È di ieri il comunicato stampa con cui la Provincia annuncia «Smart working: proseguono i lavori per la creazione del distretto Trentino intelligente». Nel testo si afferma: «L’iniziativa sta prendendo forma grazie all’adesione degli stakeholder territoriali ai lavori dei tavoli previsti dall'atto di indirizzo approvato lo scorso dicembre [...] partecipano i portatori di interesse datoriali del sistema pubblico e privato, oltre che le organizzazioni sindacali». I segretari dei sindacati della funzione pubblica – Luigi Diaspro (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Marcella Tomasi (Uil Fpl) – tengono a sottolineare come in realtà, ad oggi, il tavolo sui comparti pubblici non sia stato ancora avviato.
Sullo smart working, infatti, i sindacati confederali delle categorie pubbliche, sin dal mese di maggio dello scorso anno in pieno lockdown, hanno posto il tema di una necessaria regolamentazione nella contrattazione collettiva. «Una cosa particolarmente urgente, perché l’emergenza sanitaria si prolunga e l’impatto del lavoro agile sui lavoratori – e ancora più sulle lavoratrici – si fa sempre più pesante considerata anche l’apertura a singhiozzo delle scuole e dunque la necessità di tenere un occhio sul pc portatile (quasi sempre quello privato, personale) e l’altro sui bambini magari collegati in dad».
Oltre allo smart working, sono altri due i temi di particolare urgenza e necessità che riguardano il comparto: l’assenza ad oggi delle risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e quelle per il riordino professionale. «Dopo lunghissima insistenza, lo scorso 29 marzo si è finalmente insediato il tavolo per la revisione dell’Ordinamento Professionale in Apran. Una classificazione vecchia di 20 anni: le professioni sono cambiate, l’età media è aumentata, sono cambiati i titoli di studio e professionali richiesti per l’accesso, così come l’obbligo di iscrizione agli ordini professionali, pensiamo alla sanità ma non solo. Insomma il sistema va rivisto nella sua interezza».
È dunque il momento di incontrare di persona anche Fugatti, per chiarire in modo conclusivo le intenzioni della Giunta per il finanziamento di queste due importanti partite che riguardano la qualità dei servizi pubblici, sanità in testa, sul territorio oltre che la valorizzazione di chi ci lavora».
La cosa sconcertante è che la Provincia di Trento, da sempre riferimento avanzato della pubblica amministrazione in Italia, in testa alle classifiche di efficienza e presa ad esempio dagli altri territori, con Fugatti arriva irrimediabilmente ultima. Il Governo Draghi, infatti, ha confermato le risorse per i rinnovi contrattuali e si è impegnato, col protocollo del 10 marzo sottoscritto dalle Confederazione Cgil, Cisl e Uil, a stanziare distinte e ulteriori risorse nel 2022 per il riordino professionale. Nell’autonomo Trentino, invece, le risorse sono pari a zero. «Ci sono molti settori in difficoltà dove si sta dirigendo l’attenzione della giunta e questo è giusto, ma sarebbe inammissibile che il solo Trentino non rinnovi i contratti pubblici e l’ordinamento professionale, oltre ad aprire un tavolo di discussione per innovare profondamente la P.A. trentina. Ne va della qualità dei servizi».
Ufficio stampa FP CGIL - CISL FP - UIL FPL
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