APOT - Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini, presenta la seconda edizione del Bilancio di Sostenibilità 2020, incluso un preciso piano di obiettivi per la prosecuzione del percorso verso una sostenibilità consapevole a beneficio del territorio e dell'intera collettività. La terza edizione già programmata per il 2023.
Dopo la prima edizione relativa al triennio 2017-2019, oggi APOT - Associazione Produttori di Ortofrutta del Trentino - presenta la seconda edizione del Bilancio di Sostenibilità 2020 e traccia gli obiettivi del prossimo 2022. Il secondo bilancio è stato redatto conformemente agli standard indicati dall’organizzazione non profit Global Reporting Initiative (GRI), fra i più utilizzati al mondo, al fine di fornire una valutazione comparabile della sostenibilità raggiunta dal sistema. Il documento è realizzato nel contesto del progetto “Trentino Frutticolo Sostenibile” promosso da APOT assieme ai Consorzi Melinda e “la Trentina”.
Dopo tre anni dalla precedente edizione, ed un anno di intenso lavoro, è stato così completato questo rapporto periodico sullo stato della frutticoltura che propone un'attenta analisi e rendicontazione dei risultati perseguiti, nelle diverse componenti economiche, sociali e ambientali.
Tra i risultati ottenuti nel triennio 2017-2019, spiccano il trend di riduzione dell’impiego di fitofarmaci (-30% sul 2012), sia a livello quantitativo che in termini di impatto sull’ambiente, oltre agli obiettivi pienamente centrati di aumento delle superfici biologiche - oggi al 9% del totale della frutticoltura trentina, netta riduzione dell’impatto carbonico del ciclo produttivo (-20% rispetto al quinquennio 2014 – 2018). A questo operato si aggiunge l’inserimento di nuovi impianti con varietà resistenti, nel rispetto della biodiversità territoriale (*).
La terza edizione del bilancio di sostenibilità è già programmata per il 2023. Nel piano triennale spiccano l’introduzione nel sistema di un “manager per la sostenibilità”, ritenuto fondamentale per organizzare in maniera ancora più organica ed efficace il lavoro di un’area verso la quale il settore intende orientarsi ancora più decisamente, così come l’obiettivo di salvaguardare le aree boscate di pregio, come elementi di biodiversità, espressione di un paesaggio caratteristico ma fonte anche di preziosi servizi ecosistemici utili anche per il settore produttivo agricolo ed un impegno di dialogo verso il mondo dell’apicoltura, che contribuisce ad arricchire l’ampio paniere di impegni di APOT per sostenere un processo già ampiamente positivo di sviluppo.
Più puntualmente il settore si pone inoltre l’obiettivo di adottare pienamente il Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata, arricchito da nuove sezioni rivolte all’ambiente ed al sociale, che porteranno tale strumento di certificazione ad essere un vero e proprio riferimento di sostenibilità misurata e dei miglioramenti prodotti, che potrà favorire e sostenere gli obiettivi di riduzione dell’uso di agrofarmaci (-5%) già evidenziati nel periodo 2017-2019.
Obiettivi precisi vengono mantenuti infine per quanto riguarda il settore “biologico”, che prevede un ciclo di assestamento dopo il deciso sforzo di crescita fino al 2019, mentre proseguirà il progetto di impianto di varietà resistenti alle patologie del melo in prossimità di aree sensibili (+ 50 ettari). In una fase di acuta sensibilità verso l’impiego di materiali a minore impatto, spicca l’obiettivo di una veloce transizione verso imballaggi totalmente sostenibili già al 2022.
“Siamo molto contenti della strategia adottata, improntata sulla trasparenza e sul dialogo, ma anche dei risultati ottenuti, che ci confermano la rispondenza alle esigenze sociali e di mercato ed oggi anche agli obiettivi della nuova politica comunitaria. – dichiara Ennio Magnani, presidente APOT. Questo percorso, che assieme alla Provincia autonoma di Trento ed all’assessore Giulia Zanotelli stiamo sviluppando con professionalità, costanza e coerenza, sta già dando i frutti sperati e ci permetterà di distinguere sempre di più il sistema frutticolo ed agricolo trentino per capacità di rispondere alle richieste sociali e di mercato. Il cammino prosegue, senza incertezze, prendendo in carico anche le osservazioni critiche ma professionali che ci vengono poste e rispondendo allo stesso tempo con numeri e fatti alle banalizzazioni che una ristretta minoranza ci riserva con straordinaria puntualità”.
Novità assoluta del nuovo bilancio è sicuramente il riferimento ai GRI Standard, una serie di parametri globalmente riconosciuti che regolano e aiutano aziende, istituzioni e soggetti di ogni genere nell’analisi delle misure dell’impatto ambientale che esercitano sul pianeta; fanno riferimento agli aspetti ambientali, sì, ma anche economici e sociali che ogni attività dovrebbe rispettare per non lasciare un’impronta negativa sull’ecosistema.
“La seconda edizione del bilancio costituisce dunque un’innovazione epocale nell’approccio alla sostenibilità da parte della frutticoltura trentina, poiché da documento di prevalente rendicontazione si trasforma in strumento di progettazione e programmazione delle attività future con le priorità individuate di concerto con tutti i portatori di interesse. – commenta Roberto Della Casa, presidente Agroter Group, coordinatore editoriale del documento - Strumento che va così ad affiancare i tradizionali tool economico-finanziari impiegati, rendendo ancor più pregnante la sostenibilità nel sistema imprenditoriale della frutticoltura trentina.”
“Acqua, sostenibilità ambientale e del sistema produttivo, biodiversità, economia e indotto, ma con un occhio di riguardo alle risorse umane e agli aspetti sociali. I dati presentati oggi da APOT mostrano come il mondo frutticolo trentino in questi anni abbia raggiunto risultati importanti, grazie anche all’insostituibile ruolo svolto dalla Fondazione Edmund Mach, con la sua attività di formazione delle aziende e di ricerca e sperimentazione agricola. – sono le parole dell’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli – L’attenzione verso la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari, l’innovazione e il ricambio generazionale, la ricerca e la tecnologia, sono pilastri importanti della crescita e del rafforzamento progressivo delle nostre aziende agricole trentine. Vorrei quindi rivolgere un ringraziamento ad APOT e alle aziende del Trentino che hanno saputo dimostrarsi resistenti e resilienti, conseguendo risultati di rilievo, certi che il percorso continuerà in questa direzione.”
(*) Bilancio di Sostenibilità 2020, l’analisi dei dati.
Molti i cluster analizzati nel Bilancio di Sostenibilità 2020, come la qualità del suolo e delle acque; l’impronta carbonica, il ricorso ormai totale a fonti di energia rinnovabile, i risultati nel settore del biologico con la concentrazione in grandi oasi biologiche, la biodiversità, l’introduzione delle varietà resistenti, l’apicoltura, la riduzione delle emissioni e dei fitofarmaci, il legame con il turismo, la situazione occupazionale. Ecco di seguito alcuni estratti:
Energie rinnovabili. La produzione complessiva del fotovoltaico è pari a oltre 6,5 milioni di KWh ed è sufficiente a garantire l’energia elettrica necessaria per l’illuminazione pubblica di una cittadina da 65.000 abitanti sulla base di un consumo pro capite di 100 Kwh, come stimato dall’Osservatorio sui consumi pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Oasi biologiche. Negli ultimi anni quattro anni in Trentino sono raddoppiati gli ettari di frutteti biologici, passati dai 510 del 2016 ai 1.071 del 2019. Il sistema Apot ha avuto un ruolo importante in questa crescita passando da 126 ettari nel 2016 a 475 nel 2019. Anche gli ettari di cultivar resistenti sono triplicati nello stesso orizzonte, da 48 sono passati a 154, centrando in ogni caso pienamente gli obiettivi programmati nel 2016.
Apicoltura. Rispetto la 2016 anche il numero di apicoltori nel territorio è aumentato, passando dai 1.755 del 2016 ai 2.060 del 2019 e da circa 25.000 ad oltre 35.000 arnie. Questi numeri dimostrano quanto il sistema produttivo trentino sia strutturalmente idoneo a una proficua simbiosi con le api, che sono un indicatore privilegiato di sostenibilità ambientale e un alleato fondamentale per la qualità dei frutti e per la sostenibilità economica.
Biodiversità: i risultati del monitoraggio annuale sul livello di biodiversità confermano un profilo molto positivo di vita nel suolo, con un punteggio di 137 dell’indice QBS (Qualità Biologica del Suolo) rispetto al massimo di 160.
Emissioni CO2. Secondo l’EPD (Enviromental Product Declaration), la frutticultura trentina è uno dei più virtuosi areali di produzione in Italia e ha registrato un miglioramento di 0,4 kg di Co2 equivalente per ogni chilogrammo di mele prodotte rispetto agli inizi del decennio e pari al 21%.
Fitofarmaci. L’adozione oramai generalizzata della produzione integrata è una delle massime espressioni dell’attenzione alla sostenibilità della frutticoltura trentina, attraverso un percorso fatto di una scelta continua di nuove molecole più virtuose sia sotto il profilo tossicologico e dell’impatto sull’ambiente, frequentemente anche in anticipo rispetto all’evoluzione delle normative europee e nazionali.
Dal primo bilancio del 2016 a quello del 2019 la riduzione media annua è stata di oltre il 30% in termini di kg di principi attivi per ha con un miglioramento del 30% del profilo di rischio.
Salubrità dei prodotti. Il sistema ortofrutticolo trentino è da sempre molto attento al tema della salubrità dei prodotti, tanto che continua ad utilizzare un apposito sistema di controlli particolarmente stringente. Dai controlli sui residui nelle mele, infatti, emerge che, negli ultimi quattro anni, sui 1.874 campioni analizzati il 99% è risultato conforme. Più in dettaglio, nell’arco temporale 2016 – 2019 sono state ricercate 886.034 sostanze attive, di cui il 99,9% ha dato risultato “non rilevabile” o con residuo inferiore al 30% del limite massimo ammesso dalla legge.
Ufficio Stampa Apot
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