Decine di morti, migliaia di dispersi, decine di migliaia di sfollati con una tempesta che ci ha ricordato quelle del sud-est asiatico che negli anni passati non scuotevano più di tanto le nostre coscienza. Invece ora è successo in una delle terre più ricche del mondo, a poche centinaia di chilometri da noi. Luoghi che pensavamo sarebbero passati indenni dalla furia dei cambiamenti climatici, che immaginavamo presidiati dal punto di vista ambientale anche grazie alle conoscenze tecnologiche e ad un'economia florida, in grado di occuparsi compiutamente della prevenzione dal dissesto idro geologico. Ora tutti prendono tragicamente atto della grave emergenza climatica e del fatto che una rivoluzione verde è l'unica soluzione possibile. Le interviste a chi abita nei luoghi della devastazione ci consegnano per intera la paura, la distruzione, il dolore per la perdita di preziose vite umane, di abitazioni, attività commerciali, territori agricoli, foreste, habitat preziosi di specie animali. Il Nord Reno Westfalia, il Lander più ricco della Germania, la regione più ricca di tutta l'Europa, la terra del carbone e dell'acciaio, nella notte fra il 14 e il 15 luglio ha mostrato al mondo tutta la sua fragilità e una grande terribile verità: nessuno è più al sicuro dai cambiamenti climatici. Non c'è Pil che contenga le devastazioni di eventi estremi. Ci basti pensare a quanto accaduto nell'Alto Garda, purtroppo, ai ricorrenti episodi drammatici in Liguria e in Campania, alle temperature da fuoco che hanno arso in Canada intere città, alle alluvioni negli Stati Uniti. al dramma di Belgio, Olanda e Lussemburgo contemporanei alle alluvioni in Germania. Tutto ciò non è normale! L'azione per l'azzeramento e la mitigazione delle emissioni climalteranti non può più attendere perchè l'accelerazione ha ritmi esponenziali, mentre le azioni umane di prevenzione sono lente e in perenne discussione. Molte parole, pochi, pochissimi fatti. Il piano di adattamento in Italia è ancora fermo, non è mai passato alla fase attuativa. Pensando a quanto avvenuto in Germania, dobbiamo anche localmente mettere in atto il ripristino degli ecosistemi fluviali, recuperando gli spazi che abbiamo rubato loro. Nel nostro paese abbiamo tolto ai fiumi 2000 mq e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: strade di montagna asfaltate, rive cementificate, canalizzazioni, dighe, tagli della vegetazione, escavazioni in alveo con la scusa della manutenzione. Dobbiamo intervenire presto sulla mobilità sostenibile, sulla limitazione dei combustibili fossili, sulla estensione del ricorso alle energie rinnovabili. Da anni ormai diciamo che il riscaldamento globale deve essere limitato all'1,5 %, ma con questi ritmi, con una concentrazione di CO2 che a giugno ha toccato le 419 parti per milione, cioè i livelli di tre milioni di anni fa, saremo destinati ad aumenti superiori al 3% e il mondo diventerebbe un luogo incompatibile con la civilizzazione umana e con la sopravvivenza di milioni di specie animali e vegetali. Europa verde del Trentino è vicina alle popolazioni che in questi giorni terribili stanno subendo il graffio senza pietà dei cambiamenti climatici in atto e si impegnerà con tutte le sue forze per ridare al mondo e alle nuove generazioni una chance di sopravvivenza.
Lucia Coppola, consigliera provinciale Gruppo Misto/ Europa Verde
Portavoce di Europa Verde del Trentino
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