Completata l’ultima edizione del Bilancio di Sostenibilità del sistema ortofrutticolo trentino.
Dall’aggiornamento dei dati, si evince che il Trentino continua ad essere uno dei più virtuosi territori nel rispetto dell’ambiente e della comunità.
Il nuovo Bilancio di Sostenibilità sarà illustrato nell’evento annuale di APOT del prossimo 18 febbraio, che si dedicherà al ruolo della frutticoltura a tutela del territorio e del paesaggio e ai risvolti fondamentali per l’economia delle aziende.
Dopo tre anni dalla precedente edizione ed un anno di intenso lavoro è stato completato il nuovo “Bilancio di Sostenibilità”, il rapporto periodico sullo stato della frutticoltura realizzato nel contesto del progetto “Trentino Frutticolo Sostenibile” - promosso da APOT Associazione Produttori di Ortofrutta del Trentino assieme ai Consorzi Melinda e “la Trentina”. Il lavoro, dal punto di vista dell’analisi statistica e della comunicazione, dal 2016 è diretto da Roberto Della Casa, docente universitario ed esperto di agroeconomia.
Il nuovo “Bilancio di Sostenibilità” - presentato stamani ai mezzi di informazione nella sede della Cooperazione Trentina dal presidente e direttore di Apot Ennio Magnani e Alessandro Dalpiaz e il prof Della Casa, alla presenza del presidente della Federazione Roberto Simoni - mette in evidenza il ruolo cardine dei frutticoltori e della frutticoltura dal punto di vista della qualità ambientale, delle implicazioni occupazionali e sociali e delle ricadute in termini economici diretti ed indiretti per le aziende frutticole ed il territorio.
“Questo bilancio indica che il Trentino ha anticipato una tendenza – ha affermato il presidente di Apot Ennio Magnani – poiché la sostenibilità rappresenta un valore aggiunto della nostra produzione. La cooperazione e un sistema organizzato offrono garanzie per la produzione e per l’alimentazione in generale”.
“Questo bilancio – ha affermato il direttore di Apot Alessandro Dalpiaz - fa vedere la serietà del sistema. Lavoriamo così da trent’anni, ma occorre rendere pubblici programmi, obiettivi, intenti, che ormai rappresentano una componente indissolubile del nostro modo di lavorare”.
“È un momento importante -ha detto il presidente della Federazione Roberto Simoni - perché si inserisce in un contesto di elevata sensibilità da parte dell’opinione pubblica sul tema della sostenibilità. Posso dire con orgoglio che il Trentino non parte adesso, ma lo ha fatto già molti anni fa. Adesso ne raccogliamo i frutti, a vantaggio della nostra comunità e in generale della più vasta comunità di consumatori, ospiti e chi a vario titolo viene in contatto con noi da tutto il mondo”.
L’analisi dei dati
Molti i cluster analizzati, come la qualità del suolo e delle acque; l’impronta carbonica, il ricorso ormai totale a fonti di energia rinnovabile, i risultati nel settore del biologico con la concentrazione in grandi oasi biologiche, la biodiversità, l’introduzione delle varietà resistenti, l’apicoltura, la riduzione delle emissioni e dei fitofarmaci, il legame con il turismo, la situazione occupazionale. Ecco di seguito alcuni estratti:
Energie rinnovabili. La produzione complessiva del fotovoltaico è pari a oltre 6,5 milioni di KWh ed è sufficiente a garantire l’energia elettrica necessaria per l’illuminazione pubblica di una cittadina da 65.000 abitanti sulla base di un consumo pro capite di 100 Kwh, come stimato dall’Osservatorio sui consumi pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Oasi biologiche. Negli ultimi anni quattro anni in Trentino sono raddoppiati gli ettari di frutteti biologici, passati dai 510 del 2016 ai 1.071 del 2019. Il sistema Apot ha avuto un ruolo importante in questa crescita passando da 126 ettari nel 2016 a 612 nel 2019. Anche gli ettari di cultivar resistenti sono triplicati nello stesso orizzonte, da 48 sono passati a 154, centrando in ogni caso pienamente gli obiettivi programmati nel 2016.
Apicoltura. Rispetto la 2016 anche il numero di apicoltori nel territorio è aumentato, passando dai 1.755 del 2016 ai 2.060 del 2019 e da circa 25.000 ad oltre 35.000 arnie. Questi numeri dimostrano quanto il sistema produttivo trentino sia strutturalmente idoneo a una proficua simbiosi con le api, che sono un indicatore privilegiato di sostenibilità ambientale e un alleato fondamentale per la qualità dei frutti e per la sostenibilità economica.
Biodiversità: i risultati del monitoraggio annuale sul livello di biodiversità confermano un profilo molto positivo di vita nel suolo, con un punteggio di 137 dell’indice QBS (Qualità Biologica del Suolo) rispetto al massimo di 160.
Emissioni CO2. Secondo l’EPD (Enviromental Product Declaration), la frutticultura trentina è uno dei più virtuosi areali di produzione in Italia e ha registrato un miglioramento di 0,4 kg di Co2 equivalente per ogni chilogrammo di mele prodotte rispetto agli inizi del decennio e pari al 21%.
Fitofarmaci. L’adozione oramai generalizzata della produzione integrata è una delle massime espressioni dell’attenzione alla sostenibilità della frutticoltura trentina, attraverso un percorso fatto di una scelta continua di nuove molecole più virtuose sia sotto il profilo tossicologico e dell’impatto sull’ambiente, frequentemente anche in anticipo rispetto all’evoluzione delle normative europee e nazionali.
Dal primo bilancio del 2016 a quello del 2019 la riduzione media annua è stata di oltre il 20% in termini di kg di principi attivi per ha ed un miglioramento del 30% del profilo di rischio.
Salubrità dei prodotti. Il sistema ortofrutticolo trentino è da sempre molto attento al tema della salubrità dei prodotti, tanto che continua ad utilizzare un apposito sistema di controlli particolarmente stringente. Dai controlli sui residui nelle mele, infatti, emerge che, negli ultimi quattro anni, sui 1.874 campioni analizzati il 99% è risultato conforme. Più in dettaglio, nell’arco temporale 2016 – 2019 sono state ricercate 886.034 sostanze attive, di cui il 99,9% ha dato risultato “non rilevabile” o con residuo inferiore al 30% del limite massimo ammesso dalla legge.
Il convegno di giovedì 18
La presentazione completa del “Bilancio di Sostenibilità” avrà luogo in occasione dell’evento che APOT organizza ogni anno per tutti gli operatori del comparto agroalimentare ma aperto a tutti i cittadini più in generale.
Il tema scelto quest’anno affronta il ruolo della frutticoltura come tutela del territorio e del paesaggio. Titolo dell’evento è “ECONOMIA E PAESAGGIO, DA CONTRAPPOSIZIONE A SIMBIOSI. Un modello territoriale sostenibile tra tutela, sviluppo e integrazione”.
Per questioni contingenti, l’evento 2021 è organizzato in formula inedita, un Digital Talk di livello internazionale, trasmesso in diretta streaming dal Muse, Museo delle Scienze di Trento.
Nel contesto del Digital Talk si confronteranno sul tema qualificati esperti europei con l’intento di motivare l’importanza di un’azione equilibrata tra obiettivi di preservazione del paesaggio, obiettivi di sviluppo economico, domanda di qualità e garanzia da parte dei cittadini e politiche europee ed internazionali.
Tra i relatori, sarà ospite d’eccezione Stefano Boeri, architetto e urbanista conosciuto in tutto il mondo.
L’evento sarà il prossimo 18 febbraio, alle ore 10.30 ed è aperto a tutti previa registrazione al sito dedicato www.apot-digitaltalk.it.
Ufficio Stampa APOT
www.apot.it
Apot rappresenta i consorzi “Melinda”, "La Trentina", e la Cooperativa Copag, con 4.789 soci produttori con 8.130 ettari di meleti, attraverso un sistema che occupa negli stabilimenti 1.400 lavoratori.
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