La vicenda relativa alla scomparsa della dottoressa Sara Pedri ha evidenziato come una delle problematiche che negli anni sono state maggiormente sottovalutate all’interno della Pubblica amministrazione trentina è l’atteggiamento autoritario di chi – in un dato momento – si trova a ricoprire un ruolo di dirigenza oppure di coordinamento di una struttura provinciale. Sarebbe sbagliato e ingiusto nei confronti dei molti coordinatori, direttori e dirigenti che svolgono con passione e umanità la loro professione generalizzare eccessivamente, tuttavia è palese che il meccanismo attualmente utilizzato per raccogliere le segnalazioni relative al mobbing non sia adeguato a svolgere le funzioni per cui è stato pensato, posto che in molti casi – proprio per il problema relativo all’accentramento di ruoli in capo a pochi – il controllore e il controllato sono rappresentati dalle medesime persone.
E’ così che spesso chi è vittima di questi comportamenti finisce per non denunciare; ciò a causa del fatto che frequentemente chi solleva una questione viene percepito egli stesso come il problema, esponendosi potenzialmente a divenire oggetto di provvedimenti disciplinari e quindi al licenziamento. Ciò è destinato inevitabilmente a generare carenze, problemi e – nel lungo periodo – costi per l’Ente pubblico, sia in termini di diminuzione della qualità del servizio offerto ai nostri cittadini, sia per il recupero dello stato di salute psico-fisica dei dipendenti oggetto di tali atteggiamenti. Potrebbe essere interessante, in futuro, far sì che la struttura preposta a raccogliere le segnalazioni relative al mobbing fosse autonoma e indipendente rispetto agli uffici coinvolti in modo da garantire l’anonimato e la sicurezza di chi si trova a comunicare una determinata problematica.
Ritengo inoltre sia opportuno istituire una Commissione d’indagine per valutare in primis quali siano le criticità legate al mobbing all’interno della Pubblica amministrazione trentina e in secondo luogo per scoprire il motivo per cui queste problematiche non vengono denunciate oppure non sono adeguatamente prese in considerazione.
Cons. Claudio Cia
Presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Consiglio Provinciale
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