E’ di questi giorni l'emendamento al Milleproroghe che aumenta da 60 a 180 i giorni a disposizione degli enti locali per presentare le osservazioni sulla mappa delle aree idonee per il Deposito dei rifiuti radioattivi. Una consultazione pubblica che la Sogin, la società statale responsabile del decommissioning nucleare e della gestione dei rifiuti, ha già avviato. Più tempo a disposizione, a vantaggio della chiarezza, ma comunque un ulteriore allungamento dei tempi su una decisione che l'Italia attende da vent'anni e che viene regolarmente rinviata.
I rifiuti radioattivi in Italia sono presenti e continuano ad essere custoditi in una ventina di Comuni. Centrali nucleari spente e in smantellamento, reattori sperimentali, centri di ricerca, depositi di aziende specializzate, puntali di parafulmine, scarti della radiografia medica, rilevatori di fumo: complessivamente 31.027,3 metri cubi (destinati a triplicarsi in prospettiva per l'ultimazione dei vari lavori di decommissioning e bonifica) con diverse caratteristiche di rischio: rifiuti a vita molto breve (che si smaltiscono come quelli convenzionali); rifiuti di attività molto bassa e rifiuti di bassa attività (che diventano innocui nell'arco di 300 anni); rifiuti di media attività e di alta attività (migliaia o centinaia di migliaia di anni di vita).
Dovranno finire tutti nel Deposito nazionale che avrà bisogno di almeno quattro anni per la costruzione. Lo scorso anno, per esempio, c'è stato un momento nel quale la partita del Deposito nazionale sembrava davvero risolta: il progetto, infatti, era stato inserito nel programma italiano del Recovery Plan, prevedendo dunque un vincolo, quello europeo, senza se e senza ma. Però la proposta avanzata dal Mise non ha avuto seguito.
Il governo Draghi deve dare una soluzione finale al deposito dei rifiuti nucleari. Fino ad oggi il Trentino non è mai stato coinvolto come possibile sede, perché ritenuto tecnicamente non idoneo.
Tutto ciò premesso il Consiglio della Provincia autonoma di Trento
impegna la Giunta provinciale a:
dichiarare l'assoluta indisponibilità del territorio trentino ad accogliere il deposito dei rifiuti nucleari poiché la sua morfologia non è tecnicamente idonea.
Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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