L’Università di Trento e l’azienda trentina Optoi protagoniste di un progetto europeo per la diagnosi precoce dei tumori della prostata e dei testicoli. Obiettivo: sviluppare un metodo innovativo e affidabile per scoprire fin dall’inizio due forme frequenti di cancro maschile. Scritto nel primo lockdown dimostra che ricerca e impresa trentine continuano a occuparsi di lotta oncologica nonostante Covid-19: «Nell’emergenza sanitaria le persone malate di cancro e le loro famiglie non devono essere dimenticate».
Un’intercettazione di tweet per battere il cancro sul tempo. È l’intuizione alla base di un progetto europeo per la diagnosi precoce dei tumori della prostata e dei testicoli. Il primo è la neoplasia in assoluto più frequente tra gli uomini e, sopra i 50 anni, colpisce un malato oncologico ogni cinque (19%), mentre il tumore ai testicoli rappresenta il 12% dei casi al di sotto dei 50 anni di età (Fonte Istituto Superiore di Sanità). Si è nell’ordine, rispettivamente, di 44 mila e 2300 nuovi casi attesi in un anno solo in Italia (Fonte Fondazione Umberto Veronesi).
Lo studio coinvolge un consorzio di università e aziende grazie a un finanziamento europeo complessivo di 760mila euro per un progetto di ricerca (“diaRNAgnosis”), che è partito a gennaio e che durerà quattro anni. L’evento di lancio è avvenuto nei giorni scorsi, durante un incontro di presentazione online che ha visto collegati i vari partner dai rispettivi Paesi. In Spagna operano le aziende DESTINA, coordinatrice del progetto, e Nanogetics e l’Università di Granada. Nei Paesi Bassi c’è Princes Maxima Centre, un centro di oncologia pediatrica. Infine c’è l’Italia con l'Università di Catania e due realtà trentine. Innanzitutto, l’Università di Trento, con il gruppo di ricerca di Michela Denti del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio) e poi l’azienda Optoi, focalizzata fin dalla sua costituzione sulle attività di produzione di componenti microelettronici ottici e sensori optoelettronici intelligenti.
Il progetto è stato finanziato dalla Commissione europea tramite il programma Marie Skłodowska-Curie actions come Research and Innovation Staff Exchange Grants, categoria che promuove la collaborazione internazionale e intersettoriale per condividere conoscenze tra il mondo accademico e quello industriale in Europa.
«Sappiamo che le cellule tumorali lanciano alle altre cellule dei brevi messaggi. Noi andiamo a intercettare questi tweet per scoprire l’eventuale presenza di forme di cancro alla prostata e ai testicoli, fin dalle prime fasi». Questa l’immagine con cui Michela Denti spiega il metodo innovativo e affidabile sviluppato per rilevare i tumori già alla loro insorgenza. Il metodo è basato sulla misurazione di piccole molecole di RNA (microRNA) circolanti nel sangue. Spiega: «Se l’RNA è il linguaggio delle cellule, i microRNA sono le parole con cui le cellule, anche quelle tumorali, comunicano tra loro. Queste piccole molecole sono “confezionate” in vescicole e sono “spedite” dalle cellule nel sangue, come dei tweet di un numero limitato di parole. Noi intercettiamo questi “tweet” e misuriamo la quantità di alcuni microRNA, che usiamo come marcatori, cioè indici della presenza di cellule tumorali fin dalle fasi iniziali» precisa. L’obiettivo è realizzare un dispositivo biotecnologico per misurare i microRNA circolanti nel sangue attraverso la biopsia liquida, che possa essere impiegato per la diagnostica e la prevenzione.
Il progetto è stato scritto nei mesi del primo lockdown e dimostra che la ricerca e l’impresa trentine continuano a occuparsi di lotta al cancro nonostante la pandemia. «Le persone malate e le loro famiglie non devono essere dimenticate» ammonisce la professoressa Denti. «L’emergenza sanitaria ha portato a concentrare attenzione e risorse su Covid-19. Cancro, malattie rare e croniche e tutto il resto sono passati in secondo piano». Per mancanza di posti, di mezzi e per precauzione. «Le persone malate e le loro famiglie, però, non devono essere dimenticate» prosegue Denti. «Anche perché, abbassare la guardia, vuol dire peggiorare la situazione e trovarsi poi a prendere in carico persone con situazioni gravi e compromesse, con minori possibilità di successo nella cura».
In generale, Denti si sofferma sull’importanza di investire con costanza nella ricerca: «Occorre investire in tempo di pace per essere pronti a intervenire in tempo di guerra, ovvero bisogna studiare e sviluppare in continuazione metodi e soluzioni per essere in grado di affrontare in modo efficace le nuove crisi sanitarie che si possono presentare nel nostro mondo ormai globale e interconnesso». Un esempio? «In tanti oggi si sorprendono per la rapidità con cui si è arrivati ai vaccini per il Coronavirus, ma non si ricorda abbastanza che sono in buona parte frutto della ricerca che era stata condotta negli anni scorsi per contrastare la Sars, l'epidemia della sindrome respiratoria acuta grave che si era diffusa nel continente asiatico e il virus Zika, e delle innovazioni messe in atto negli ultimi 20 anni per approntare terapie geniche o basate sull’RNA volte a curare le malattie genetiche».
Da Optoi sottolineano l’importanza dello scambio tra ricerca universitaria e mondo imprenditoriale. Alfredo Maglione, presidente di Optoi, ricorda: «Siamo nati a Trento nel 1995 da uno dei primissimi spin-off tecnologici della Fondazione Bruno Kessler e con FBK abbiamo mantenuto un intenso rapporto di collaborazione scientifica, coltivando una elevata specializzazione nella fornitura al mercato di dispositivi in silicio. Oggi siamo un punto di riferimento per il settore industriale e dei veicoli speciali, e con soddisfazione stiamo crescendo a livello internazionale in ambito aerospaziale e biomedicale. Nel corso degli anni abbiamo costruito un percorso di partenariato virtuoso con il Cibio, prima centro e ora dipartimento dell’Università di Trento, permettendo lo sviluppo di sinergie efficaci e competitive verso un’innovazione concreta. L’azienda dispone di un team multidisciplinare per la realizzazione di soluzioni innovative volte a semplificare e a rendere più affidabile la rilevazione di biomolecole circolanti, fornendo un valido supporto al personale medico e alla biofarmaceutica».
(e.b.) Ufficio stampa Università di Trento
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