Dalle amministrative emergono tre dati chiari: un astensionismo dai tratti preoccupanti, il collasso dei 5 Stelle e un ridimensionamento forte della Lega. Il quadro generale per il momento rimane immutato: Milano, Napoli, Bologna a sinistra, Roma e Trieste contese, e per la prima volta pure Torino in bilico; infine la Calabria resta al centro-destra. Nel capoluogo lombardo la macchina elettorale è partita troppo tardi, dopo una selezione lenta e complicata del nome del candidato Bernardo, si partiva già per sconfitti (come ammesso anche da Albertini qualche mese fa: “Sarei il miglior perdente”). Probabilmente, in alcune realtà, l'aver puntato su candidati selezionati dalla società civile e senza esperienza politica non ha convinto l'elettorato che è rimasto alla finestra, forse disorientato da partiti senza il necessario coraggio di presentare profili prettamente politici. Ad esempio, in Calabria il centro-destra ha candidato un politico ed ha vinto.
Significativo il travaso di voti da Lega a FdI, che è appaiato al Carroccio a Milano, Torino, Novara, Rimini, e avanti nettamente a Bologna, Trieste, Grosseto, Latina e Roma, dove i consensi sono addirittura il triplo di quelli del partito di Salvini. Secondo un sondaggio di Tecnè, ben il 22% degli elettori della Lega alle ultime europee avrebbe scelto ora FdI alle amministrative. Va inoltre segnalato come non tutti i voti persi dalla Lega siano rimasti all’interno del perimetro del centro-destra.
Il dato su cui soffermarsi ed interrogarsi maggiormente è la pesante defezione al voto: 1 cittadino su 2 non ha votato, probabilmente in parte per la disaffezione verso i 5 Stelle e forse perché negli ultimi mesi è apparsa dubbia la coesione tra le forze politiche di centro-destra. La forte astensione, evidentissima nelle periferie, racconta di un grande disagio sociale a cui si crede che i partiti non sappiano più dare risposta o interpretare. Un segnale di disillusione che evidenzia la crisi in cui versa la democrazia nel nostro Paese, negli anni umiliata e privata di autorevolezza da una certa politica. I partiti devono fare autocritica, avvicinandosi di più ai territori e ai temi che impattano realmente sulla vita dei cittadini al fine di ristabilire un circuito virtuoso fra popolazione e politica. Non deve assolutamente passare il messaggio che l’Italia possa fare a meno della democrazia, procedendo per continui commissariamenti tecnici. Bisogna ricostruire un rapporto diretto e virtuoso fra partiti e cittadini, lavorando quotidianamente sui territori e porgendo l’orecchio alle istanze delle persone e delle loro problematiche. Un lavoro che sto portando avanti in prima persona tramite le decine di gazebo organizzati da FdI su tutto il territorio provinciale, dove la voce di ogni trentino è sempre ascoltata e presa sul serio.
Cons. Claudio Cia
Presidente del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia
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