La commissione d’indagine dell’Apss, chiamata a verificare la situazione lavorativa all’interno del reparto di ginecologia ed ostetricia del Santa Chiara di Trento dopo la scomparsa della giovane ginecologa e le accuse di mobbing, ha concluso i suoi lavori. Sono state raccolte centodieci testimonianze che hanno portato all’allontanamento immediato dal reparto del primario, dopo 11 anni di reggenza, e della dottoressa, suo braccio destro. Insomma dopo anni di segnalazioni interne all’azienda e da parte della politica di mobbing ai danni degli operatori sanitari, all’immobilismo di chi aveva il dovere di verificare le segnalazioni ma ha preferito voltare la faccia dall’altra parte, la scomparsa della giovane dottoressa e la ribalta sui media nazionali, qualcosa si è mosso. Ora gli atti della commissione di indagine sono stati inviatia all'ufficio procedimenti disciplinari per l'attivazione del relativo iter.
L’ormai ex direttore generale dell’Apss dott. Benetollo, reo di aver rinnovato il primariato al dott. Tateo, senza che nessuno incredibilmente lo sapesse, è stato sostituito mettendo al suo posto il direttore sanitario e del dipartimento prevenzione dott. Ferro, che a giugno aveva dichiarato che, dopo delle verifiche, nel reparto non eistevano grossi problemi. Egli stesso aveva co-firmato la delibera del rinnovo del contratto al primario.
Responsabilità molteplici, c’è chi paga, chi viene premiato, speriamo che ora la situazione lavorativa all’interno del reparto di ginecologia migliori, a garanzia degli operatori sanitari e dei pazienti.
Ritengo che la Giunta provinciale avrebbe dovuto attuare interventi più radicali ai vertici gestioniali dell’Apss, restituendo fiducia verso il sistema sanitario trentino anche alla popolazione che assiste attonita a questo susseguirsi di dichiarazioni contrapposte, avvicendamenti, verità nascoste e poi svelate. Non dimentichiamo mai che una dottoressa ha pagato forse con la vita le vessazioni subite, altre persone hanno sofferto. Tanti sapevano e hanno fatto finta di non sapere: questo non deve accadere mai più.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
se non sarebbe stato più opportuno attuare una più radicale riforma al sistema di gestione dell’Azienda sanitaria trentina, scegliendo dirigenti del tutto estranei sotto il profilo gestionale a questa vicenda che ha avuto risvolti drammatici per le persone coinvolte. Situazione che ha creato risvolti negativi anche sul piano nazionale, considerato che per la prima volta nella storia della sanità trentina sono giunti a verificare i fatti accaduti degli ispettori ministeriali;
poiché, da indiscrezioni giornalistiche, all’interno della rete ospedaliera trentina pare vi siano altri casi di metodi gestionali del personale poco rispettosi, soprattutto verso gli operatori sanitari più giovani, si chiede se le notizie siano fondate.
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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