Il Consiglio di Stato in sede collegiale ha respinto ieri la richiesta di sospensiva presentata dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa) e dall’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), rappresentati dall’avvocato Valentina Stefutti, dell'ordinanza cautelare del Tar di Trento in relazione alla cattura e alla cattività permanente per l'orso M57 in quanto, allo stato attuale, è assente un periculum immediato, ma ha dato preziose indicazioni sulla criticità della gestione della Provincia autonoma di Trento e di come è stato affrontato il caso di M57. Enpa e Oipa: “Il Consiglio di Stato con questa ordinanza ha fatto luce su delle criticità importanti relative alla gestione degli orsi in Trentino che speriamo possano essere affrontate nell’udienza di merito di primo grado prevista per il 25 marzo”.
Nell’ordinanza si legge: “Ritenuto che, sul piano cautelare, l'avvenuta esecuzione del provvedimento, peraltro valutata unitamente al probabile stato di letargo dell'animale, ha già prodotto effetti tali da non consentire l'adozione di una misura di sospensiva e che comunque risulta già fissata la data dell'udienza di merito in primo grado (sede nella quale potranno essere approfonditi a cognizione piena i temi sopra indicati), va rigettata la domanda cautelare proposta dalla parte appellante”.
Enpa e Oipa sottolineano come sia fondamentale che siano state riconosciute le numerose criticità emerse durante la discussione come le condizioni del Casteller o le modalità con cui la Pat ha agito. L’ordinanza afferma che “il provvedimento è stato adottato, peraltro in assenza della necessaria valutazione dell’Ispra, senza aver raccolto le dichiarazioni del soggetto che risulterebbe aggredito”. Inoltre il Consiglio di Stato ha sottolineato come “la relazione dell’Ispra prodotta per estratto dalla Provincia contiene valutazioni sulla pericolosità dell’orso M57 che prescindono dall’episodio in questione, in quanto relative a condotte pregresse”. Enpa e Oipa non hanno mai contestato i poteri di ordinanza del presidente della Pat, Maurizio Fugatti, ma il modo in cui sono stati esercitati.
In conclusione, M57 sta pagando per colpe non sue. “Abbiamo denunciato tante volte le anomalie nella cosiddetta gestione dei grandi carnivori, in particolare degli orsi, da parte della Provincia Autonoma di Trento, e questa è davvero la storia, il simbolo, il paradigma di più anomalie”, dichiarano Enpa e Oipa. “Un tema importante che è emerso durante l'udienza è la cattiva gestione dei rifiuti. I bidoni dei rifiuti alimentari sono la radice prima della abituazione degli animali in libertà al cibo degli umani, la radice prima della loro assuefazione alla ricerca di questo cibo e della conseguente criminalizzazione con galera a vita o uccisione”.
Come sottolineato nell’ultima e recentissima relazione dell’Ispra, “obiettivo principale per la Provincia di Trento deve essere quello di sostituire entro 24 mesi tutti i cassonetti per l'umido presenti sul territorio frequentato dagli orsi dando priorità a quelli presenti nei confronti nei contesti periurbani”. Invece, ancora oggi vi sono bidoni accessibili alla fauna selvatica. Possibile che in vent'anni la Provincia Autonoma di Trento, protagonista di un importantissimo progetto europeo, il Life Ursus, non sia stata in grado di adottare una politica dei rifiuti anche elementare? La sostituzione, tempestiva e irrinunciabile, dei cassonetti non può davvero essere un problema per le floride condizioni della Provincia, dati la particolare fiscalità di cui gode e i notevoli introiti assicurati dalle tasse di soggiorno sui turisti.
Ufficio stampa ENPA - ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI Ente morale, onlus
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