“Come gruppo PATT abbiamo presentato un atto politico per chiedere alla Giunta provinciale di considerare anche il benessere psicologico delle persone, investendo sulle figure degli psicologi considerando la loro esperienza.”
La prima firmataria e proponente del documento è stata la consigliera Paola Demagri, che assieme ai colleghi Michele Dallapiccola e Lorenzo Ossanna ha sollevato la questione.
Quando si parla di Salute del cittadino, non ci si riferisce solamente ad una questione di benessere biologico, ma anche allo stato psicologico delle persone.
Questo concetto è confermato da tempo dalla letteratura scientifica ed è fatto proprio dalla stessa OMS. Le competenze e gli ambiti in cui si esplica la professione psicologica sono la “prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità”, come normato dalla legge 56/89.
In questo periodo che ormai dura da un anno, da quando per la prima volta nella storia recente del nostro territorio si sono imposte delle limitazioni alla libertà individuale e collettiva di tutti. Basti pensare allo stravolgimento delle vite di tutti attraverso periodi di lockdown, blocco dello spostamento fra regione o territori e, più recentemente, al coprifuoco imposto su tutto il territorio nazionale.
In questa fase è emerso in maniera sempre più chiara per tutte le fasce d’età della popolazione la crescita esponenziale della domanda di assistenza psicologica.
La pandemia che stiamo vivendo tutti e che tutti stanno subendo, dovrebbe far riflettere su alcune questioni. In particolare possiamo affermare che gli psicologi sono stati letteralmente ignorati sia dalla politica che dai mezzi di comunicazione, che hanno preferito interpellare virologi, infettivologi, epidemiologi, fisici e statistici.
Certamente tutte queste figure sono fondamentali per ragionare sul contrasto al diffondersi del coronavirus Covid-19 ed è giusto sentire il loro parere, ma per quanto riguarda la condizione psicologica delle persone e per fare luce sulle fragilità delle persone è opportuno ascoltare anche i professionisti di questo settore.
Mai come in questa contingenza storica drammatica si pone davanti ad ognuno di noi una sfida: ricordare la centralità della Psicologia, coi suoi professionisti come promotori di risorse adattative, al fine di creare salute e accompagnare i cittadini con attività di supporto e di consulenza attraverso l’organizzazione di rete e il lavoro integrato fra medici, infermieri e altre figure professionali. Serve un lavoro di team fra la politica, i mezzi di comunicazione e chi si occupa della mente delle persone e del loro stato emotivo, “mettendo a sistema” questi professionisti, mediante idonee forme di coordinamento di queste risorse professionali.
Come risposta all’emergenza pandemica, al fine di consentire ai medici di medicina generale, ai pediatri e ai medici di continuità assistenziale di garantire l’attività assistenziale ordinaria, sono state costituite le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (in sigla U.S.C.A) attraverso il Decreto legge n°14 del 9 marzo 2020. Queste unità speciali servono per curare i pazienti sul territorio e servono proprio come supporto al sistema sanitario al fine di facilitare ed avvicinare gli interventi nei confronti dei cittadini. Si ritiene che nelle USCA strutturate nei vari territori, vada incardinato anche il servizio psicologico, sviluppando dei protocolli urgenti per fornire supporto ai cittadini, pensiamo alle persone in isolamento, in quarantena, alle persone che hanno i loro cari ricoverati, a quanti sono costretti a lutti vissuti senza l’accompagnamento, e alle stesse categorie sanitarie che vivono da mesi in una condizione particolarmente difficile.
Per questo i Consiglieri del PATT hanno chiesto alla Giunta provinciale se ritiene di implementare anche la figura dello psicologo nelle USCA, al fine di considerarle delle equipe multi-professionali.
Ufficio stampa PATT
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