Studi relativi alle conseguenze dell'infezione da Covid-19 suggeriscono che possa esserci un interessamento neurologico e che il virus Sars Cov-2 possa colpire il sistema nervoso cerebrale e periferico, nonché il muscolo. Alcuni dei pazienti positivi all'infezione da COVID-19 riportano sintomi conseguenti all'interessamento del sistema nervoso centrale, periferico e muscolare, quali:
- ipogeusia, ossia ridotta capacità di percepire i sapori;
- iposmia, percezione limitata o assente degli odori;
- neuralgia o ipoestesie;
- ipostenie flaccide;
- mialgie;
- cefalea;
- vertigini;
- disturbi dello stato di coscienza;
- atassia, cioè difficoltà nell'eseguire movimenti volontari;
- disturbi neurologici severi, come ictus, crisi epilettiche, delirio, coma, meningoencefalite.
Si tratta di sintomi in un primo momento ritenuti secondari rispetto a quelli più frequenti relativi alle vie respiratorie ma che oggi, fortunatamente anche grazie al progredire degli studi e delle scoperte sul funzionamento del COVID-19, ricevono considerazione sempre maggiore. Già nel corso della pandemia vi sono state segnalazioni di disturbi comportamentali e dell'umore che potrebbero essere collegate a questa via dell'accesso nervoso. I neurologi dovrebbero essere preparati alla gestione dei pazienti affetti delle malattie infettive in collaborazione col direttore e con i dirigenti medici di una struttura complessa di malattia infettive che l'assessora Segnana mi ha comunicato di voler istituire.
Circa il 10% dei pazienti ospedalizzati da infezione da COVID-19 necessita di un reparto di terapia intensiva e questo tipo di ospedalizzazione comporta anche un attento monitoraggio neurologico per verificare l'eventuale insorgenza di problematiche neurologiche e di eventuali complicanze post infettive. Il ruolo del neurologo è anche quello di collaborare attivamente con gli infettivologi per l'eventuale scelta di terapie, tenendo conto delle possibili e importanti interazioni farmacologiche come quelle tra antivirali, antiepilettici e anticoagulanti virali.
La pandemia da COVID-19 sta sconvolgendo l'organizzazione sanitaria italiana. Superata la fase acuta, si spera nel tempo più rapido possibile grazie alla vaccinazione, rimangono le problematiche curative e riabilitative delle complicazioni della pandemia che secondo i più recenti studi sono multiorgano. Le complicanze neurologiche sono particolarmente pericolose anche per gli operatori sanitari, in quanto in vario grado ne diminuiscono la concentrazione, le capacità cognitive e possono creare stanchezza. Ne consegue la necessità di una modifica dell'orario di lavoro, in quanto un periodo prolungato di ore specialmente notturno, può creare problemi di attenzione, sintesi, individuazione di complicanze dei malati in trattamento, con pericolo per la salute propria e dei degenti che deve essere assolutamente evitato.
Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
Cons. Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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