Chiunque può accedere a Internet e usare i mezzi di comunicazione social per lanciare messaggi, esprimere la propria opinione, raccontare storie, lanciare iniziative e proprio questo è il bello della rete.
Purtroppo però ancora troppe persone sono poco consapevoli dell'effetto che un messaggio espresso in rete può provocare. Talvolta può creare vere e proprie ondate di violenza. Seppure a parole, seppur filtrata da uno schermo, chi subisce questi attacchi vive un'esperienza di vera violenza. Ecco perché è importante creare uno scudo difensivo efficace a protezione di ogni persona che viene offesa, discriminata, attaccata sulla rete. Ogni persona può essere vittima di questo odio, tuttavia esso colpisce di più donne e ragazze e contro di loro la violenza assume immancabilmente i caratteri del sessismo. Pensiamo alle donne esposte nella sfera pubblica (politiche, giornaliste, docenti, ecc.) quando vengono criticate, vengono molto spesso attaccate sul loro aspetto e sul loro corpo con l'obiettivo di umiliarle e di zittirle. Lo notiamo tutti i giorni: donne di destra e di sinistra, di qualsiasi professione, se esposte pubblicamente, prima o poi vengono colpite e sbeffeggiate per il loro aspetto fisico. Se poi osano prendere posizione su temi sensibili come i diritti di genere, migranti, rifugiati e minoranze linguistiche o religiose, gli attacchi diventano sempre più violenti e sessisti.
Nel 2020 Amnesty International Italia ha reso pubblici i risultati di una ricerca chiamata Barometro dell'odio - Sessismo da tastiera. La ricerca è stata svolta tra novembre e dicembre 2019 e ha preso in analisi i contenuti relativi a 20 personalità note, 10 donne e 10 uomini, valutando complessivamente 42.143 commenti. Dall'analisi è emerso che il 14% dei commenti risulta essere offensivo, discriminatorio o hate speech. Quando però il tema oggetto della discussione è “donne e diritti di genere” l'incidenza dei commenti offensivi sale al 29%. Le donne vengono attaccate più spesso, rispetto agli uomini e uno su tre di questi attacchi risulta essere di carattere sessista. Negli attacchi personali alle donne il tasso di hate speech è del 2,5%, mentre per gli uomini è dell'1,6 per cento. Se si tratta di personaggi promotori dei diritti delle persone Lgbt, i commenti di odio sfiorano il 40%.
Il tema è quindi di attualità e sempre più pressante. La Provincia di Trento promuove progetti nelle scuole contro il cyberbullismo e per l’uso consapevole dei social media. Molte iniziative vengono organizzate anche dalle scuole stesse. Tuttavia, la scuola non può fare tutto e ogni progetto scolastico può moltiplicare la sua efficacia solo se al suo esterno si affermano il ripudio della violenza e una cultura del dialogo.
Serve quindi un intervento a largo raggio nella società e nella pubblica opinione e qui la Provincia trova il suo spazio di azione. Le persone offese non vanno lasciate sole e la stessa Provincia ha la possibilità di promuovere azioni per prevenire l’odio e scoraggiarlo, per promuovere una cultura del dialogo, per creare un ambiente solidale e protettivo, per diffondere esempi di solidarietà, non violenza e coraggio civile, per motivare uomini (questi particolarmente importanti, poiché le vittime in maggioranza sono donne!) e donne a fare da testimoni contro l'odio e il sessismo.
Tutto ciò premesso il Consiglio della Provincia autonoma di Trento
impegna la Giunta provinciale a:
1. realizzare – in stretta collaborazione con i diversi soggetti interessati, come ad esempio la Commissione pari opportunità, i rappresentanti dei media, il comitato provinciale per le comunicazioni, artisti e artiste, persone attive per i diritti umani, l'Università di Trento, la consulta degli studenti, la consulta dei genitori, associazioni impegnate per i diritti e il rispetto, enti e centri di competenza e così via – una campagna di sensibilizzazione per una comunicazione rispettosa e non violenta, contro l'odio e la violenza sessista sul web;
2. coinvolgere, dal mondo della politica, della cultura, del giornalismo, dell'arte, uomini (soprattutto) e donne, disposti a rendersi testimonial per una tale campagna di sensibilizzazione;
3. diffondere la campagna di sensibilizzazione per una comunicazione rispettosa e non violenta, contro l'odio e la violenza sessista sul web su tutti i mezzi di comunicazione disponibili sul territorio provinciale (giornali, testate online, TV, radio, social media, ecc.).
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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