Si è svolta nella giornata odierna la conferenza stampa delle rappresentanti femminili della Lega nelle istituzioni sul tema del linguaggio di genere.
L’amministrazione Ianeselli, con la delibera n.15/2020 ha pubblicato le Linee guida per l’utilizzo del genere nel linguaggio amministrativo con nuove regole di rispetto lessicale per contrastare la diffusione di un ipotetico “linguaggio discriminatorio” introducendo, di conseguenza, nuovi termini da utilizzare negli uffici comunali.
Una prima osservazione nasce dal fatto che tale decisione compiuta nel nome della collettività, ha mancato di coinvolgere la commissione consiliare competente ed il consiglio comunale, organi che rappresentano l’intera cittadinanza, nonché il Consiglio delle Donne, organismo di promozione della partecipazione femminile alle decisioni, all’azione e al funzionamento dell’Amministrazione comunale. Contraddizione quindi che mostra il mancato rispetto non solo di tutta la componente femminile del consiglio comunale, ma anche degli organi preposti proprio a trattare questi argomenti.
La Giunta comunale di Trento, poi, impone una riformulazione linguistica di tutti gli atti amministrativi, regolamenti e singola modulistica, cosa che porterà un notevole aggravio burocratico, rallentando l’azione dei servizi comunali, peggiorando in definitiva il servizio alla cittadinanza.
Per “promuovere la parità della donna”, per noi, è importante far sì che alla donna vengano concesse – più che un riconoscimento grammaticale - le stesse opportunità e remunerazioni economiche dell’uomo nel medesimo ambito lavorativo. In questo contesto, la lotta contro la disuguaglianza retributiva tra uomini e donne è una priorità a livello internazionale, dato che: «le donne continuano ad essere pagate circa il 20% di meno rispetto agli uomini. Le lacune retributive di genere rappresentano una delle maggiori ingiustizie sociali di oggi e per questo motivo tra i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030 dell’Onu c’è la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti e la parità di retribuzione per lavoro di pari valore». Le donne risultano più istruite degli uomini in molti Paesi, ma guadagnano di meno, a parità di ruolo. I salari poi sono tendenzialmente più bassi nelle imprese e nelle aziende a prevalenza femminile.
Crediamo quindi, che il “genere femminile” - visto che per l’amministrazione Ianeselli “il genere” è nodo cruciale delle problematiche trentine - abbia dinanzi a sé battaglie ben più complesse di valore sociale, etico e professionale rispetto alla declinazione al femminile di una parola. Battaglie che - in questo preciso periodo storico - si dovranno scontrare con il disagio sociale che ci travolgerà non appena l’emergenza sanitaria si sarà placata.
Come donne Lega, ci dichiariamo - quindi - in disaccordo con le modalità di azione della Giunta comunale di Trento; siamo favorevoli alla libertà di scelta delle donne (e di tutti i cittadini) sull’utilizzo del linguaggio che le riguarda. Il cambio della lingua comune non può essere fatto con un’azione ideologica di propaganda, mentre servono da parte dell’amministrazione misure reali e concrete di prevenzione al contrasto delle discriminazioni.
Alla conferenza stampa erano presenti la capogruppo in consiglio comunale, Bruna Giuliani, le parlamentari Sen Elena Testor, on. Vanessa Cattoi, on. Martina Loss, la capogruppo in consiglio provinciale cons. Mara Dalzocchio e cons. prov. Alessia Ambrosi e Katia Rossato.
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