Presentato oggi il progetto che vuole radicare in Fiemme e Fassa percorsi di didattica, ricerca e opportunità per le future generazioni e le imprese.
Le Olimpiadi 2026, la presenza consolidata di impianti e manifestazioni sportive internazionali saranno la piattaforma da cui muoverà il progetto di aprire nelle valli dolomitiche di Fiemme e Fassa, con l’Altopiano di Pinè, i corsi e la ricerca dell’Università degli studi di Trento. Il progetto è stato presentato oggi nelle sale del palazzo della Magnifica comunità di Cavalese. All’appuntamento erano presenti politici e amministratori, manager, i vertici dell’Università e i rappresentanti della Fondazione Milano - Cortina 2026. L’iniziativa è nata dall’intuizione del giovane imprenditore Andrea Dezulian e di Carlo Dellasega, già direttore generale della Federazione trentina della cooperazione ed oggi manager di azienda. In sintesi, nei prossimi anni, all’ombra delle Dolomiti, l’università trentina aprirà due progetti didattici: i corsi della laurea magistrale in sostenibilità ambientale e sport, e della laurea triennale in gestione aziendale. Non solo. Gli impianti sportivi, quali lo Stadio del Fondo di Lago di Tesero e lo Stadio del Salto di Predazzo, saranno trasformati in piattaforme per lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica, di cui potranno beneficiare startup ed imprese trentine. Il progetto di università territoriale trova l’adesione convinta dell’assessore provinciale all’istruzione e università, Mirko Bisesti: “Oggi, da Cavalese, parte una visione a lungo termine che ha come primo orizzonte le Olimpiadi 2026 ma persegue l’obiettivo di radicare sul territorio delle valli di Fiemme e Fassa e dell’Altopiano di Pinè opportunità di crescita scientifica, garantita dalla docenza e dalla ricerca universitaria, ed economica a favore delle imprese trentine e delle valli dell’Avisio in particolare. Le istituzioni trentine devono aprirsi al territorio, garantendo sì le risorse, ma soprattutto permettere la nascita di nuove opportunità. La sfida è la capacità di attrarre giovani, non solo trentini, ma anche da paesi stranieri, che abbiano voglia e capacità di investire nello sport. Un ruolo fondamentale spetta alla comunità, ricca di valori e personalità, che saprà fornire impegno e determinazione, elementi indispensabili per raggiungere obiettivi ambiziosi. Il Trentino è abituato a sfide importanti e, sono sicuro che, assieme, le porteremo a termine”.
Il progetto di università territoriale nelle valli dell’Avisio nasce dall’intuizione di Andrea Dezulian, giovane imprenditore fiemmese con interessi in Veneto, ma fortemente radicato nei luoghi d’origine: “I nostri territori sono magnifici ma lamentano qualche carenza. Operando con altri amici nel volontariato ci siamo spesso chiesti come garantire alla nostra terra uno sviluppo economico, sociale e culturale. Da qui è nata l’idea di coinvolgere l’Università di Trento ed avvicinarla al territorio, lasciando alla popolazione la capacità di disseminare innovazione”.
L’idea di Andrea ha incontrato l’interesse dell’ex rettore dell’Università degli Studi di Trento, Paolo Collini e dell’attuale, Flavio Deflorian: “L’Università è patrimonio del Trentino e oggi restituiamo ciò che abbiamo ricevuto, in iniziative importanti sul territorio, quali attività formative, ricerca e trasferimento della conoscenza. Per noi questo è un investimento e crediamo che i progetti presentati oggi saranno occasioni di sviluppo”.
L’Università nelle valli di Fiemme e Fassa
I contenuti del primo filone di progetti universitari sono stati presentati da Flavio Bazzana, direttore del Dipartimento di economia dell’Università degli Studi di Trento: “Nelle valli di Fassa e Fiemme apriremo due progetti di attività didattica per i corsi di laurea magistrale in sostenibilità ambientale e turismo, che coinvolgeranno una cinquantina di studenti in laboratori multidisciplinari rivolti al territorio e alle Olimpiadi. A questi seguiranno i corsi della laurea triennale in gestione aziendale, dedicati agli studenti lavoratori che avranno sede qui grazie alla docenza online assistita”.
Alla didattica si affiancano i progetti di ricerca, presentati da Paolo Bousquet, decente e delegato allo sport e Olimpiadi 2026 per l’Università di Trento: “La nostra ambizione è di affermare in via definitiva che lo sport è sì stile di vita ed agonismo, ma rappresenta anche una formidabile opportunità di sviluppo economico per i territori. Uno studio ha confermato che il 7% del Pil del Trentino è riconducibile allo sport. Il progetto - ha spiegato il professor Bousquet - è trasformare gli impianti sportivi in piattaforma di sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica, favorendo l’innovazione delle imprese. La raccolta dei dati degli sporti invernali e della montagna è un settore ancora tutto da esplorare e le valli di Fiemme e Fassa, con Pinè, rappresentano un’opportunità straordinaria. Stiamo parlando di strutture moderne che ospiteranno le Olimpiadi 2026. Credo che questa area possa diventare una sorta di Silicon Valley dell’innovazione degli sport invernali”.
Consenso trasversale.
L’iniziativa di portare sul territorio le attività dell’Università degli Studi di Trento incontra il consenso di amministratori, rappresentanti politici e del mondo dello sport. In apertura, Carlo Dellasega aveva ammonito: “Spetta noi, fiemmesi e fassani, a cogliere questa opportunità e creare le condizioni affinché la presenza dell’Università nelle valli dell’Avisio diventi realtà e volano di sviluppo”. A Cavalese era presente Tito Giovannini, membro cda della Fondazione Milano - Cortina 2026: “Le Olimpiadi hanno bisogno di supporto scientifico e l’azione dell’Università degli Studi di Trento si affianca a quella di altri atenei della Lombardia e del Veneto. Le Olimpiadi sono un evento universale che va oltre, come più volte sottolineato oggi, il risultato sportivo ed agonistico”. I consiglieri provinciali Gianluca Cavada e Piero Degodenz, hanno voluto ribadire il loro sostegno ad un progetto che vede la periferia protagonista: “Lo sport è una tradizione nelle nostri valli e alle future generazioni dobbiamo offrire delle opportunità di crescita”. Un concetto ripreso anche dal procuratore del Comun general de Fascia, Giuseppe Detomas. La chiusura è stata affidata a Maria Bosin, sindaco di Predazzo e presidente della Conferenza dei sindaci della val di Fiemme: “Da donna cresciuta in queste terre conosco l’importanza per i giovani di accedere ad una formazione solida. Troppo spesso, soprattutto in passato, le ragazze ed i ragazzi non hanno potuto beneficiare di un livello di scolarizzazione adeguato. Oggi la situazione sta cambiando e questa è una splendida notizia”.
(pff) Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento
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