più di 150 istituzioni in 24 paesi diversi. Il fine ultimo di questa rete è offrire standard e linee guida per la condivisione di dati e l'utilizzo di nuove tecnologie e infrastrutture che sono utilizzate in questo ambito di ricerca.
(e.b.) Ufficio stampa Università di Trento
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