Rossi: “Manovra tardiva e ordinaria, i ristori non affrontano il tema del credito e i provvedimenti per famiglie e lavoratori sono insufficienti”.
Voto di astensione per senso di responsabilità.
È stata presentata come una manovra urgente e straordinaria.
A mio parere è l’esatto contrario: è tardiva e ordinaria.
Tardiva perchè impiega risorse ( 211 milioni) il cui ammontare era noto da tempo. Si tratta infatti dell’avanzo di amministrazione del 2020. Se l’urgenza era davvero un valore da perseguire (e dovrebbe esserlo si intende,) si poteva infatti procedere almeno due mesi fa, prelevando temporaneamente le risorse da destinare ai ristori dai capitoli di bilancio ordinari, per poi in sede di assestamento di bilancio reintegrare i capitoli con le risorse dell’avanzo di amministrazione.
A quest’ ora le imprese i lavoratori e le famiglie trentine potrebbero beneficiare non solo di una legge approvata, ma anche delle relative delibere che devono attuarla e soprattutto delle relative provvidenze economiche (come sta accadendo in Alto Adige). Pazienza.
Ordinaria perché si tratta appunto di un mera anticipazione di quanto sarebbe comunque avvenuto con il consueto assestamento di bilancio di luglio, nel corso del quale si “redistribuisce” l’avanzo di amministrazione dell’esercizio precedente. E questo avviene infatti anche in questo caso per circa 93 milioni dei 211 disponibili.
Per i restanti possiamo riconoscere un certo carattere di “ straordinarietà, nel senso che invece di essere assegnati a voci ordinarie di bilancio sono destinati ai “ristori”. Tutto qui.
Sempre in tema di straordinarietà è giusto ricordare che dallo Stato arriveranno in Trentino 50/75 milioni (così riporta la relazione della Giunta al disegno di legge) del Fondo Montagna a cui si aggiungono 7 milioni per i maestri di sci e che arriveranno poi anche alle imprese trentine i ristori statali del decreto 41 del marzo 2021.
Una “straordinarietà” positiva certo, ma tutta di origine “ nazionale”.
Entrando nel merito delle scelte relative ai ristori a mio parere si è persa l’occasione per provare ad affiancare, fin da subito, alle misure nazionali, che agiscono nella logica del contributo a “fondo perduto”, anche una modalità concreta e di medio periodo per sostenere e accompagnare la ripresa delle imprese colpite dalle conseguenze economiche della pandemia.
Mi riferisco alla possibilità, che abbiamo proposto, di creare un apposito fondo per sgravare il più possibile le imprese trentine da oneri finanziari derivanti da operazioni di consolidamento e rimodulazione del debito volte a dare sostenibilità e credibilità alla gestione finanziaria danneggiata dalla pandemia.
Un fondo che potrebbe essere utilizzato anche per interventi di “accompagnamento” nella riduzione di oneri finanziari a vantaggio anche di imprese che pur non avendo attivato sospensioni o rinegoziazioni di mutui siano meritevoli di sostegno in ragione di una propria oggettiva sostenibilità finanziaria e/o di una spiccata propensione all’innovazione.
I meccanismi di finanziamento del fondo potrebbero prevedere inoltre il convenzionamento tra Provincia, istituti bancari e intermediari finanziari, al fine di una loro compartecipazione al finanziamento del fondo, anche tramite l’utilizzo di tassi agevolati.
Un approccio di questo genere contribuirebbe considerevolmente a mettere l’impresa nella condizione di “attendere” con maggior tranquillità gli effetti della ripresa che ci si aspetta dal piano vaccinazioni e dalla riapertura delle attività; mettere al riparo dagli effetti devastanti che una molto possibile crisi sistemica dell’impresa comporterebbe nei confronti di personale, fornitori, investitori.
In ogni caso un flebile barlume di speranza in questo senso resta comunque acceso: anche se in forma non direttamente impegnativa la Giunta provinciale ha accolto almeno il senso di un nostro ordine del giorno che affronta le tematiche sopra riportate impegnandosi a valutare nei prossimi mesi la possibilità di destinare risorse per accompagnare la ripresa attraverso interventi di affiancamento delle imprese sul terreno delle esposizioni finanziarie.
Non è molto certo e soprattutto ancora non si vede la volontà o la capacità di mettere in campo misure strutturate e con orizzonte di medio periodo. Il tema è comunque serio e deve essere affrontato.
Vedremo se alle timide intenzioni seguiranno i fatti, speriamo più’ coraggiosi.
La legge contiene anche alcuni provvedimenti indirizzati al sostegno delle famiglie e ai lavoratori con una dotazione economica assolutamente insufficiente, che denota la mancanza di visione e la non volontà di affrontare in maniera strutturale i temi dell'occupazione e delle politiche familiari e di welfare.
Tenendo conto che si tratta comunque di un provvedimento che destina risorse per cercare di tamponare gli effetti negativi della pandemia su economia e società per solo senso di responsabilità ho ritenuto di non poter esprimere un voto contrario come sarebbe stato opportuno per i motivi di merito sopra riportati.
Ugo Rossi
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