Al via il secondo anno di rilasci delle vespe samurai in Trentino per contrastare la cimice asiatica. L'autorizzazione ministeriale appena arrivata consente di immettere nel territorio provinciale Trissolcus japonicus, l’agente di controllo in grado di parassitizzare le uova della cimice asiatica e ridurre cosi la popolazione che sta creando notevoli danni all'agricoltura. Alla Fondazione Mach era tutto pronto da settimane e appena arrivato il via libera ufficiale sono partiti immediatamente i primi rilasci in 44 siti trentini.
Vengono rilasciate cento femmine per ogni sito (con la presenza di almeno un ulteriore 10% di maschi) per tre volte a distanza di 20 giorni l’una dall’altra. Un’operazione preparata nel dettaglio dal gruppo di lavoro della Fondazione Edmund Mach da anni in prima linea per affrontare questa emergenza. Per raggiungere una situazione di equilibrio ci vorrà qualche anno ma già nel 2020, primo anno di rilasci, i risultati sono stati oltre le aspettative, con un insediamento delle vespe samurai nel 30% dei siti trentini.
I punti di rilascio riguardano tutte le zone a maggior presenza della cimice asiatica: Alto Garda, Valle di Loppio, Valle dei Laghi, Vallagarina, Trento, Piana Rotaliana, Val di Non, Valsugana e Val di Cembra.
L’attività di rilascio, che durerà un paio di mesi, si inserisce nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica SWAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, e all'interno del programma nazionale di lotta biologica coordinato dal CREA - Difesa Certificazione.
La vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all'interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l'uomo e per gli altri organismi. Per allevare la vespina è stato necessario raccogliere migliaia di esemplari di cimice asiatica e grazie alla collaborazione della cittadinanza anche quest'anno il piano di raccolta sta portando centinaia di esemplari negli allevamenti FEM.
Proprio in questi giorni è uscito un approfondimento monografico edito dalla FEM e realizzato sempre nell’ambito del progetto SWAT, dal titolo “Cimici. Guida al riconoscimento delle specie di interesse agrario nel Nord Italia”. Si tratta di uno strumento utile al riconoscimento di alcune specie di cimici e rivolto ad agricoltori, tecnici, studenti e naturalisti.
Dallo scorso anno è attivo anche un sito dedicato che fornisce informazioni precise e aggiornate sugli sviluppi della lotta biologica in provincia di Trento nei confronti della cimice asiatica e di altre specie aliene invasive.
sc Ufficio stampa Fondazione Edmund Mach
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