La Corte costituzionale ha depositato le motivazioni della sentenza n. 21/2021 che tratta il caso della madre intenzionale esclusa dalla madre biologica dalla vita delle loro figlie. La Consulta usa parole chiare e nette per certificare la discriminazione di cui sono vittima i figli nati dall’amore di due persone dello stesso sesso. Scrive la Corte che “risulta evidente che i nati a seguito di PMA eterologa praticata da due donne versano in una condizione deteriore rispetto a quella di tutti gli altri nati, solo in ragione dell’orientamento sessuale delle persone che hanno posto in essere il progetto procreativo” e che questi minori “vedono gravemente compromessa la tutela dei loro preminenti interessi”. Proprio gli elementi del caso concreto, ampiamente descritti dal Tribunale di Padova, “svela[no] una preoccupante lacuna dell’ordinamento nel garantire tutela ai minori e ai loro migliori interessi”. Con la sentenza i giudici costituzionali mettono nero su bianco quella che è la violazione realizzata dall’Italia degli obblighi internazionali e della Convenzione europea in particolare.
Il monito severo ed eloquente al Parlamento a provvedere c’è tutto: “questa Corte non può esimersi dall’affermare che non sarebbe più tollerabile il protrarsi dell’inerzia legislativa, tanto è grave il vuoto di tutela del preminente interesse del minore, riscontrato in questa pronuncia”. E tuttavia, ad avviso della Consulta, “al riscontrato vuoto di tutela dell’interesse del minore, che ha pieno riscontro nei richiamati principi costituzionali, questa Corte ritiene di non poter ora porre rimedio. Serve, ancora una volta, attirare su questa materia eticamente sensibile l’attenzione del legislatore, al fine di individuare, come già auspicato in passato, un «ragionevole punto di equilibrio tra i diversi beni costituzionali coinvolti, nel rispetto della dignità della persona umana» (sentenza n. 347 del 1998). Un intervento puntuale di questa Corte rischierebbe di generare disarmonie nel sistema complessivamente considerato”.
Vi è quindi un danno certo, riconosciuto dalla Corte, per le due figlie di “mamma Vale”, vi è una certificata violazione della Convenzione europea. E nonostante tutto, la Corte non tutela queste minori, limitandosi ad ammonire, pur in maniera assai severa e senza precedenti, il Parlamento. Per l’avv. Alexander Schuster, che ha assistito Valentina unitamente ai professori avvocati Vittorio Angiolini, Sara Valaguzza e Ugo Salanitro, “siamo di fronte ad una sentenza corretta e condivisibile quanto denuncia la discriminazione, il danno e la sofferenza che stanno patendo le due bambine a causa di un vuoto abissale nel diritto italiano. E tuttavia, alla fine certifica altresì che la tutela imposta dalla nostra Costituzione, pur a fronte di pesanti violazioni dei diritti fondamentali dei minori, può essere congelata e giacere per ora nel limbo della discrezionalità del Legislatore, il quale, se la storia degli ultimi decenni non l’avesse fatto intendere, ammesso che intervenga, non interverrà certo con tempi adeguati per tutelare già oggi queste bambine.
Un comunicato stampa condiviso del collegio difensivo e con eventuali dichiarazione della cliente sarà diramato nel pomeriggio.
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avv./RA Alexander Schuster, Ph.D. (Strasbourg)
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