L'articolo 97 della Costituzione, ultimo comma, stabilisce che l'assunzione presso la Pubblica amministrazione avvenga per concorso pubblico, demandando poi alla legge eventuali limitate deroghe. Il secondo comma dello stesso articolo impone alla Pubblica amministrazione di salvaguardare, ad ogni livello, l’obbligo di imparzialità. Obbligo di imparzialità che, per i concorsi, implica il rispetto di procedure trasparenti tali da evitare perfino il sospetto che possano essere messe in atto azioni non corrette.
Mi riferisco a due casi (fra i tanti che possono verificarsi), uno riferito ad una società pubblica ed il secondo ad un concorso bandito dalla Provincia.
Nel primo caso il concorso si è svolto regolarmente ed è arrivato fino alla fase di pubblicazione della graduatoria. Ma poi sono passati mesi prima che la società si decidesse ad assumere i vincitori. Una di questi – stanca di attendere e desiderosa di lavorare e garantirsi anche una autonomia finanziaria – ha cercato e trovato immediatamente lavoro, nello stesso ramo di attività, fuori provincia. Ciò ha comportato cercarsi un alloggio e ad allontanarsi dalla propria famiglia, dove – a parte ogni considerazione di carattere sociale ed affettivo – se fosse stata assunta a Trento avrebbe potuto risparmiare parecchio denaro non dovendo provvedere all'affitto ed altre spese inevitabili quando si è costretti a “metter su casa”.
Nel secondo caso la Provincia ha bandito la scorsa estate un concorso per assumere un ingegnere abilitato. A causa del COVID-19 lo svolgimento delle prove scritte è stato rinviato per ben tre volte e finalmente a marzo è stata stabilita la data del loro svolgimento (14 – 15 aprile) riservandosi di comunicare entro il 12 aprile le modalità tecniche di accesso.
A parte la considerazione sulla data, stabilita a marzo quando ancora non si poteva prevedere l’evoluzione della epidemia (molte regioni italiane sono ancora in “zona rossa” e le stesso Trentino lo era fino ad una settimana fa), rendere pubbliche sul sito della Provincia le modalità di svolgimento solo 2 giorni prima dello svolgimento delle prove fa sorgere qualche perplessità. C'è stato tutto il tempo per programmare lo svolgimento del concorso in modo da assicurare ai concorrenti tempi adeguati per organizzarsi. Non si può trascurare la circostanza che essendo vigenti prescrizioni che limitano i movimenti delle persone a causa della pandemia, tempi troppo ristretti possono di fatto impedire la partecipazione di qualche candidato. Non è una mera ipotesi teorica poiché ho ricevuto la giusta lamentela di un ingegnere che intendeva partecipare alla selezione, ma non ha potuto farlo essendo impiegato all'estero e quindi nella necessità di tempi più lunghi per potersi organizzare (programmare ferie, superare i controlli sanitari, la quarantena, ecc.).
Due casi, fra i tanti, di giovani trentini, laureati presso la nostra Università, e che hanno dovuto cercare lavoro altrove, per le lentezze nella assunzione, nel primo caso, e per le difficoltà a partecipare al concorso, nel secondo caso. Eppure si parla spesso della “fuga dei cervelli” verso altri lidi, ma la questione non sembra in realtà interessare più di tanto a chi governa il pubblico impiego.
Tanto premesso interrogo il Presidente della Provincia per sapere:
a. se non sarebbe stato opportuno far svolgere il concorso per ingegnere abilitato verso la fine di maggio, quando presumibilmente – almeno sulla base dell'esperienza dello scorso anno – la pandemia potrebbe ridimensionarsi e quindi favorire un ritorno alla “quasi normalità”;
b. per quali ragioni ciò non è avvenuto, e, in ogni caso, perché nella programmazione dei tempi di svolgimento delle varie fasi del concorso, i candidati non sono stati aggiornati sulle scadenze con un più largo anticipo. Non costava nulla ed avrebbe allontanato sospetti sull’imparzialità della Pubblica amministrazione.
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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