L’importante legge sulla doppia preferenza di genere, acquisita in Trentino nella scorsa legislatura provinciale, rischia purtroppo di essere rigettata da due differenti disegni di legge, uguali nel merito ma che non corrispondono alle aspettative di tante e tanti sul tema dei diritti civili.
Un tema sensibile, certo, sul quale discutere e confrontarsi con la mente sgombra, con spirito costruttivo, senza egoismi. Un tema che, come già avvenuto nel resto d' Italia, era destinato a far fare un passo avanti rispetto all'esigua rappresentanza femminile nelle istituzioni trentine. Dire Sì alla doppia preferenza di genere significava ancora affermare in modo chiaro che anche in Trentino, come nelle altre regioni italiane dove la legge in vigore, si opera, e si vota, in modo tale da garantire equità e giustizia nella rappresentanza politica e istituzionale. Il confronto su un tema così importante, già ampiamente presente nel dibattito politico della scorsa legislatura, ci richiama tutti e tutte all'impegno improrogabile e non più rinviabile di mantenere questa norma di civiltà. Sarà ancora, per il nostro Consiglio provinciale, l'occasione per non fare arretrare, ancora una volta, la nostra provincia rispetto al resto d'Italia e d'Europa. Questa azione legislativa, richiesta a gran voce da tante donne impegnate in politica, nel sociale e nel mondo delle professioni, ma anche da una fetta consistente e significativa della società civile di ambedue i generi, ritiene, e a ragione, che vada stabilito un riequilibrio nella rappresentanza.
Tante aspettative erano riposte in questa legge che non penalizza nessuno. Ora questo obiettivo raggiunto nella scorsa legislatura, che si proponeva di abbattere questo gap, di colmare vuoti e assenze incomprensibili, una disuguaglianza che è sotto gli occhi di tutti e che, puntuale, si presenta ad ogni competizione elettorale, viene nuovamente messo in discussione. Anche nelle ultime comunali dello scorso anno ben poche sono state le donne elette. I numeri nei Comuni trentini e nel Consiglio Provinciale purtroppo parlano da soli e dovrebbero essere motivo di una generale levata d'orgoglio per tutti, partiti e coalizioni, in vista di un avanzamento culturale oltre che politico. Non mi si venga a dire che è colpa delle donne che non votano le donne, perché anche gli uomini dovrebbero votare convintamente le donne che si propongono con coraggio, con passione, con competenza a rivestire ruoli pubblici.
Il senso chiaro del doppio voto di genere è quello di ristabilire un rapporto tra le donne e la loro rappresentanza politico-istituzionale, proprio con l'espressione del voto a due candidati di sesso diverso, pena l'annullamento della seconda preferenza.
Ed è chiaro che questo fatto non può più rappresentare un optional perché sottende la predisposizione di misure che permettano di incentivare l'accesso delle donne in politica. Di per sé, la doppia preferenza non va neppure confusa con le “quote rosa”, è una scelta “secca” che viene data per esprimere un voto equo (e solidale...) che tenga conto della presenza in questo mondo di due generi.
Ritengo questa “forzatura” necessaria e importante perché, nonostante la parità tra i generi sancita dalla nostra Costituzione e il suffragio universale, nonostante le battaglie delle donne e delle loro associazioni fuori e dentro le istituzioni, il loro ruolo fondamentale nella famiglia, nel lavoro, nelle professioni, nella ricerca e nella cultura, il nostro paese e soprattutto la nostra provincia e regione pagano un prezzo troppo alto a questa assenza ingiusta e ingiustificata. Vi è un deficit di rappresentanza nei luoghi dove si fa politica, dove si decide il governo del territorio nel quale le donne rivestono un ruolo così essenziale e importante. E' una discriminazione che emargina e penalizza le donne, che danneggia la società nel suo insieme privandola del punto di vista, dei saperi, delle storie, dell'impegno delle donne. E' necessario richiamare tutto il Consiglio provinciale al rispetto concreto, e non solo a parole, del genere femminile, mantenendo la doppia preferenza di genere.
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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