Debutta all’Università di Trento dal prossimo anno accademico 2021/22 un nuovo corso di laurea magistrale che punta sullo sviluppo di competenze solide di ingegneria accanto a capacità economico-organizzative e interdisciplinari. Punti di forza del nuovo corso l’orientamento all’innovazione, la varietà di competenze, un corpo docente giovane e dinamico con cui confrontarsi, i legami con il mondo produttivo. Il direttore del Dipartimento di Ingegneria industriale, Dario Petri: «Abbiamo disegnato il percorso insieme all’industria. Nell’approccio multidisciplinare sta la chiave per gestire processi industriali complessi che richiedono costante orientamento all’innovazione». Plauso di Confindustria Trento per il nuovo percorso formativo.
Come saranno i futuri ingegneri e ingegnere di domani? Qualche anticipazione la si coglie guardando al piano di studi del nuovo corso di laurea magistrale in Ingegneria gestionale, che debutterà a partire dal prossimo anno accademico 2021/22 all’Università di Trento. Gli ingredienti sono già tutti lì: solidi insegnamenti di base dell’ingegneria classica, mixati con competenze multidisciplinari; corsi per sviluppare capacità economico-organizzative e sulla gestione dell’innovazione, con un occhio alla sostenibilità e alla digitalizzazione dei processi produttivi; un percorso tutto in inglese e un corpo docente giovane, sotto i 40 anni per gli insegnamenti fondamentali. Ha un carattere dinamico e fortemente internazionale il nuovo corso di laurea, un tassello che mancava nell’offerta didattica del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Ateneo trentino, progettato in sintonia con i partner del mondo economico e produttivo.
Aperto a studenti e studentesse italiani o esteri, il corso di laurea magistrale – Management and Industrial Systems Engineering è il nome completo – vuole formare a una visione d’insieme nell’approccio alle tecnologie digitali. Quello che serve per gestire i sistemi industriali moderni che sono estremamente complessi e che richiedono competenze non esclusivamente nel campo dell’ingegneria classica. La preparazione sarà infatti completata e integrata da esperienze di laboratorio e elementi di cultura aziendale forniti tramite seminari, lezioni e tirocini. Il corso è in attesa dell’accreditamento formale da parte del ministero, previsto solitamente entro l’inizio estate. Per l’ammissione richiede il possesso di una laurea triennale nell’ambito dell’ingegneria industriale o eventualmente in altri ambiti, previa la valutazione di una commissione in questo ultimo caso. Le modalità saranno rese note dal mese di giugno sulla pagina di Ateneo dedicata alle ammissioni 2021/22 (infostudenti.unitn.it). Ma già ora sono aperte, fino al 31 marzo, le iscrizioni di studenti e studentesse non europei e non residenti in Italia per i quali le tempistiche sono in linea con quelle internazionali.
Due i curricula in cui si articola il percorso di laurea magistrale: Design and Sustainability e Management and Digitalization. Entrambi i percorsi garantiscono una preparazione specifica in settori affini all'ingegneria gestionale e dei sistemi industriali, quali l’ottimizzazione matematica, la gestione della qualità, la digitalizzazione dei processi, la sostenibilità ambientale, la gestione del ciclo di vita dei prodotti, l’economia circolare.
«A chi opera in questi contesti è oggi richiesto di accogliere l’innovazione tecnologica e farla diventare prassi quotidiana in sistemi ad alto tasso di complessità» spiega Francesco Pilati, responsabile del corso di laurea. «Per questo nel disegno del corso di laurea abbiamo puntato sullo sviluppo di capacità economico-organizzative e competenze multidisciplinari, accanto a quelle scientifiche e tecniche». Il percorso formativo fornisce una competenza molto solida e bilanciata, sia nelle discipline tecniche, sia in quelle relative alla gestione della complessità sistemica dell’industria moderna. Non manca tra gli insegnamenti una parte che tiene conto degli aspetti economico-organizzativi e delle sfide derivanti dalla sostenibilità ambientale e dalle tecnologie digitali nello sviluppo industriale.
Un unicum nel panorama formativo universitario italiano: «Gli insegnamenti offerti mirano alla progettazione e gestione di sistemi produttivi che sanno sfruttare le tecnologie digitali e che tengono conto della personalizzazione estrema richiesta oggi dai clienti – prosegue Pilati. I nostri laureati e laureate sapranno gestione in modo evoluto ed efficace gruppi di lavoro inter e multi disciplinari anche localizzati geograficamente in luoghi diversi e che collaborano con strumenti informatici. Conosceranno gli strumenti chiave della manifattura additiva e dello stampaggio 3D e sapranno gestire l’impatto sulla progettazione e sulla prototipazione rapida dei prodotti. Infine, sapranno fare i conti con l’incertezza, il rischio e la dinamicità del contesto attuale grazie alle competenze sviluppate, all’approccio quantitativo allenato negli anni di corso per gestire circostanze e alle conoscenze in fatto di tecnologie innovative e intelligenza artificiale».
«Nel disegnare questo nuovo corso di laurea ci siamo interrogati sulle competenze che vengono richieste oggi agli ingegneri e alle ingegnere. E lo abbiamo fatto confrontandoci con i referenti di molte realtà industriali locali, nazionali e anche internazionali con cui il Dipartimento ha da tempo rapporti di collaborazione» aggiunge Dario Petri, direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale. «Quello che crediamo serva oggi alle imprese e alle industrie sono persone capaci di comprendere come funziona l’innovazione, gestire le tecnologie digitali abilitanti per i sistemi produttivi e controllare l’efficienza di processi di automazione e industriali. Le industrie oggi sono sistemi complessi, dinamici, in cui l’innovazione di prodotto, di processo, di mentalità deve diventare una prassi, un orientamento costante. Chi ci opera deve padroneggiare, oltre che i macchinari in costante evoluzione tecnologica, anche i rapidi cambiamenti organizzativi, intuire e intercettare le direzioni del mercato. Perché la nuova rivoluzione industriale è già qui, nelle nostre aziende. Ed è fatta di persone che sanno come governare processi delicati, tecnologie e competenze che devono integrarsi e operare al meglio per produrre in modo efficiente e innovativo».
Un plauso anche dal comparto industriale al progetto. Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento: «In questo momento storico, al management di un'impresa è richiesta una competenza che travalichi le specializzazioni tradizionali. L’impulso alla digitalizzazione che pervade tutti gli ambiti del vivere quotidiano costituisce un'opportunità irrinunciabile per la riconversione dei processi industriali, ma occorrono profili capaci di governarla. Ci rallegriamo per il debutto di questo corso di laurea, e per avere offerto elementi utili alla progettazione del percorso da parte dell’Università di Trento».
(a.s.) Ufficio stampa Università di Trento
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