Solidità patrimoniale e redditività consentono al sistema del credito cooperativo trentino di sostenere l’economia e garantiscono un bilancio positivo.
In crescita la raccolta (+7,6%) e i prestiti (+3,5%). Utile a 50 milioni; oltre 9 milioni di erogazioni ad alto valore sociale per i territori.
Anche per le Casse Rurali Trentine il 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza sanitaria e dalla conseguente necessità di far fronte alle esigenze straordinarie di liquidità delle imprese e delle famiglie. Il lockdown forzato e prolungato di molte attività economiche ha avuto ripercussioni negative in termini di calo dei fatturati, ricorso alla cassa integrazione e difficoltà a far fronte agli impegni finanziari nei confronti del sistema bancario.
Per affrontare la difficile situazione sono state varate numerose iniziative: moratorie dei crediti, garanzie pubbliche e dei Confidi, contributi provinciali a copertura degli interessi sulle nuove erogazioni alle imprese. Tra queste anche il protocollo d’intesa Provincia-Banche e il plafond “Ripresa Trentino”, che hanno visto una massiccia partecipazione del sistema delle Casse Rurali.
In questo quadro totalmente inedito, le Rurali hanno superato il 2020 con risultati aggregati positivi, in linea con quelli consolidati del gruppo bancario Cassa Centrale, a conferma della complessiva solidità patrimoniale del sistema e dell’accresciuta efficienza prodotta dai processi di aggregazione e dalle economie di scala generate dalla partecipazione al gruppo nato nel 2019.
“Risultati eccellenti, ha commentato il presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Roberto Simoni, che rappresentano solidità, efficienza e redditività in crescita, nonostante accantonamenti superiori a quelli degli anni scorsi.
La ripresa economica sarà lenta – ha aggiunto Simoni – e il Trentino avrà molto bisogno del settore del credito. Non solo di interventi di moratoria, ma anche iniezioni di liquidità che consentano alle aziende di tornare ad avere un assetto stabile”.
“Stiamo vivendo una grande rivoluzione e non sappiamo ancora dove ci porterà – ha commentato Adriano Orsi, vicepresidente della Federazione per il settore credito –. La cooperazione è sempre rinata nei periodi di difficoltà. Oltre alla solidità del sistema delle Casse Rurali io sottolineo anche la solidarietà.
La cooperazione è un ambito trasversale a tutti i settori dell’economia e continuerà a sostenere le possibilità operative di sviluppo delle imprese e delle comunità”.
15 Casse, 50 milioni di utile, occupazione stabile
Nel 2020 è divenuta operativa la fusione tra la Cassa Rurale di Trento e quella di Lavis Valle di Cembra e si è perfezionata quella che ha dato vita alla Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella, terza per dimensioni tra le trentine. A metà del 2021 è prevista la fusione tra Cassa Rurale Alto Garda e Cassa Rurale di Rovereto, che porterà a 14 il numero degli istituti di credito cooperativo presenti in provincia. Stabile il numero dei soci (130.000) e quello dei dipendenti (2.000).
“Nonostante le svalutazioni prudenziali del portafoglio crediti, imposte dallo scenario macroeconomico avverso – ha informato Vincenzo Visetti, referente in Federazione per il settore credito - le 15 Casse chiudono il 2020 con un utile netto complessivo di oltre 50 milioni di euro, sia pure in calo rispetto all’anno precedente (-28%) a causa di svalutazioni prudenziali incrementate di oltre 100 milioni.
Il risultato lordo di gestione è cresciuto significativamente: 171 milioni contro i 90 del 2019. Frutto sia della crescita del margine di intermediazione (+13%), sia della riduzione dei costi operativi (-11%). Anche il margine di interesse torna al segno positivo (+4,8%), nonostante l’andamento piatto dei tassi di mercato”.
Cresce la raccolta (+1,4 miliardi), segnale dell’incertezza
Le masse intermediate segnano un incremento del 5,9% rispetto al 2019, per un controvalore complessivo di poco inferiore a 30 miliardi di euro. Sul fronte della raccolta, si registra un incremento del 7,6% rispetto al 2019, pari a 1,4 miliardi di depositi in più, per un valore complessivo che sfiora i 20 miliardi. Anche nel 2020, si conferma la tendenza della clientela a privilegiare la raccolta indiretta (+10%), e in particolare il risparmio gestito (+14,4%) rispetto ai depositi in conto corrente e alle obbligazioni, che comunque crescono significativamente (+6,3%). Il dato evidenzia la generale incertezza sul futuro, che spinge famiglie e imprese a tenere liquidità per far fronte agli imprevisti.
Aumentano i prestiti (+311 milioni), soprattutto alle imprese
Al netto delle svalutazioni di crediti deteriorati, i prestiti sono risaliti del 3,5%, con un incremento percentuale maggiore anche di quello dell’anno precedente: complessivamente, ciò significa 311 milioni di euro in più. L’incremento si registra sia nei confronti delle famiglie sia delle imprese, ma è particolarmente significativo nei confronti di queste ultime (+5,4%).
Ancora in calo le partite deteriorate lorde, che nel 2020 diminuiscono del 15,5%; ora il peso percentuale sul totale dei crediti è pari all’8,4% (10% nel 2019). Le sofferenze lorde rappresentano ormai solo il 2,1% del totale dei crediti (cinque anni fa erano l’11,4%), mentre la quota maggiore (6,2%) è costituita da inadempienze probabili.
La politica della prudenza: accantonamenti e svalutazioni
Oltre 126 milioni di euro sono stati accantonati per rettifiche prudenziali dovute alla congiuntura negativa (importo più che quadruplicato rispetto al 2019), ma anche per una svalutazione anticipata dalle Casse Rurali, concordata con la Capogruppo, per raggiungere i livelli di copertura fissati dalla BCE per gli stock di vecchi crediti deteriorati (NPL), che sono stati così raggiunti anticipatamente.
Questo consentirà alle Rurali di essere più attrezzate a sostenere la ripresa post pandemia. Di conseguenza, migliora ulteriormente anche il tasso di copertura: in particolare, la copertura delle sofferenze supera addirittura il 70%.
Cresce la solidità, migliora l’efficienza
Continua ad aumentare anche il patrimonio complessivo, che ora è di 1.480 milioni, 49 in più rispetto all’anno precedente (1.431 milioni).
Si conferma la solidità patrimoniale complessiva delle Casse Rurali, con un Cet 1 ratio ulteriormente migliorato rispetto al 2019, e pari al 22,35%, dato migliore anche rispetto a quello consolidato a livello di gruppo bancario (21,46%).
I dati economici e reddituali trovano riscontro anche nel miglioramento dei principali indicatori di produttività ed efficienza: la produttività individuale sale da 14,5 a 15,6 milioni e cresce anche il rapporto tra commissioni e costi del personale (dal 68 al 76%). Il costo del personale si riduce del 10,9% (-17 milioni), a conferma che i processi di riorganizzazione, le fusioni e le sinergie di gruppo cominciano a dare consistenti frutti sul piano economico.
Ciò consente anche di confermare l’impegno delle Casse Rurali nel sostenere iniziative sul territorio ad alto valore sociale, con erogazioni complessive per 9,2 milioni di euro.
Ufficio stampa Federazione Trentina della Cooperazione
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