Ricevo continue segnalazioni da parte di persone che utilizzano gli autobus urbani negli orari di punta e lamentano di viaggiare schiacciati come sardine.
Le linee guida del Ministero delle Infrastrutture, recepite anche dalla Provincia di Trento, prevedono che in zona bianca o gialla il riempimento dei bus non debba superare l’80%. In pratica il discorso è questo: non ci sarà la distanza di sicurezza di un metro ma con le mascherine si può stare attaccati; va bene essere ammassati sui bus ma tutti distanziati a scuola e al lavoro! Teniamo conto che la variante Delta è caratterizzata da una trasmissibilità dal 40 al 60% più elevata rispetto alla variante Alfa e per questo il trasporto pubblico è uno dei luoghi da tenere sotto massimo controllo.
Mi è stato riferito che persone salgono sul bus con la mascherina e poi la abbassano, tanto il conducente non se ne accorge. Ragazzini che salgono con le patatine o altro e mangiano tranquillamente a bordo. Quasi inesistenti i controlli sugli autobus.
Il presidente Fugatti rispondendo ad una mia interrogazione in merito ai controlli dei verificatori (n. 2439) ha spiegato che “il controllo prevalentemente è quello dell’autista alla salita ma occorre sottolineare che secondo la Società Trentino Trasporti quello più straordinario e proficuo a cui si è assistito da un anno a questa parte è il controllo sociale. Comportamenti elusivi e pericolosi non vengono tollerati dall’utenza corretta, nell’oggettiva impossibilità dell’autista di avere un costante controllo”.
I verificatori in servizio urbano nel maggio scorso, data della risposta alla mia interrogazione, erano mediamente una decina e si capisce che ben difficilmente possono essere in grado di effettuare un controllo capillare. Nella risposta alla interrogazione è specificato che i verificatori svolgono una funzione utile a terra, con dissuasione degli assembramenti e conteggio e registrazione dei dati di occupazione dei bus in transito e, come funzione residua, salgono a bordo dei mezzi.
Il presidente aggiunge: ”In ogni caso, proprio per rendere possibile un controllo più diffuso, anche per sopperire alle diverse mansioni a cui la Società sta impiegando i verificatori, i dipendenti di Trentino Trasporti si sono dati tutti il compito, anche nel corso di trasferimenti privati casa/lavoro, di controllare a vista tutti gli autobus in transito e far intervenire eventualmente il controllore reperibile”.
Morale della storia: chi verifica il corretto adempimento dei protocolli Covid nel trasporto pubblico sono gli autisti che purtroppo per loro non hanno ancora gli occhi dietro la testa, una decina di verificatori nel servizio urbano, gli utenti che spesso se ne stanno comprensibilmente zitti per paura di reazioni sproporzionate e i dipendenti di Trentino Trasporti che, anche nel loro tempo libero, controllano a vista gli autobus e eventualmente fanno intervenire il controllore.
Sembra quasi una barzelletta. Una deresponsabilizzazione inconcepibile da parte della Provincia e di Trentino Trasporti.
Se non ci sono sufficienti verificatori credo sia necessario stanziare risorse aggiuntive per l’assunzione di personale.
Tutto ciò premesso interrogo il presidente della Provincia di Trento per sapere:
• se non ritenga che sarebbe necessario provvedere ad investire in risorse aggiuntive di personale per effettuare i controlli sul rispetto delle procedure anti Covid, non solo alle fermate degli autobus ma anche sui mezzi;
• quanti sono attualmente i verificatori. A maggio 2021, data della risposta all'interrogazione, erano mediamente una decina sul servizio urbano;
• se non ritenga che demandare al “controllo sociale” il rispetto delle procedure anticovid sui mezzi di trasporto sia un atto di deresponsabilizzazione non degna di un servizio pubblico adeguato;
• se non ritenga poco credibile l’affermazione secondo la quale i dipendenti di Trentino Trasporti si sarebbero dati tutti il compito di svolgere controlli a vista degli autobus in transito, anche nel corso dei trasferimenti casa/lavoro e quindi al di fuori delle loro specifiche mansioni. Tra l’altro il mansionario dei dipendenti è stabilito dal contratto di lavoro e non dipende da iniziative personali dei singoli.
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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