Nel gennaio scorso ho interrogato l’assessora alla sanità per sapere se si sia rilevato in Trentino un aumento di disagio psicologico nella popolazione dovuto al Covid. La risposta parrebbe rassicurante. Infatti sembrerebbe che i numeri di richieste di sostegno psicologico non siano aumentate in modo significativo e l'impressione è che ci sia un trend più o meno costante. Rileva però che si è riscontrato un significativo aumento di disturbi alimentari negli adolescenti e anche in generale di sintomatologie caratterizzate da maggiori gravità dei sintomi e del disagio emotivo (es. tentati suicidi negli adolescenti).
Nella risposta si evince anche che al momento le strutture sanitarie pubbliche riescono a rispondere alle richieste. Si ammette che le situazioni “di rischio” sono molte e probabilmente in aumento e che sia necessario raccogliere dati in maniera rigorosa prima di dare numeri certi sul fenomeno in corso.
All’interno del dibattito intercorso nel XXII congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia gli esperti hanno sottolineato come il Covid non porta e porterà con sé solo emergenza sanitaria ma avrà ripercussioni economiche, emotive e culturali tali da agire come un moltiplicatore senza precedenti del malessere psichico. Da ricerche risulta che metà delle persone contagiate manifesta disturbi psichiatrici con un'incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un'incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale.
Il disagio psichico portato dal Covid riguarda anche chi non è stato toccato direttamente dal virus: fra i familiari dei circa 86.000 pazienti deceduti, almeno il 10% andrà incontro a depressione entro un anno. La crisi economica provocata dalla pandemia incrementa a sua volta il disagio mentale in tutta la popolazione: il rischio di depressione raddoppia in chi ha un reddito inferiore ai 15.000 euro all'anno e triplica in chi è disoccupato. Si stima così che saranno almeno 150.000 i nuovi casi di depressione dovuti alla disoccupazione da pandemia, ma la situazione potrebbe persino peggiorare perché tutte le condizioni di fragilità sanitaria, emotiva, sociale che si stanno creando nel Paese non sommano, ma moltiplicano esponenzialmente le loro conseguenze negative sul benessere psicofisico della popolazione. Ad alto rischio soprattutto donne, giovani e anziani; le prime sono le più toccate dalle ripercussioni sociali e lavorative, i secondi hanno visto modificarsi la loro vita di relazione e patiscono gli effetti della crisi sull'occupazione e gli anziani, più fragili di fronte ai contagi e disturbi mentali.
Dati che preoccupano. Chi si trova di fronte ad un'emergenza psicologica acuta, tipo stati d'ansia e di panico, pensieri o atti suicidi, crisi legate alle dipendenze e all'astinenza, traumi e stress post traumatici, mobbing, stati d'animo depressivi, esaurimenti nervosi, escalation di conflitti legati alla coppia, alla famiglia o all’abbandono, aggressività, lutti, spesso non sa dove rivolgersi nell’immediato.
Le strutture di pronto soccorso negli ospedali dispongono di pochi psicologi e psicologhe.
Per rispondere a tali richieste in alcune città come Roma, Catania e altre è stato istituito un pronto soccorso psicologico, liberamente accessibile alle cittadine e cittadini sette giorni su sette.
I richiedenti possono utilizzare il servizio senza prenotazione pagando un ticket.
Viene fornito un primo consulto, un colloquio che in molti casi è di primaria importanza per arginare un momento di grave crisi. Poi, a seconda della gravità, le persone vengono dirottate verso le strutture dedicate.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
1. se ritenga che sarebbe utile verificare, anche attraverso un progetto pilota, la possibilità di istituire un pronto soccorso psicologico presso gli ospedali trentini, garantendo la presenza di psicologi e psicologhe h24;
2. quanti psicologi e psicologhe sono a disposizione nei pronto soccorso degli ospedali trentini e in quali fasce orarie;
3. se ritenga possa essere utile prevedere la presenza continuativa di psicologhe e psicologi anche in altre strutture sanitarie quali residenze per anziani, centri per lungodegenti e altri.
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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