Leggere, nel 2021, interviste come quella di Marco Boato apparsa su Repubblica venerdì, fa capire come si sia ancora lontani da quella pacificazione di cui tanto parla l'ex leader di Lotta Continua e dirigente dei Verdi Trentini. Sì, perché se è vero che tutti devono avere diritto ad un processo equo e a una condanna giusta, senza sentenze emesse dall'opinione pubblica, è altrettanto vero che non si possono derubricare gli avvenimenti di quegli anni nascondendosi dietro a cavilli giuridici o a sofisticati ragionamenti in punta di diritto.
Le vittime di quegli anni e i loro famigliari hanno pagato, e stanno pagando, un prezzo spropositato, che nessuna ideologia o battaglia politica può giustificare.
Chi in quegli anni esprimeva determinate idee non aveva il diritto di privare altre persone della propria vita e su questo spero si possa concordare tutti, senza se e senza ma.
Per quanto riguarda poi l'essersi nascosti in Francia, sottraendosi alla giustizia italiana e di fatto fuggendo dalle proprie responsabilità, è un altro fatto che non può essere giustificato. Significa, infatti, mettere in discussione lo stato di diritto allora, ma soprattutto oggi. E comunque di persecuzione politica bisognerebbe parlare, in caso, nei confronti di chi ha dovuto pagare pesanti conseguenze per le proprie idee senza ricorrere alla violenza come, invece, hanno fatto le persone scappate in Francia. Vedere un esponente politico di primo piano che cerca di giustificare l'atteggiamento di coloro che sono stati arrestati in Francia non solo fa rabbrividire, ma fa pensare che la strada da fare sia molta per considerarsi un Paese evoluto.
In tal senso ritenere che la "protezione" francese, che sarebbe da definire omertosa, sia stato un "contributo alla pacificazione dell'Italia" rappresenta la ciliegina sulla torta di un ragionamento fatto da chi è sempre pronto a condannare gli altri, purché non sia dalla sua parte.
Le uniche cose di cui si avrebbe bisogno, dovrebbero essere il rispetto per le vittime e i loro familiari, ma anche piena e definitiva luce sulle vicende. Un traguardo che si può raggiungere solo in Italia, da parte delle forze dell'ordine e della magistratura, confrontandosi con chi è stato giudicato responsabile.
Come Partito Autonomista, prendiamo le distanze dalle parole di Boato in quanto il suo ragionamento è totalmente incompatibile con il nostro modo di intendere le istituzioni, la giustizia e il rispetto per le persone che in quei terribili anni hanno perso la vita. E in tal senso riteniamo incompatibili con i nostri principi anche quelle forze politiche i cui esponenti si esprimono con espressioni di tolleranza o di compassione, omertosa quanto complice, verso chi si è macchiato di crimini gravissimi, finalizzati a sovvertire la democrazia e la libertà degli italiani.
Qui non si tratta di essere giustizialisti o di applicare la pena del contrappasso, ma andare a chiudere una pagina tristissima della storia italiana seguendo le vie della legge e non le scappatoie che negli anni hanno portato molti protagonisti di quelle vicende a rifugiarsi comodamente in Francia.
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