Una selezione di prodotti di Mandacarù, la cooperativa trentina che si occupa di commercio equo e solidale, sarà presto disponibile presso le farmacie trentine, grazie ad un accordo con Unifarm. Si tratta di prodotti Altromercato, in particolare integratori e cosmetici della linea Natyr per la cura del corpo, naturali e provenienti da filiera etica sostenibile e certificata.
Inizia così un percorso che offre ai farmacisti trentini un partenariato per contribuire a diffondere il benessere delle persone collegato a quello del pianeta. Ogni prodotto, infatti, è realizzato con oltre il 50% di materie prime di commercio equo in peso o in valore (esclusi acqua e alcool), nichel ested, con oltre il 98% di materie prime vegetali, senza parabeni, oli minerali e donatori di formaldeide. I packaging sono riciclabili, raccontano le origini degli ingredienti e sono multilingua.
Per realizzare integratori e cosmetici vengono utilizzate oltre 50 materie prime di commercio equo, nella cui produzione sono coinvolti più di 2.000 piccoli produttor i da 25 paesi da tutto il mondo. Il bollino vegan assicura che non ci siano materie prime di origine animale.
La linea biologica è certificata da Natrue, storico e rigoroso disciplinare internazionale a tutela del consumatore. I prodotti sono sottoposti a controlli microbiologici, sono dermatologicamente testati e contengono solo coloranti naturali e conservati alimentari.
“Questo accordo – spiega il presidente di Mandacarù Fausto Zendron nella conferenza stampa che si è tenuta oggi presso la Federazione Trentina della Cooperazione – appare particolarmente significativo in questo momento storico, dove l’attenzione verso le tematiche della sostenibilità ambientale e del consumo consapevole acquistano nuova luce e nuova consapevolezza”.
E se l’accordo con Unifarm aumenta le possibilità di diffusione dei prodotti equi e solidali in Trentino, nuovi progetti e nuove partnership internazionali della cooperativa guardano invece al fronte dei fornitori, per favorire lo sviluppo sostenibile e attento all’ambiente dei paesi più impoveriti.
Rilancio del microcredito in Ecuador
Ha come obiettivo il rilancio della finanza solidale la nuova iniziativa internazionale in partnership con il Banco Codesarrollo di Bepi Tonello, famoso per la sua ricetta rivoluzionaria ‘il denaro dei poveri ai poveri’. L’azione di Mandacarù, come ha descritto dal direttore Giovanni Bridi – mira a rinforzare lo sviluppo della finanza popolare in Ecuador: per farlo la cooperativa invita tutti i soci e le socie (circa 3mila) a sottoscrivere nuovo capitale con destinazione Banco Codesarrollo, per consentire alla banca di finanziare nuovi progetti di microcredito.
Banco Codesarrollo, come ha spiegato il presidente Tonello in collegamento zoom – è un'istituzione finanziaria privata di ispirazione cristiana, che sostiene lo sviluppo locale e globale della popolazione emarginata dell'Ecuador, attraverso la fornitura di prodotti e servizi finanziari di qualità, contribuendo a ridurre la povertà, creare speranza, giustizia, pace e condizioni di vita più umane.
Grazie al microcredito nascono cooperative che valorizzano prodotti locali e creano posti di lavoro producendo una “economia circolare” che alimenta una crescita individuale e collettiva. Ad oggi, sono oltre 106 mila le famiglie di campesinos che hanno beneficiato di questa rivoluzione culturale, economica e sociale.
Lo slogan di Codesarrollo “Investiamo in umanità”, si richiama alle radici profonde da cui ha avuto origine il Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio (FEPP), una fondazione senza scopo di lucro nata su iniziativa della Conferenza Episcopale Ecuadoriana, per dare risposta alla esortazione di Papa Paolo VI che, nella enciclica Populorum Progressio sollecitava la creazione di fondi comuni per assistere le fasce deboli delle popolazioni, nella prospettiva di uno sviluppo solidale ed inclusivo.
Dall’analisi dell’impatto generato da Codesarrollo nell'ultimo rapporto annuale del 2020, emerge una grande attenzione ai più giovani (quasi 8 milioni di dollari erogati), all’acquisto e riscatto della terra da parte dei campesinos (oltre 5 milioni) e allo sviluppo di imprese in forma comunitaria.
Progetto di microsviluppo cooperativo in Perù
L’impatto del Covid in Perù è stato drammatico: secondo la Johns Hopkins University, si tratta del secondo paese al mondo per maggior numero di vittime in rapporto alla popolazione, con oltre 3,5 milioni di persone hanno perso il lavoro negli ultimi 18 mesi.
Prima dell'emergenza sanitaria, il Perù aveva fatto notevoli progressi, come ha raccontato Beatrice De Blasi, responsabile ‘Educazione e Comunicazione’ della cooperativa, riducendo il suo tasso di povertà dal 42,4% al 21,7%. Un progresso disomogeneo, che non aveva coinvolto alcune aree rurali, come la Valle de los Ríos Apurímac, Ene y Mantaro, dove il tasso di povertà è del 40,4%, quasi il doppio della media del paese. Qui c’è la più grande produzione di foglie di coca del paese e il Governo ha fissato l’obiettivo di dimezzarla entro la fine di quest’anno. Ma togliendo quella fonte di reddito, è necessario introdurre alternative per evitare conseguenze nefaste.
Il progetto portato avanti da Mandacarù ha come obiettivo principale quello di ridurre il tasso di povertà e di malnutrizione nella zona della comunità comunità Asháninkas del Bajo Perene - Junín Perú- Kametza Asaike, nonché convertire le coltivazioni di coca, orientando le colture a prodotti destinati all’autoconsumo e alla vendita sul mercato locale.
L'intervento previsto riguarda le famiglie di 10 comunità Asháninkas affinché, organizzate in una cooperativa produttiva, possano mettere in atto azioni di preservazione dell’ambiente in cui vivono, e possano migliorare le loro capacità produttive e sociali.
Il progetto è ancorato ai principi dell’agricoltura familiare, dello sviluppo sostenibile, dei diritti di genere, dello sviluppo territoriale e dei diritti umani, e sarà realizzato in modo complementare con il progetto sviluppato da Istituto Redes con il supporto dell’ONG belga Sos Faim, in partnership con Mandacarù Onlus, permettendo in tal modo di ottenere un maggiore impatto sul territorio.
Ufficio Stampa Federazione Trentina della Cooperazione
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