Si è conclusa in questi giorni in Trentino la prima stagione di rilasci in campo da parte della Fondazione Edmund Mach dell'insetto Ganaspis brasiliensis, in grado di contrastare la Drosophila suzukii, il moscerino asiatico dei piccoli frutti che sta causando ingenti danni alle coltivazioni di piccoli frutti. L'Italia è la prima nazione ad ottenere l'autorizzazione ai rilascio di questo parassitoide specifico, importato lo scorso anno dalla Svizzera. Un risultato prestigioso per il nostro paese, frutto della intensa rete di collaborazioni scientifiche con istituti nazionali ed internazionali con i quali si sono condivisi dati ed informazioni utili alla predisposizione della documentazione necessaria.
In occasione dell'ultimo rilascio a Pergine Valsugana, nei campi sperimentali della FEM, con il presidente FEM, la dirigenza e i tecnici che seguono l'attività in campo, era presente anche l'assessore provinciale all'agricoltura della PAT che ha definito l'autorizzazione ministeriale e il conseguente rilascio del parassitoide un momento importante dopo tanti mesi di lavoro da parte della Fondazione Mach e della Provincia autonoma di Trento. Ora l'attenzione è rivolta ai monitoraggi in campo per verificare l'insediamento del nuovo insetto e predisporre la dettagliata relazione da inviare al Ministero entro il mese di dicembre 2021.
Claudio Ioriatti, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, spiega che dalle ricerche condotte in diversi laboratori sia statunitensi che europei G. brasiliensis è risultato essere, per la sua elevata specificità, il candidato migliore per attivare programmi di lotta biologica. Sulla base di queste evidenze, sono stati predisposti (es. USA, e Italia) o sono in corso di preparazione (es. Francia, Svizzera) gli studi sulla valutazione del rischio, documenti indispensabili per il deposito della richiesta di autorizzazione al rilascio del parassitoide. In questa corsa all’ottenimento dell’autorizzazione, l’Italia è stata la prima a tagliare il traguardo e per il momento è quindi la sola nazione in cui sia stato consentito il rilascio di G. brasiliensis per il controllo di D. suzukii.
Il via libera del Ministero della transizione ecologica è arrivato ad agosto e la FEM si è attivata fin da subito con il rilascio in campo in 12 siti, mentre nelle camere di quarantena prosegue l'allevamento e la riproduzione dell'insetto.
La lotta biologica contro la Drosophila suzukii si inserisce, al pari della cimice asiatica, all'interno del progetto SWAT finanziato dalla Provincia autonoma di Trento. La FEM con il Servizio agricoltura della Provincia autonoma di Trento rappresenta il Trentino nel tavolo nazionale Drosophila suzukii coordinato dal CREA-DC. Ma ci sono altre regioni che hanno ottenuto l'autorizzazione accanto alle Province autonome di Trento e Bolzano: Veneto, Valle d'Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Sicilia e Puglia.
Ad oggi gli allevamenti di G. brasiliensis alla FEM contano migliaia di esemplari con una produzione mensile di oltre 7000 individui. Dodici i siti trentini nei quali sono stati rilasciati gli esemplari di Ganaspis, corrispondenti alle aree a maggiore vocazione cerasicola e di piccoli frutti, vale a dire: Valsugana (5 siti), Val d'Adige (4 siti), Vallagarina (1 sito), Valle dei Mocheni (1 sito), Altopiano di Pinè (1 sito).
A seguito dei rilasci del parassitoide è previsto un programma di monitoraggio pluriennale per valutarne in sicurezza gli eventuali impatti sugli ecosistemi locali e l'efficacia nei confronti della Drosophila suzukii. Gli esiti del piano di monitoraggio e una dettagliata relazione saranno trasmessi al Ministero entro il mese di dicembre 2021.
Per effettuare i rilasci di G. brasiliensis sul territorio è stata necessaria una specifica autorizzazione del Ministero della transizione ecologica, chiamato a valutare l’analisi dei rischi diretti e indiretti legati all’immissione dell’ACB (agente di controllo biologico) sulla biodiversità.
La Fondazione Edmund Mach ha pertanto predisposto un articolato documento di valutazione del rischio: un dossier di 120 pagine che descrive le caratteristiche biologiche ed ecologiche della specie G. brasiliensis e i possibili impatti sull’ecosistema. Le sette regioni e due province autonome di Trento e Bolzano partecipanti al gruppo nazionale per il lancio dell'antagonista hanno sottoscritto e inviato il 7 maggio la domanda di rilascio al MITE, unitamente allo studio del rischio. L'iter ha previsto un passaggio all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), alle agenzie di protezione ambientale regionali e provinciali (ARPA e APPA) ed infine ai Ministeri dell'ambiente e agricoltura.
sc Ufficio stampa Fondazione Edmund Mach
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