Ricorre oggi la Giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.
Il 17 maggio del 1990 l’Oms rimosse l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Sono trascorsi ventuno anni ma l’intolleranza, l’odio e la violenza verso chi viene considerato “diverso” esiste ancora e non accenna a diminuire.
Le cronache ci riportano che in Italia sono circa 50 le richieste di aiuto al giorno. In media 20 mila all’anno. Nell'ultimo anno, caratterizzato dalla pandemia, sono cresciute le minacce, le violenze, le discriminazioni sul lavoro, gli attacchi di cyberbullismo.
Sempre più giovani hanno avuto problemi in famiglia in seguito al coming out. Il 36 per cento dei minorenni è stato rinchiuso in casa, subendo tentativi di conversione ed attacchi verbali e fisici.
L'omofobia, la bifobia e la transfobia violano la dignità umana, ledono il principio di eguaglianza, la libertà e gli affetti delle persone.
E’ fondamentale denunciare chi si macchia di atteggiamenti e atti di omofobia, bifobia e transfobia e favorire la conoscenza. Infatti la paura irragionevole e immotivata nei confronti delle differenze per orientamento sessuale o identità di genere è frutto di pregiudizi e di stereotipi.
Un ruolo importante lo gioca la scuola, dove il fatto di essere percepiti o percepire l'altro come diverso, conduce spesso a violenze fisiche o verbali. Questa non accettazione provoca stress e angosce. La scuola è il primo spazio nel quale sviluppare la conoscenza reciproca e coltivare fiducia e curiosità. Ma non solo, è anche la risorsa privilegiata per aiutare il processo di sviluppo e consapevolezza della identità di genere e dell'orientamento sessuale, favorendo una crescita serena, la stima in se stessi e il dialogo in un clima positivo e accogliente.
Ribadisco perciò il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza. Ricordando la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
Nei giorni scorsi il 70% dei cittadini/e italiani/e si è dichiarato favorevole al disegno di legge Zan. Oltre la metà degli elettori del centro destra si sono espressi pure a favore.
Il disegno di legge, approvato nel novembre 2020 alla Camera e rimasto per lunghi mesi fermo in Commissione Giustizia a causa dell'ostruzionismo del presidente leghista, il 28 aprile scorso è stato calendarizzato a Palazzo Madama.
Il principio che lega tutti gli articoli è quello della prevenzione e del contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, tutelando così la libera espressione individuale.
Con questo disegno di legge si intende estendere la cosiddetta legge Mancino, che prevede le aggravanti di discriminazione razziale, etnica e religiosa, anche ai reati legati all’istigazione all’odio per i motivi sopra citati. In nessun modo verrà messa in discussione la libertà di opinione a meno che con le parole e con gli atti non si travalichi il confine della discriminazione e della violenza. Il disegno di legge prevede anche l’indizione di una Giornata nazionale da celebrarsi il 17 maggio per promuovere anche nelle scuole la cultura del rispetto e dell’inclusione; prevede inoltre centri anti discriminazione, che diano riparo e sostegno alle vittime, sull’esempio di quanto si fa per difendere le donne che subiscono violenza.
Lucia Coppola
consigliera provinciale Gruppo Misto/Europa Verde
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