L’impresa brianzola aprirà in Be Factory una facility per l’analisi chimica e morfologica customizzata e l’osservazione in tempo reale delle cellule vive.
Cosa hanno in comune una cucchiaiata di gelato, una zolla di terreno contaminato, una protesi dentaria e una cellula tumorale? La possibilità di essere “passate al microscopio” con strumentazioni d’avanguardia in Progetto Manifattura a Rovereto. Nell’hub per la sostenibilità e le biotecnologie di Trentino Sviluppo arriva infatti Media System Lab. L’impresa brianzola, in corso di insediamento nei nuovi spazi Be Factory, si prepara a costruire una realtà laboratoriale d’avanguardia nell’ambito della microscopia. La facility lavorerà nel campo delle scienze della vita e dei materiali e sarà aperta alle collaborazioni con le imprese, i centri di ricerca e gli istituti tecnici del territorio. Tra le dotazioni a disposizione ci sono microscopi elettronici a scansione e trasmissione con una risoluzione che arriva ai nanometri e strumentazioni innovative per l’analisi in tempo reale, ovvero senza preparazione del campione, di cellule vive. In attesa di approntare gli spazi, sono cominciati i colloqui per le assunzioni di 3 giovani laureati o periti diplomati in chimica, fisica, elettrotecnica e meccatronica.
Nell’aprile del 1998 – da un’idea di Luca Mariani condivisa poi con il padre Franco e il fratello Matteo – nasceva a Macherio in Brianza Media System Lab. Oggi, l’impresa festeggia i 23 anni di attività con l’apertura di una nuova sede a Rovereto, negli spazi Be Factory di Progetto Manifattura.
«Abbiamo scelto il Trentino per due motivi – spiega Luca Mariani – innanzitutto perché è un luogo bello da vivere e poi perché è terreno fertile per imprese come la nostra, che vogliono crescere, desiderose di internazionalizzarsi e di costruire cordate con altre realtà di dimensioni simili per fare ricerca».
Media System Lab lavora infatti in un settore in rapida evoluzione, quello della microscopia. Nello specifico, l’azienda customizza, configura e vende microscopi elettronici – sia a scansione che a trasmissione – e strumenti all’avanguardia come Nanolive, un dispositivo che permette di analizzare in tempo reale cellule vive, azzerando il tempo di preparazione dei campioni e anche il rischio di errore o contaminazione umana a questo correlati.
Numerose, ma ancora poco diffuse in Italia, le sue applicazioni nell’ambito della ricerca medica e in particolare dell’oncologia. Tanti poi gli impieghi dei microscopi, con una risoluzione che arriva ai nanometri, anche nell’ambito del testing dei materiali. Dal controllo delle protesi dentarie, alla verifica della presenza di amianto passando per l’analisi della vernice grazie a una particolare camera pressurizzata che – quasi come un micro acceleratore di particelle – crea il vuoto impedendo il risucchio della goccia.
Senza trascurare le applicazioni più curiose, come l’analisi della quantità dei grassi delle mozzarelle per evitare che la pizza risulti troppo “bagnata” o, sempre in campo agroalimentare, la collaborazione con un importante centro di ricerca per ricostruire sotto il fascio degli elettroni del microscopio la perfetta combinazione di grassi e zuccheri che rende il gelato “perfetto”. O ancora la collaborazione con Bonfiglioli per controllare la composizione degli oli dei riduttori.
Un lavoro, dunque, che spazia dagli ambienti super-contaminati come i suoli industriali abbandonati alle camere bianche di università e centri di ricerca. Fondamentale poi l’uso della tecnologia che – tramite speciali app o occhialini con fotocamera – permette ai tecnici di Media System Lab di assistere i clienti da remoto.
«La cosa incredibile – continua Mariani – è avere a che fare con invenzioni sempre nuove, che magari vedranno la luce tra dieci anni oppure addirittura si areneranno. Oppure scoprire come sono fatti alcuni elementi del nostro quotidiano. Io per esempio, sono rimasto affascinato dall’analisi della struttura del cemento».
E in attesa di ultimare l’approntamento degli spazi laboratoriali, Media System Lab – che conta 10 dipendenti ripartiti tra Macherio, Roma e Rovereto – sta già vagliando i curricula di alcuni giovani trentini laureati e diplomati in chimica, fisica, elettrotecnica o meccatronica per ampliare l’organico nella sede di Rovereto che conterà 6 dipendenti.
Immagini e interviste a cura dell’Ufficio Stampa
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