Se potessimo guardare il nostro pianeta da lontano, come fanno i satelliti in orbita, lo troveremmo estremamente illuminato anche in piena notte: le luci delle abitazioni, dei grossi impianti e delle strade disegnano una società che sembra sempre attiva. Se da un lato ciò può apparire affascinante, dall’altro nasconde insidie non da poco.
Un fenomeno quello dell’inquinamento luminoso, secondo il parere di molti medici, ambientalisti e naturalisti, in rapida crescita.
La luce di fatto può propagarsi durante la notte per centinaia di chilometri dalla sua sorgente raggiungendo anche luoghi disabitati, e un numero crescente di ricerche scientifiche suggeriscono che l’inquinamento luminoso possa avere effetti negativi duraturi sia sulla salute umana che sulla fauna.
Questo tipo di inquinamento può comportare un’alterazione notevole del ritmo biologico, può rappresentare un pericolo per la sicurezza nel traffico stradale in quanto l’abbagliamento notturno tramite luce artificiale riduce la focalizzazione visiva. Può causare disturbi del sonno.
L’inquinamento luminoso può incidere sul ciclo riproduttivo degli animali e quindi incidere negativamente sulla conservazione delle specie. Risulta inoltre avere un forte impatto sui loro comportamenti, come i fenomeni migratori, i ritmi sonno-veglia, la scelta dell’habitat. Un quadro piuttosto allarmante, che necessita di politiche mirate per provare a contenere gli effetti negativi di queste forme sempre più invasive di inquinamento ambientale.
Cosa si può fare per ridurre questa fonte di inquinamento? Cito solo qualche azione: utilizzare strumenti di illuminazione progettati per rivolgere le emissioni luminose verso il basso, ridurre la durata dell’illuminazione nelle ore notturne oppure moderarne l’intensità, utilizzare sensori di movimento per giardini privati, cortili, ingressi ed evitare l’illuminazione inutile.
Mi è stato riferito che il Museo delle Scienze di Trento rimane completamente acceso tutta la notte. Oltre al dispendio energetico e ai costi sicuramente rilevanti produce sicuramente un certo inquinamento luminoso senza che ne derivino benefici apprezzabili.
Tutto ciò premesso interrogo il presidente della Provincia per sapere:
• se si stiano concretamente realizzando interventi per contenere l’illuminazione notturna, riducendo in tal modo l’inquinamento luminoso e specificare quali;
• per quale ragione il Museo delle Scienze rimane illuminato tutta la notte.
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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